Confindustria: "Ripresa nel 2015, la corruzione vero freno"

Economia

Nel giorno in cui l'associazione annuncia che si costituirà parte civile nel processo su Mafia Capitale, arrivano le nuove stime del Centro Studi. Che ammonisce: "Senza la piaga della corruzione oggi il Pil sarebbe di 300 miliardi in più"

Nel giorno in cui Confindustria annuncia che si costituirà parte civile nel processo su Mafia Capitale (“per tutelare la reputazione delle imprese e la leale concorrenza”), arrivano anche le nuove stime dell’associazione degli industriali italiani sulla nostra economia: tornerà al segno più nel 2015, seppure in modo graduale, per poi accelerare nel 2016. Da Confindustria arriva però anche un ammonimento: la corruzione è un vero freno per il nostro paese.
Il Pil è visto per il 2014 a -0,5% (da -0,4% nella precedente stima di settembre), con un ultimo trimestre in riduzione dello 0,1%. L'economia dovrebbe crescere di mezzo punto nel 2015 e dell'1,1% nel 2016.
La crescita sarà però caratterizzata dal permanere dell'alta disoccupazione che deprime i redditi, l'estrema selettività del credito e l'ampia capacità produttiva inutilizzata che porta Confindustria a stime meno ottimistiche.

La corruzione è "un vero freno per l'economia" - Numeri che si mescolano però anche con la cronaca, le inchieste e il malcostume (VAI ALLO SPECIALE "LE MANI SUL PAESE"). Secondo gli industriali infatti la corruzione è "un vero freno per il progresso economico e civile".  "Se con Mani Pulite l'Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia (-1 punto) - evidenzia il Centro studi di Confindustria - il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più (circa 5mila euro a persona)", in questo arco di oltre venti anni.

Aiuto a economia da diminuzione costo greggio - Quanto alla ripresa del 2015, un aiuto dovrebbe arrivare dalla riduzione del costo del greggio, diminuito di oltre un terzo nelle ultime settimane. Secondo il Centro studi di Confindustria, "ciò comporta il trasferimento di oltre 1.000 miliardi di euro di reddito annuale da un ridottissimo numero di produttori con una enorme ricchezza accumulata a un'ampia platea di consumatori e imprese nei paesi avanzati, con una più ampia propensione alla spesa. Per l'Italia è un guadagno di 14 miliardi annui". In termini di Pil l'impatto "rimane ampiamente positivo: +0,3% sul Pil italiano 2015 e un altro +0,5% nel 2016".

Ripartenza nel 2015 in modo progressivo - La ripartenza dell'economia italiana nel corso del 2015 avverrà in modo progressivo, scrivono gli economisti del Csc, e l'accelerazione nel biennio non raggiungerà ritmi particolarmente sostenuti. "Tuttavia, al momento di chiudere le previsioni, ancora non è chiaro come finirà il 2014 e quindi quale eredità consegnerà al 2015. Gli ultimi dati puntano a una ulteriore, seppur minima (-0,1%), riduzione del Pil nel quarto trimestre", si legge nel rapporto che contiene le nuove stime macroeconomiche del Centro studi di Confindustria (Csc).

Impatto positivo da deprezzamento cambio euro - Oltre alla flessione del costo del barile, per Confindustria avranno impatto positivo sulla crescita italiana anche il deprezzamento del cambio dell'euro (+0,35% sul Pil del prossimo anno e +0,30% aggiuntivo nel successivo), e un maggior dinamismo del commercio globale (+0,2% alla crescita 2015 e +0,1% nel 2016).

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