Pensioni, arriva il part-time agevolato: LA SCHEDA

Economia

Il nuovo meccanismo è destinato ai lavoratori del settore privato con contratto a tempo indeterminato ed orario pieno, che possiedono il requisito contributivo minimo per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) e che maturano il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018

I lavoratori del settore privato, che maturano il requisito per la pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018, possono andare in part time agevolato riducendo l'orario in una misura compresa tra il 40% e il 60% con l'accredito figurativo della contribuzione mancante e l'erogazione in busta paga da parte del datore di lavoro della contribuzione per la prestazione non effettuata.

Questo in estrema sintesi il contenuto del decreto attuativo della misura sul part time verso la pensione firmato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

 

Ecco come funziona la norma:

 

Lavoratori del settore privato – La misura non vale per il settore pubblico né naturalmente per il lavoro autonomo. Impresa e lavoratore firmano un contratto di riduzione dell'orario con una durata pari al periodo tra la firma dell'accordo e il raggiungimento del requisito della pensione (massimo 36 mesi). E' previsto per tutti un requisito contributivo minimo di 20 anni.

 

Le donne - Gli uomini possono uscire nel 2016 con almeno 63 anni e sette mesi di età, quindi se sono nati prima del maggio 1952. Per le donne, che da quest'anno possono andare in pensione con 65 anni e 7 mesi di età, il vantaggio è - come sottolinea la Uil – è sostanzialmente precluso perché le nate fino al 1951 sono già uscite mentre quelle del 1952 (che compiono 64 anni quest'anno) possono uscire nel 2016 sulla base di una deroga prevista alla legge Fornero. Le donne nate nel 1953 sono escluse perché raggiungono il requisito per la vecchiaia nel 2019.

 

La busta paga -  Con il part time agevolato si riceve ogni mese in busta paga, in aggiunta alla retribuzione per il part-time, una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l'orario non lavorato. Per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconosce al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo che alla maturazione dell'età pensionabile il lavoratore percepirà l'intero importo della pensione.

 

60milioni di euro - La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, viene riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di euro per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018.  Una volta esaurite le risorse non saranno accolte nuove istanze.

 

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