Ricerca Casse di Risparmio: consumi in aumento, ma solo al Nord

Economia
Il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, durante la Giornata mondiale del Risparmio nel 2016 (Ansa)
Giuseppe_Guzzetti_Acri_Ansa

Secondo la ricerca realizzata da Acri e Ipsos in occasione della Giornata mondiale del Risparmio, cresce il numero delle famiglie soddisfatte della propria situazione economica. In calo il ricorso a prestiti

La crisi non fa più tanta paura e i consumi sono in ripresa. Questi i dati della ricerca Acri-Ipsos in occasione della Giornata mondiale del Risparmio del 31 ottobre. Secondo quanto riportato, nonostante gli italiani continuino ad essere particolarmente inclini al risparmio (la percentuale è dell’86%), torna ai livelli pre-crisi la quota di coloro che preferiscono godersi la vita senza pensare a metter da parte il denaro: sono il 12%. Dopo quattro anni consecutivi di crescita, diminuisce di tre punti (dal 40 al 37%) la quota di chi afferma di aver risparmiato negli ultimi 12 mesi. Si abbassano anche le percentuali di coloro che ricorroono ai prestiti e dei cittadini che hanno fiducia nella tutela dei propri investimenti da parte di leggi e regolamenti.

Nord e Sud a due velocità

Aumentano le famiglie che si dicono soddisfatte della propria situazione economica e che escono dalla crisi, ma la crescita è concentrata soprattutto al Nord, mentre il Centro e il Sud mostrano ancora molte difficoltà. L'indagine sugli "Italiani e il Risparmio" di Acri-Ipsos evidenzia un trend positivo in controtendenza rispetto allo scorso anno: le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono meno di una su cinque. Oggi, al Nord, i cittadini che si dichiarano soddisfatti rappresentano il 56% della popolazione (nel 2016 erano il 51%). Percentuali che scendono al Centro e al Sud.

Meno ricorsi ai risparmi accumulati e ai prestiti

Tra i dati diffusi da Acri-Ipsos, spicca quello sulle famiglie che "intaccano il risparmio accumulato e quelle che ricorrono ai prestiti". In entrambi i casi, le percentuali sono migliori rispetto agli anni precedenti. In particolare, "diminuiscono le famiglie in saldo negativo di risparmio: dal 25% del 2016 al 21% attuale, perché decresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 19% dello scorso anno al 16% attuale) e diminuisce lievemente anche chi ricorre a prestiti (sono il 5% contro il 6% del 2016)". Inoltre, prosegue il report, "tra coloro che hanno risparmiato di più nel 2017 ci sono i giovani (il 41%) mentre le persone fra 31 e 44 anni hanno risparmiato meno (6 punti meno della media della popolazione)".

Poca la fiducia sulla tutela dei propri investimenti

Resta altissima la sfiducia degli italiani sulla tutela dei propri investimenti da parte di legge e regolamenti: il 66% del campione "ritiene che gli strumenti di tutela siano inefficaci". Si tratta di un dato comunque in miglioramento rispetto al 74% del 2016". Inoltre, spiega la ricerca, "pochi si ritengono abbastanza in grado di individuare l'investimento adatto alle proprie esigenze (36%), mentre la grande maggioranza (64%) non si ritiene in grado". Molti italiani hanno comunque compreso che devono informarsi sempre di più per essere consapevoli delle proprie decisioni finanziarie: se nel 2006 il 13% credeva di essere in grado di potercela fare senza aiuti esterni, nel 2011 erano il 16% e nel 2017 sono diventati il 21%. 

Secondo gli italiani non esiste l’investimento ideale

Infine, stando a quanto riportato dalla ricerca pubblicata, sembra che l'investimento ideale, per gli italiani, non esista più. In particolare, gli investitori italiani si dividono in 3 gruppi quasi omogenei. Il 33% ritiene che proprio non esista alcun tipo di investimento sicuro e ideale, il 31% lo indica negli immobili, mentre il 29% crede che gli investimenti finanziari siano i più sicuri. Il restante 7% è composto da coloro che considerano più fruttuosi gli investimenti con alti fattori di rischio. 

Economia: I più letti