Istat: disoccupazione al 13,2%. Renzi: "Con noi più lavoro"

Economia

Il tasso di chi cerca un impiego segna +0,3% su base mensile e +1% sull'anno. Tra i giovani disoccupazione al 43,3%. Ministero del Lavoro: 400mila indeterminati in più. Il premier: "Occupati aumentano, anche se poco". Pil resta stagnante nel VI trimestre

Nuovo record per la disoccupazione in Italia. Il tasso ad ottobre è pari al 13,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti nei dodici mesi. Lo comunica nelle sue stime l'Istat, secondo cui si tratta del valore più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977. Vola al 43,3% quella giovanile. Il premier Renzi, intanto, invita a guardare il bicchiere mezzo pieno. Ma a pesare ci sono anche i dati sul Pil, che secondo l'Istat nel quarto trimestre resta stagnante e che per il 2014 sarà a -0.3%.

Renzi: "Occupati aumentano, anche se di poco"
- "Gli occupati stanno aumentando, con più di centomila occupati da febbraio. Ma non basta: siccome negli anni precedenti si è perso un milione di posti di lavoro, per riuscire a recuperare c'è ancora tanto tanto lavoro da fare e lo faremo" ha detto Renzi, commentando i dati da Catania. "Occorre guardare il bicchiere mezzo pieno - ha affermato - perché gli occupati stanno aumentando anche se di poco, rispetto a quello che vogliamo".

Senza lavoro oltre il 13%
- Il tasso di disoccupazione sorpassa così la soglia del 13%, a settembre infatti si era fermato al 12,9% (dato rivisto dall'Istat, rispetto al 12,6 precedentemente comunicato). Nel dettaglio, il tasso di disoccupazione maschile risulta pari al 12,4% (+0,3 punti percentuali su base mensile e +0,9 punti nei dodici mesi); quello femminile raggiunge invece il 14,3% (+0,3 punti rispetto al mese precedente e +1,1 punti su base annua).



Il nuovo aumento della disoccupazione, che si aggiunge a quello di settembre, deriva, nell'ultimo mese, da un calo dell'occupazione a cui si associa una diminuzione dell'inattività, ovvero del tasso di persone 'fuori dal mercato del lavoro', che né hanno né cercano un impiego. Il riversamento degli inattivi nel mercato ha così un contribuito ad un innalzamento della disoccupazione: questo perché chi è entrato non ha trovato ancora un 'posto'.

Diminuiscono gli inattivi - Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce infatti dello 0,2% rispetto al mese precedente (-32 mila) e del 2,5% rispetto a dodici mesi prima (-365 mila). Il tasso di inattività si ferma invece al 35,7%, in discesa di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.

Disoccupazione giovanile al 43,3% - Per quanto riguarda i giovani, i disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono 708mila e il tasso di disoccupazione sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro arriva ormai al 43,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti nel confronto tendenziale. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all'11,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti su base annua.


Ministero Lavoro: 400mila indeterminati in più - Dati sul mercato del lavoro arrivano oggi anche dal ministero dell’Economia che segnala un andamento positivo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari ad oltre 400mila nuovi contratti, con un aumento tendenziale del 7,1% rispetto ad un anno prima, concentrato nei settori dell'industria e dell'agricoltura, mentre diminuiscono gli avviamenti nel settore dei servizi, tranne che nell'istruzione, che presenta più di 17mila nuovi contratti a tempo indeterminato.

L’indicazione emerge da un'anticipazione dei dati forniti dal Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie sull'avviamento di nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato relativi al terzo trimestre del 2014. Complessivamente, gli avviamenti di rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato sono stati 2milioni 474mila, con un aumento del 2,4% rispetto al 3° trimestre del 2013. I rapporti di lavoro a tempo determinato rappresentano circa il 70% dei nuovi contratti, con un incremento dell'1,8% rispetto al terzo trimestre 2013. Questa tipologia contrattuale soddisfa in particolare le esigenze dell'agricoltura per circa 460mila contratti, con un aumento rispetto al terzo trimestre 2013 del 10,6%.

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