L'allerta arriva dal rapporto della Commissione Europea, secondo cui non ci sono comunque pericoli per la sostenibilità dei conti pubblici. Resta vigile l'attenzione nei confronti del settore bancario
Il debito pubblico italiano "resta molto elevato" e rappresenta pertanto "una grande fonte di vulnerabilità per l'economia italiana. L'alto debito pubblico riduce la capacità del Paese di rispondere agli choc economici e lo lascia esposto a possibili rialzi nei rendimenti dei titoli di Stato, mentre lo spazio per avere una spesa pubblica produttiva è anche limitato dal considerevole peso degli interessi (il 4,3% del Pil nel 2015)". Lo sottolinea il Rapporto sulla sostenibilità fiscale 2015 pubblicato dalla Commissione Europea.
"Rischi alti nel medio termine" - Per le finanze italiane, si legge nel rapporto, "i rischi sembrano essere alti nel medio termine da una prospettiva di analisi della sostenibilità del debito, in seguito a un elevato livello di debito alla fine delle proiezioni" nel 2026 e "l'alta sensibilità a possibili choc alla crescita nominale e ai tassi d'interesse".
L'alto livello del debito pubblico è un rischio elevato nel medio termine, ma la sostenibilità del debito nel lungo termine non è messa in discussione, se verranno implementate le modifiche al sistema pensionistico varate negli scorsi anni e sarà mantenuto un avanzo primario strutturale pari almeno al 2,5% del Pil.
Non sembrano esserci invece, "nel complesso, rischi a breve termine di stress di bilancio", ma "la quota di non performing loans nel settore bancario potrebbe rappresentare una fonte importante di rischi di passività a breve termine".