Le città più convenienti per fare la spesa, la top 10 premia il Nord

Economia
L'escursione tra diverse città arriva a 1200 euro l'anno (Getty Images)
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Lo rivela un'indagine condotta da Altroconsumo. La concorrenza tra insegne spinge i prezzi al ribasso: guida la classifica Vicenza, mentre nei centri meridionali si spende di più e c'è meno libertà di scelta. Messina fanalino di coda

La mappa del risparmio premia il Nord. È il risultato di un'indagine di Altroconsumo che ha preso in esame oltre mille punti vendita - tra supermercati, ipermercati e discount - in 20 regioni e più di un milione di articoli.

Dove si compra meglio

Le città nella top 10 della convenienza sono tutte del nord, con Vicenza, Pordenone e Treviso sul podio. "L'area del nord-est, con il Veneto in testa – afferma Altroconsumo - si conferma la più interessante". La spesa minima annuale della città vicentina è di 5378 euro per una famiglia di quattro persone, ben al di sotto della media nazionale (6300 euro secondo i dati Istat) e 1200 in meno rispetto all'ultima in classifica, Messina. Nel comune siciliano, la spesa è di 6510 euro. Tra le più convenienti ci sono anche Cuneo, Padova, Asti, Verona, Torino, Modena e Brescia. Le cifre non sono una sentenza, perché si riferiscono a prodotti di marca (che Altroconsumo definisce come "i leader di mercato") acquistabili nei supermercati. Sono quindi esclusi i mercati locali. Se nella top 10 non c'è traccia di Sud, nelle ultime dieci posizioni Meridione e Centro dominano, con le sole eccezioni di Udine e Aosta: male - oltre a Messina - Salerno, Viterbo, Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Catanzaro, Catania e Frosinone.

La concorrenza abbatte i prezzi

La ragione di questa differenza di prezzi - spiega Altroconsumo - è da ricercare nella concorrenza tra diverse insegne e punti vendita (più forte al Nord) che spinge i prezzi al ribasso. E così, se a Cuneo si va nel supermercato più conveniente anziché in quello più caro si possono risparmiare 1.284 euro l'anno. A Torino 1.246 euro, a Roma 1.200, a Milano mille. Situazione opposta a Reggio Calabria, dove la forbice di risparmio è di poco superiore a 200 euro e la spesa più economica vale comunque 6400 euro, cento in più della media nazionale.

Differenze del 160%

La ricerca dice anche un'altra cosa: soprattutto nelle città dove la concorrenza è forte, la scelta del giusto punto vendita permette risparmi consistenti: fino a 2.817 euro per una famiglia di quattro persone che ne spende 8.300 all'anno. La soluzione ideale sarebbe una spesa "infedele", che cambia supermercato a seconda del singolo prodotto. Un chilo di pasta De Cecco, ad esempio, va dagli 1,14 euro ai 2,70 euro registrati: una differenza del 140%. Una bottiglia di acqua Sant'Anna può andare da 22 centesimi ai 57 centesimi, con un divario del 160%.

I consumi delle famiglie

I consumi delle famiglie in Italia nel 2016 sono aumentati dell'1% rispetto al 2015. Diminuiti, pur se di poco (-0,55%), quelli al supermercato, considerando un'inflazione del 1,2% in generale e 0,8% sui soli prodotti alimentari. Secondo i dati Istat, la spesa media annuale degli italiani per alimentari, igiene personale e per la casa, per una famiglia media, si attesta sui 6300 euro, con il 20% dell'intero budget familiare destinato a questa voce.

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