Dazi boomerang per Trump

Economia

Mariangela Pira

harley

Finanza & Dintorni

A colpi di dazio non si va da nessuna parte. La prima lezione Trump la riceve in casa: Harley Davidson vuole spostare parte della produzione fuori dagli USA per arginare i danni dovuti ai dazi imposti dall'UE in risposta al presidente americano.

 

Il caso Harley Davidson dice molto della cecità di Trump sul tema dazi. 

Rappresenta la classica società americana che il presidente giurava di voler difendere in campagna elettorale. Il problema di The Donald è che gli USA comprano dall'Europa più di quanto vendano. E' per tutelare la corporate America che ha colpito l'Europa con tariffe doganali del 25% e del 10% su acciaio e alluminio. I dazi, come noto, sono le tariffe che rendono più costosi i prodotti importati, quindi tutto ciò che le aziende europee dell'acciaio e nell'alluminio esportano negli USA costerà di più, trovando probabilmente meno clienti. 

Peccato che questo abbia dato il via ad una guerra a colpi di dazio. L'Europa infatti, per una volta unita e compatta, a sua volta ha optato per dazi su merci importate dagli Usa che valgono 2,8 miliardi. Le aziende americane quindi, che Trump voleva difendere, sono le prime ad essere scontente dato che i loro prodotti qui costeranno di più. Le Harley Davidson per esempio, costeranno oltre 2000 € in più a motocicletta. L'azienda ha quindi comunicato l'intenzione di spostare parte della produzione al di fuori dagli USA. 

Eccolo, il grande paradosso. Una politica che voleva far da scudo alle aziende americane spinge le stesse a lasciare gli Stati Uniti per produrre all'estero. Bruxelles non avrebbe mai deciso per i dazi se Trump non l'avesse spinta a farlo. Si sta realizzando il timore del governatore della BCE Mario Draghi, ovvero una rappresaglia a colpi di dazio. Si veda l'ancora più calda disputa degli USA con la Cina. 

L'Europa ha mirato al cuore di Trump. Colpendo anche i produttori di carte da poker. Perché, vi chiederete? La principale fabbrica che le produce sta in Kentucky, dove quasi tutti hanno votato Trump. Se quelle carte da noi si venderanno meno, gli operai potrebbero chiederne conto al presidente. E' per questo che vengono bastonati anche il bourbon del Tennessee, il burro d’arachidi e i jeans Levi’s.

La lezione che sta impartendo Harley al presidente non sembra lo stia portando a ragione comunque. Anzi, sta pensando di imporre dazi al 20% anche sull'importazione dell'auto europea.

Di certo se guerra commerciale sarà colpirà tutti. Anche noi, che dopo la Germania siamo il paese europeo che fa i migliori affari negli Stati Uniti. Vendiamo loro (l'anno scorso merci per 50 miliardi di dollari) più di quanto acquistiamo (appena 18 miliardi).Se i dazi di Trump si estendessero al nostro vino o ai prodotti agricoli e farmaceutici sarebbero dolori seri. 

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