Stabilità e Jobs Act, ancora tensione governo-sindacati

Economia
Un momento dello sciopero del 12 dicembre

I dipendenti pubblici protestano contro i tagli previsti dalla manovra: "Rischiano l'esubero 20mila lavoratori a tempo indeterminato". Cilma teso tra esecutivo e parti sociali anche sulla riforma del lavoro. Barbagallo (Uil): "Lotte saranno crescenti"

Resta sempre alta la tensione tra governo e sindacati in materia di riforma del lavoro e legge di stabilità. Dopo un incontro tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti con imprese e sindacati sul Jobs Act, sia dalla Uil che dalla Cgil arriva una bocciatura dell'esecutivo. "Le lotte saranno crescenti in questo paese" dice Carmelo Barbagallo della Uil. Intanto i sindacati dalla Pubblica amministrazione annunciano di essere pronti a occupare le province a oltranza contro la Legge di stabilità.

Sindacati della Pa pronti a occupare le province - "Chiediamo al Parlamento di evitare il peggio, alle Regioni di fare la loro parte", spiegano infatti i segretari generali di Fp-Cgil, Rossana Dettori, di Cisl-Fp, Giovanni Faverin e di Uil-Fpl, Giovanni Torluccio, rilanciando la mobilitazione dei lavoratori delle province "contro il rischio di esuberi per 20mila lavoratori a tempo indeterminato e del licenziamento per oltre 2mila precari". La protesta si estende anche contro i "pesanti tagli previsti in Legge di Stabilità". Tagli che per i sindacati "mettono a rischio il funzionamento dei servizi di area vasta, dalla sicurezza scolastica alla tutela ambientale, passando per la viabilità e le politiche attive sul lavoro".

Barbagallo (Uil): "Le lotte saranno crescenti"
- Clima teso anche a Palazzo Chigi, dove si è svolto l'incontro tra sindacati, imprese e governo sul Jobs Act. Vertice che ha visto la conferma delle chiusure tra rappresentanti dei lavoratori ed esecutivo. "L'impostazione del governo non ci convince e per questo sosteniamo che probabilmente le lotte saranno crescenti in questo paese" ha annunciato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con governo e imprese sul Jobs Act. Prima del vertice, d'altra parte, il ministro Poletti aveva annunciato che sulla riforma del lavoro l'esecutivo era pronto "al dialogo, ma non alla trattativa". Una chiusura registrata anche da Susanna Camusso secondo cui "c'è un atteggiamento indisponibile del governo ad un normale  rapporto con i sindacati e un atteggiamento molto più arretrato del  dialogo sociale che si svolge in Europa".

Camusso: "Verso contratto a monetizzazione crescente"



Poletti: "Incontro interlocutorio" - Più ottimista il ministro del Lavoro Poletti, secondo cui quello di Palazzo Chigi è stato un incontro interlocutorio destinato a proseguire. "Come era stato annunciato, abbiamo incontrato le parti sociali per illustrare le posizioni e raccogliere valutazioni e sollecitazioni utili ai fini del lavoro in atto di stesura dei decreti di attuazione del disegno di legge delega sul lavoro, a partire da quelli relativi al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e alla riforma dell'Aspi - si legge in una nota.  "Il confronto continuerà, per vie formali ed informali, anche in vista della predisposizione dei successivi decreti attuativi".

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