Trump contro Trump

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni

Le elezioni del medio termine si avvicinano e gli agricoltori americani iniziano a mettersi di traverso per le politiche commerciale di un presidente che hanno votato e che giurava di difenderli. 

"Se nel commercio non seguiamo le stesse regole, allora è 'libero' solo nel nome". No. Non è Donald Trump a dirlo ma Ronald Reagan. Era il 1985 e l'obiettivo non erano i cinesi, ma il Giappone. Molto simile comunque a quello che succede oggi. Washington non ha torto quando dice che c'è chi gioca in modo scorretto, ma l'unica soluzione in un mondo governato dal libero commercio sono i dazi? 

Facciamo un passo indietro. Cos'è un dazio? E' una sovrattassa imposta in dogana alle merci importate, che rende quindi il prodotto più costoso. Meno vendibile, insomma. Perché Trump insiste con questa battaglia? Perché gli USA comprano dagli altri paesi molto più di quanto vendano, quindi eventuali rappresaglie li colpiscono meno.

Forse ha ragione ma dopo aver ferito di spada potrebbe perire di spada altrui. L'UE, dopo i dazi dell'amministrazione Usa su acciaio e alluminio, ha messo sovrattasse sui prodotti tipicamente Made in USA come il burro d'arachidi, i jeans Levi's, l'Harley Davidson. Aziende cui il presidente aveva promesso tutela, si trovano colpite all'estero a causa sua. E deve stare attento dato che a novembre si terranno le elezioni di medio termine. Molte delle imprese e degli agricoltori colpiti dai dazi cinesi e europei potrebbero negargli il voto. 

L'agricoltura è un settore concentrato in stati fondamentali per l'elezione di Trump. Ma se la cintura del mondo agricolo statunitese è saldamente repubblicana, altri stati come Iowa, Wisconsin e Minnesota sono campi di battaglia, in cui anche una piccola defezione potrebbe costargli la rielezione. E hanno ragione ad essere adirati. Solo i semi di soia ogni anno contano per 14 miliardi di dollari di esportazioni. Ripeto, miliardi di dollari. Non proprio noccioline. 

Speriamo Trump capisca di agricoltura tanto quanto s'intende del mercato immobiliare. 

P.s. vi state chiedendo cosa fece il Giappone colpito dalle tariffe americane? Spostò la produzione offshore. Gli esperti ritengono che col tempo lo farà anche la Cina. 

 

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