Fisco, Italia e Vaticano firmano l'accordo di collaborazione

Economia

Giovanni Rispoli

Siamo il primo paese a chiudere con la Santa Sede una convenzione che disciplina lo scambio di informazioni in materia fiscale. Il ministro Padoan: "Un passo avanti importante sulla strada della trasparenza"

Quello firmato questa mattina dal ministro dell'Economia Padoan e da monsignor Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, è un accordo storico. L'Italia è il primo paese che chiude con la Santa Sede una convenzione che disciplina lo scambio di informazioni in materia fiscale. Il Vaticano concede insomma la trasparenza bancaria all'Italia come aveva auspicato qualche settimana fa anche Matteo Renzi dopo gli accordi firmati in rapida successione con Svizzera, Principato di Monaco e Liechtenstein per il recupero di somme di gettito fiscale per capitali detenuti all'estero con il pagamento delle imposte non versate e ottenendo uno sconto sulle sanzioni.

La base giuridica dell'accordo segue le indicazioni del modello Ocse e riguarderà i periodi d'imposta che partono dal 1 gennaio 2009 conciliando gli interessi dei due stati.
La Santa Sede, seguendo le indicazioni imposte da papa Francesco, adegua le finanze vaticane alle normative internazionali in materia di trasparenza proseguendo l'opera iniziata con la riforma dello Ior, la banca vaticana che lo scorso luglio chiuse più di 3mila conti correnti sospetti.
Sul fronte del governo invece il ministro Padoan ha parlato di "un passo avanti importante sulla strada della trasparenza fiscale".

Un punto importante dell’accordo riguarda le modalità di adempimento degli obblighi tributari da parte delle persone, fisiche e giuridiche, che detengono attività finanziarie nello Stato della Città del Vaticano e che, in quanto residenti in Italia, devono corrispondere le imposte sulle rendite finanziarie percepite in relazione a tali attività. Si tratta di una realtà complessa e variegata, in cui il profilo della peculiarità della situazione emerge con evidenza: si pensi alla particolarità degli Istituti religiosi che per disposizione canonica, rispondente a comprensibili ragioni, devono stabilire in Roma una Casa generalizia per un continuo raccordo con la Santa Sede; si pensi alle risorse finanziarie che da tutto il mondo giungono a persone giuridiche canoniche, le quali sono destinate a finalità che vanno oltre i confini nazionali italiani.

La Convenzione attua, inoltre, quanto previsto dal Trattato del Laterano relativamente all’esenzione dalle imposte per gli immobili della Santa Sede indicati nello stesso Trattato. La Santa Sede e le istituzioni che operano nello Stato della Città del Vaticano potranno, da un lato, agevolare le attività di riscossione delle autorità fiscali italiane e, da altro lato, offrire un importante servizio a tutte quelle persone residenti in Italia che detengono attività finanziarie nel territorio vaticano.

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