Finanza & Dintorni
Le nuove tecnologie hanno contribuito a creare lavoro, questo è certo. Ma la scomparsa delle professioni poco o per nulla specializzate, sostituite da robot o algoritmi, ha sconvolto le strutture sociali e rafforzato le disuguaglianze.
Dal Brasile allo Zimbabwe, dal Rwanda al Mozambico, realtà aumentate, app, in generale internet offrono possibilità importanti a chi ha sempre vissuto una vita in povertà. Le Monde, nell'edizione di oggi, fa l'esempio della 'casa digitale', piattaforma sostenuta dalla Fondazione Orange, su cui confluiscono decine di donne da Francia, Spagna, Polonia, Giordania, Egitto o Marocco con l'obiettivo di imparare a utilizzare un pc, a spedire email. Esempi come questi sono infiniti.
Dappertutto nel mondo, il digitale facilita l'accesso all'impiego, aiuta le persone più fragili a trovare un lavoro, a migliorare il proprio salario. Non posso fare a meno di chiedermi: un cellulare o una connessione internet riusciranno a fare quello che le politiche sociali non sono riuscite a fare negli ultimi anni: ridurre le ineguaglianze? Per ogni persona che grazie ai siti di vendita online si è salvata, quanti piccoli artigiani sono si sono rovinati grazie ai giganti del commercio sul web.
Il digitale - spiega Jean-Hervé Lorenzi a Le Monde - ha effetti pericolosi sull'impiego, per esempio, in molte aziende del settore solo il 10% dei posti di lavoro sono specializzati, il 90% delle persone impacchetta". David Autor, del Massachusetts Institute of Technology, va oltre. Afferma che il digitale, con la massa fatta di lavori poco qualificati, non solo non attenua le disuguaglianze dunque, le accresce! Va detto che il bicchiere non deve essere per forza mezzo vuoto. Per l'OCSE per esempio, il 65% degli studenti di oggi svolgerà un mestiere che ancora non esiste. Non dobbiamo insomma mettere il carro davanti ai buoi.
Possiamo però descrivere l'oggi e una cosa è certa: i magazzini logistici crescono come funghi - il trasporto e la distribuzione sono i settori che creano il maggior numero di posti di lavoro in paesi come la Francia ad esempio. I dipendenti non hanno pesi da trasportare e a spedire milioni di pacchi ci pensano i tapis roulant, dotati di robot sofisticati. L'uomo verifica che tutto vada bene, questo sì. Il lavoratore che dà il placet all'operato delle macchine, coi suoi gesti spesso meccanici, a suon di click, è un Charlie Chaplin dei Tempi Moderni davvero, quelli digitali.
Domanda: possiamo parlare quindi di "cybertariato", un proletariato dell'economia digitale? Questo lo vedremo. Ma la sensazione - oggi - è che le nuove tecnologie contribuiscano all'aumento dei margini di profitto dei giganti di internet e al crollo di gran parte delle retribuzioni.