Usa, la Fed alza i tassi: è la prima volta dal 2006

Economia

Vittorio Eboli

La decisione della Federal reserve era attesa da mesi: rialzo di un quarto di punto. Il presidente Janet Yellen: “Gli aumenti saranno graduali”

Sette anni esatti. Il 16 dicembre 2008, l'allora governatore della Fed, Ben Bernanke, portava il costo del denaro a zero, completando una repentina discesa dei tassi decisa all'indomani del fallimento della Lehman Brothers, tre mesi prima. Il 16 dicembre 2015, la sua delfina Janet Yellen inverte la rotta, aumentando dello 0,25% il tasso ufficiale, in quella che potrebbe (dovrebbe) essere il primo di una serie di aumenti. Graduale ma costante, conferma l'istituto centrale nel suo comunicato.

 

Decisione attesa da mesi (se ne parlava già per il meeting di settembre), che si poggia su una sola considerazione di fondo: in una economia sana, il costo del denaro non può essere zero. Fu abbattutto proprio allo scopo di aiutare l'economia americana a uscire rapidamente dalla recessione, ed è - gli analisti sono unanimi - servita allo scopo. Ma ora la crescita degli Usa si è stabilizzata, i tassi possono iniziare il loro ritorno verso la normalità: il rialzo certifica che l'economia americana è uscita definitivamente dalla crisi. Scelta che ha già prodotto i suoi effetti sui mercati finanziari, negli ultimi mesi: basti guardare al rafforzamento del dollaro (giunto a un soffio dalla parità con l'Euro) o ai rendimenti dei titoli di stato di Washington, risaliti nell'ultimo periodo. Ma che potrebbe non essere altrettanto indolore per l'economia reale, e non solo americana: economia mondiale che è per il 60% in Dollari, e tante imprese (in giro per il mondo) si sono indebitate in valuta americana negli ultimi anni, per sfruttare il costo zero e l'enorme massa di denaro immesso dalla Fed.

 

Si chiude quindi un settennato, coinciso quasi in toto con la presidenza Obama, e si apre una nuova fase: nel prossimo biennio la banca centrale dovrebbe riportare la politica monetaria alla normalità, ritirando gradualmente gli stimoli. Con quali impatti per la politica economica del prossimo governo? Il dopo Obama, forse, è iniziato oggi.

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