Istat: Pil primo trimestre +0,3%. Italia fuori da recessione

Economia

La crescita del Prodotto interno lordo da gennaio a marzo è superiore alle stime. Era dallo stesso periodo del 2011 che l'economia non cresceva così. Bene anche la produzione in Francia, mentre frena il prodotto tedesco. Inflazione -0,1% su base annua

Nel primo trimestre dell'anno il Pil italiano, comunica l'Istat, torna a crescere dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Un incremento che va anche al di là delle stime e che certifica l'uscita del nostro Paese dalla recessione. Per trovare la precedente variazione congiunturale positiva del Pil bisogna risalire al III trimestre del 2013 (+0,1%), mentre per trovare un incremento di questa portata bisogna tornare al primo trimestre del 2011, quando il prodotto interno lordo aumentò dello 0,4%. In base a queste stime, se i prossimi trimestri vedessero una variazione congiunturale nulla, la variazione del Pil su base annua per il 2015 sarebbe dello 0,2%.



Bene anche Francia, frena la Germania -
Crescita superiore alle attese per il Pil anche in Francia. Il prodotto interno lordo è, infatti, cresciuto, dello 0,6% rispetto alla crescita zero del precedente trimestre. Ad annuciarlo è stato l'Insee, l'istituto di studi statistici ed economici. Frena invece la crescita del Pil tedesco, che nel primo trimestre di quest'anno registra un aumento dello 0,3%, mentre il precedente trimestre aveva segnato un più 0,7%. Si tratta di un dato inferiore alla previsioni degli analisti che per i primi tre mesi dell'anno avevano stimato un progresso dello 0,5%. Cresce il Pil (+0,9%) anche in Spagna, mentre scende per il secondo trimestre consecutivo in Grecia (-0,2% dopo il -0,4% dell'ultimo quarto del 2014). In generale l'eurozona segna una crescita dello 0,4%.



Inflazione aumenta su base mensile e cala su base annuale - Sempre l'Istat segnala che l'Italia torna in deflazione ad aprile. L'istituto di statistica ha rivisto le stime preliminari che  indicavano una variazione nulla, portando i calcoli attuali dell'indice dei prezzi a -0,1% su base annua. Su base mensile i prezzi sono invece aumentati dello 0,2%. La causa della contrazione è dovuta innanzitutto al "persistere dell'ampia diminuzione dei prezzi dei beni energetici"(-6,4% dopo il -6,5% di marzo), a cui si sommano i cali tendenziali dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-0,6%, da +0,5% di marzo), dei servizi relativi all'abitazione (-0,2%, da -0,1% del mese precedente) e di quelli relativi alle comunicazioni (-0,1%, da +1,0% di marzo). Al netto dei soli beni energetici, l'inflazione, rileva ancora l'Istat, è infatti stabile a +0,6%, mentre al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l' "inflazione di fondo" scende a +0,3% (da +0,4% del mese precedente). L'aumento su base mensile dell'indice generale è invece da ascrivere principalmente ai rialzi - su cui incidono fattori stagionali, quali le festività pasquali - dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%) e dei servizi relativi ai trasporti (+1,0%); a contenere l'aumento è il ribasso dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-2,4%).

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