La Cgia di Mestre ha stimato il contributo di solidarietà delle regioni a statuto ordinario, dopo aver calcolato la differenza tra le entrate e le spese delle amministrazioni pubbliche. Segno meno invece per tutte le regioni del Sud
NORD dà in solidarietà al resto del Paese 100 mld all’anno http://t.co/mZjsUViuOf #lombardia #Veneto #EmiliaRomagna pic.twitter.com/vFpE0FauJK
— cgia mestre (@cgiamestre) 14 Febbraio 2015
Il residuo fiscale delle regioni settentrionali - La Lombardia, registra un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi, che in valore pro capite è pari a 5.511 euro. Questo vuol dire che ogni cittadino lombardo (neonati e ultracentenari compresi, ricorda la Cgia) dà in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 euro l'anno. Il Veneto, invece, presenta un saldo positivo pari a 18,2 miliardi (3.733 euro a testa). L'Emilia Romagna, con un residuo di 17,8 miliardi, devolve ben 4.076 euro per ciascun abitante. In Piemonte, che nel rapporto dare/avere elargisce agli altri territori 10,5 miliardi, il residuo fiscale medio per abitante è di 2.418 euro. La Liguria, infine, dà al resto del Paese 1 miliardo di euro, pari a 701 euro per ogni cittadino.
I dati del Centro - Nonostante sia più contenuto rispetto al dato riferito alle realtà del profondo Nord, anche il residuo fiscale di tutte le Regioni del Centro è sempre positivo. La Toscana ha un saldo di 8,3 miliardi, il Lazio di 7,3, le Marche di 2,5 e l'Umbria di 1,1.
Segno meno al Sud - Se, invece, osserviamo i risultati delle Regioni meridionali, la situazione cambia di segno per tutte. La Sicilia ha il peggior saldo tra tutte le 20 Regioni d'Italia: in termini assoluti è pari a -8,9 miliardi di euro, che si traduce in un dato pro capite pari a 1.782 euro. In Calabria, invece, il residuo è pari a -4,7 miliardi di euro (-2.408 euro pro capite), in Sardegna a -4,2 miliardi (-2.566 euro ogni residente), in Campania a -4,1 mld (-714 euro per ciascun abitante) e in Puglia a -3,4 miliardi di euro (-861 euro pro capite).
Cgia: "Sì a solidarietà, ma no ai tagli lineari" - "Voglio sgombrare il campo da qualsiasi fraintendimento - osserva Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia - noi siamo d' accordo che le Regioni più ricche debbano aiutare quelle più in difficoltà. Il principio della solidarietà non è in discussione, ci mancherebbe. Tuttavia - prosegue se, come ha fatto nell'ultimo decennio, lo Stato centrale continuerà nella politica dei tagli lineari, facendo mancare risorse e costringendo le Autonomie locali ad aumentare le tasse, anche al Nord la qualità delle infrastrutture, della sanità, del trasporto pubblico locale e della scuola potrebbe venir meno , alimentando la rabbia e la disaffezione nei confronti della politica nazionale".