Brasile: Corte suprema sospende il blocco di WhatsApp nel Paese
EconomiaUn giudice di Rio aveva imposto lo stop al servizio di messaggistica istantanea dopo il rifiuto di Facebook, sua proprietaria, di fornire informazioni utili a un’inchiesta. Ma in serata è arrivato il contro-ordine della Corte
La Corte suprema brasiliana ha sospeso il blocco di WhatsApp imposto in giornata da un giudice di Rio de Janeiro che ne aveva ha intimato lo stop immediato in tutto il Brasile.
La giudice Daniela Barbosa aveva intimato alle compagnie telefoniche il blocco del servizio di messaggistica istantanea dopo che Facebook, proprietario del celebre servizio di messaggistica, si è rifiutato di fornire informazioni utili a una inchiesta giudiziaria.
La vicenda - La giudice aveva intimato alle compagnie telefoniche la sospensione immediata del servizio, pena una multa di 50 mila reais (circa 13 mila euro) al giorno. La Barbosa ha annunciato che intende incriminare il responsabile legale di Facebook in Brasile per intralcio alla giustizia. L'azienda si è rifiutata di fornire le conversazioni di persone coinvolte in una inchiesta penale.
Il presidente del Supremo tribunale federale, Ricardo Lewandowski, ha decretato l'immediata ripresa del servizio di messaggistica definendo "sproporzionato" il blocco imposto dalla giudice Barbosa ed ha aggiunto che "la sospensione del servizio viola in apparenza il precetto fondamentale della libertà di espressione e comunicazione e la legislazione in materia".
Quarto blocco in pochi mesi - E' la quarta volta che la magistratura brasiliana blocca l'applicazione di messaggistica: nel dicembre 2015, un magistrato di Sao Bernardo do Campo, nello stato di San Paolo, impose un blocco di 48 ore, poi revocato dopo 12 ore su decisione del tribunale locale in seguito ad un ricorso della compagnia americana e alle proteste di circa 100 milioni di utenti.
Il 2 maggio scorso, un giudice dello stato di Sergipe impose uno stop di 72 ore, revocato il giorno seguente dal tribunale dello Stato. Il blocco era stato giudicato "sproporzionato e punitivo per gli utenti" da Joao Rezende, presidente di Anatel, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni brasiliana. Tutti i blocchi sono stati imposti dalla magistratura brasiliana dopo il rifiuto di Facebook di fornire i tabulati delle chat di persone coinvolte in inchieste giudiziarie.