Istat, 1,1 milioni di famiglie senza lavoro: oltre la metà al Sud

Economia
(Foto Archivio: Ansa)
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I nuclei in cui tutti i componenti sono in cerca di occupazione sono il 4%. Erano 535mila nel 2008. Gli italiani in condizione di povertà assoluta sono 5 milioni. Rallenta la crescita economica: pesano le politiche di Trump sui dazi e il rischio di aumento dell’Iva

Cinque milioni di italiani in condizione di povertà assoluta. Oltre 1 milione di famiglie senza lavoro. Questa la fotografica scattata dall'Istat e aggiornata al 2017. Nel rapporto annuale dell'istituto di statistica, che sarà pubblicato il 16 maggio, si traccia un quadro in negativo dello stato di salute della situazione economica del nostro Paese.

Povertà assoluta per 5 milioni di italiani

Gli italiani in condizioni di povertà assoluta aumentano rispetto agli anni passati; nel 2017 il fenomeno ha riguardato circa 5 milioni di persone, l’8,3% della popolazione residente (nel 2016 il dato era al 7,9%, nel 2008 al 3,9%). Lo ha dichiarato il presidente dell’Istat Giorgio Alleva nel corso dell’audizione parlamentare sul Documento di economia e finanza (Def) nelle commissioni speciali di Camera e Senato. In 4 famiglie su 100 (1,1 milione) non si percepisce alcun reddito di lavoro (erano 535mila nel 2008). Di queste, secondo Alleva, più della metà (il 56,1 %) è residente nel Mezzogiorno, dove l’incidenza è molto alta: si tratta di 7 famiglie ogni 100, contro le 2 ogni 100 del Nord Italia.

Allarme dazi

Per Alleva la ripresa dell’inflazione nel 2017 spiega circa la metà dell’incremento dell’incidenza della povertà assoluta. "La restante parte - ha aggiunto - deriva dal peggioramento della capacità di spesa di molte famiglie che sono scese sotto la soglia di povertà". Nel corso dell’audizione il presidente dell’Istat ha sottolineato come si registrino segnali di decelerazione economica, che prospettano uno scenario di minore intensità della crescita (una diminuzione del Pil di 0,3 punti percentuali). A pesare il rischio relativo al rallentamento del commercio mondiale, causato dalla “guerra dei dazi” innescata dagli Stati Uniti. Anche la possibile mancata sterilizzazione dell’Iva, che schizzerebbe al 25%, secondo Alleva potrebbe causare problemi per il prossimo anno.

 

Occupazione giovanile in crescita

Gli unici dati positivi arrivano dall’occupazione giovanile: l’Istat segnala come nel 2017 i giovani tra i 15 e i 34 anni occupati siano in aumento dello 0,9% rispetto all'anno precedente (+45mila, +1% gli uomini e +0,7% le donne). Tuttavia si tratta di occupazione precaria: l'occupazione giovanile, sottolinea l'Istituto di statistica, "si caratterizza sempre di più per un'elevata incidenza di lavoratori a termine, che costituiscono circa un terzo dei lavoratori alle dipendenze e il 28,2% del totale dell'occupazione giovanile (31,1% per le donne)".

 

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