Gli uffici del Mef stanno esaminando la missiva con le richieste avanzate da Bruxelles. Chiesta una correzione da più di 3 miliardi, due decimi di punto del Pil. Il ministero: “Stiamo facendo le valutazione del caso”. Il governo deve rispondere entro il primo febbraio o rischia una procedura di infrazione
La Commissione Ue ha inviato all'Italia la lettera con la richiesta di aggiustamento dei conti. La missiva è arrivata a Roma, negli uffici del Ministero dell’Economia, che la sta valutando.
Lettera all'esame del Ministero - Dal Mef è stato confermato quanto già trapelato nella giornata di lunedì, cioè che l’Ue ha chiesto un aggiustamento di circa 3,2 miliardi di euro. "Lo scostamento che secondo la Commissione andrebbe corretto è stimato in due decimi di punto di Pil”, affermano fonti del Ministero. “Siamo in contatto con la Commissione e nei prossimi giorni faremo le valutazioni del caso. Se, come e quando intervenire verrà deciso dal Governo nei prossimi giorni”. Roma ha tempo fino al 1 febbraio, giorno delle nuove previsioni economiche, per rispondere alle richieste presentando impegni precisi di riduzione del deficit.
Le stesse fonti hanno precisato che"da novembre dello scorso anno la Commissione europea ritiene che il bilancio dell'Italia per il 2017 possa farci deviare dal percorso pluriennale di riduzione del rapporto debito/PIL e ci ha trasmesso una richiesta di intervento per assicurare la conformità del nostro bilancio".
Mesi di braccio di ferro con Bruxelles - La polemica fra il nostro Paese e la Commissione era iniziata a novembre con l’opinione sulla legge di Stabilità, sottoscritta dall’Eurogruppo, in cui l’Italia era stata invitata a compiere i passi necessari per rimettersi in riga con le regole. Dopo il referendum costituzionale che aveva messo in stand-by il dialogo, ora Bruxelles è tornata alla carica.
Correzione dei conti o procedura di infrazione - Roma rischia una procedura per debito eccessivo che costringerebbe l'Italia ad un pesante percorso di aggiustamento. Per scongiurarlo, Bruxelles vorrebbe una correzione pari a circa 3,2 miliardi. Il ministro Padoan lunedì ha replicato: "Vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori, non è detto”.