Secondo il Fondo monetario internazionale, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese resterà alto nel medio termine. Il ministero dell'Economia: "Stime che non tengono conto delle riforme". Intanto, nei primi sei mesi del 2015, aumentano i contratti a tempo indeterminato
Il tasso di disoccupazione in Italia resterà alto nel medio termine e ci vorranno 20 anni per tornare ai livelli pre-crisi. E' quanto si legge nel rapporto sull'Eurozona del Fondo monetario Internazionale. Secondo le previsioni del Fondo, senza "una significativa ripresa della crescita", la Spagna impiegherà quasi 10 anni, mentre Italia e Portogallo quasi 20 anni, per ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi. Previsioni su cui il ministero dell'Economia precisa in una nota: "La stima del FMI secondo la quale occorrerebbero 20 anni in Italia per riportare l'occupazione ai livelli pre-crisi) è basata su una metodologia che non tiene conto delle riforme strutturali che già sono state introdotte".
E intanto il ministero del Lavoro ha diffuso i dati sui nuovi contratti a tempo indeterminato: nei primi sei mesi 2015 le attivazioni sono state 946.682 contro 695.848 nei primi sei mesi 2014 (+36%), le cessazioni 664.108 contro 632.936 (+4,9%). Il saldo di contratti stabili risulta così +282.574 nel primo semestre (contro +62.912 primo semestre 2014).
Italia migliori efficienza P.a. e giustizia civile – Dall'Fmi anche una raccomandazione al nostro Paese: "Aumentare l'efficienza del settore pubblico e migliorare quella della giustizia civile''. Il nostro Paese, si legge, dovrebbe anche "migliorare la flessibilità del mercato del lavoro e aumentare la concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi". E' necessario, secondo il Fmi, "adottare e attuare la prevista riforma della P.a, che dovrebbe includere riforme all'approvvigionamento dei servizi pubblici locali, delle gare pubbliche e della gestione delle risorse umane".
Eurolandia agisca contro il rischio contagio - A livello europeo, l'Fmi nota poi come la ripresa nell'area Euro si sta rafforzando, con il pil che accelererà dal +1,5% del 2015 al +1,7% del 2016: i rischi all'outlook sono più bilanciati ma restano vulnerabilità. La crescita potenziale, stimata all'1% nel medio termine, è bassa per ridurre la disoccupazione. Il ridotto potenziale di crescita aumenta i rischi di stagnazione. Infine anche una raccomandazione all'Europa: "Usare, se necessario, tutti gli strumenti disponibili per gestire i rischi di contagio che potrebbero partire dalla Grecia". "Anche se la reazione del mercato al recente passaggio del pacchetto di riforme in Grecia è stata positiva, ulteriori episodi di significativa incertezza e volatilità dalla situazione" greca "non possono essere esclusi".