Dopo il no dei lavoratori al piano di ricapitalizzazione, si cerca una soluzione. La compagnia tedesca si chiama fuori, così come Ferrovie dello Stato. Il ministro dei Trasporti a Sky TG24: "Non dobbiamo trascinare Fs in un settore che non è il suo"
Dopo il no dei lavoratori al piano di ricapitalizzazione, non si vede ancora una soluzione per Alitalia. Sfumata l’ipotesi Lufthansa: la compagnia tedesca, che in molti avevano visto come la possibile ancora di salvezza, si è chiama fuori dai giochi. Mentre SanPaolo ha smentito di avere un piano B per la compagnia, a sfilarsi è stata anche Ferrovie dello Stato, tirata in ballo nell'ottica di un nuovo modello di integrazione tra trasporto aereo e di terra.
Delrio: “L’importante è non svendere”
Un intervento di Fs è stato escluso anche dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che a Sky TG24 ha detto: quello del trasporto aereo “è un mercato altamente competitivo e per questo non bisogna trascinarci dentro aziende pubbliche che non hanno lo stesso core business: Ferrovie investe 6 miliardi nel nostro Paese e non dobbiamo distoglierla e trascinarla in un settore che non è il suo”. “Siamo alla ricerca di soci che possano continuare a rilanciare l’azienda – ha aggiunto Delrio –. Credo che sia da evitare uno spezzettamento della compagnia, una perdita di posti di lavoro e una perdita di voli sull’Italia. Con questa direzione, chiunque è disponibile a scommettere su quest’impresa credo che vada aiutato. Che siano fondi d’investimento o che siano altri vettori aerei, l’importante è non svendere ma cercare di mantenere il patrimonio di Alitalia intatto”.
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Governo esclude intervento Stato
Il governo, intanto, continua a escludere un intervento diretto o indiretto dello Stato (l'ipotesi era un coinvolgimento di Cdp) ad un aumento di capitale della società. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha precisato che un eventuale finanziamento statale (il prestito ponte che il ministro Calenda ha quantificato in 3-400 milioni) è finalizzato solo ad evitare l'interruzione delle attività. Il ministro ha poi assicurato l'ok dell’Ue al prestito. Ok che, spiega la stessa Bruxelles, non è previsto a livello formale perché “gli Stati membri possono intervenire a favore di società a condizioni di mercato” e in tal caso non è previsto “che la Commissione prenda una decisione” in via ufficiale. Sui giornali, intanto, la segretaria Cisl Furlan dice che “sottoporre l'accordo al referendum tra i dipendenti, snaturando il nostro ruolo, forse è stato un errore”. Mentre l'ex commissario Fantozzi ipotizza un prestito pubblico, convertibile in azioni.
Verso il commissariamento
La strada obbligata sembra essere ormai quella del commissariamento, che salvo sorprese dovrebbe scattare dalla prossima settimana. L'appuntamento è fissato per il 2 maggio, quando si riunirà l'assemblea dei soci chiamata a deliberare l'avvio della procedura. Se gli azionisti decideranno di procedere con la richiesta di amministrazione straordinaria, l'apertura della procedura e la nomina dei commissari arriveranno con la "massima tempestività", ha assicurato Padoan. Per i commissari sembrano sicuri Luigi Gubitosi ed Enrico Laghi, per il terzo circolano tanti nomi tra cui l'ex a.d. della compagnia Domenico Cempella e anche Mauro Moretti. La compagnia, intanto, ha assicurato ai viaggiatori che non c'è stato e non ci sarà alcun impatto sull'operatività e sulla programmazione dei voli e i biglietti già acquistati sono pienamente utilizzabili.