L'ascesa delle tavolette digitali rallenta."La luna di miele è finita", dicono alcuni osservatori. "E' la tecnologia che si è diffusa più velocemente nell'elettronica di consumo", replicano altri. E intanto i produttori pensano a future innovazioni
di Raffaele Mastrolonardo
Crisi passeggera o fine della festa? A chiederselo in queste settimane sono parecchi osservatori del mondo dei gadget. L'oggetto del dubbio è rappresentato dai tablet, le tavolette digitali che hanno costituito uno dei maggiori fattori di crescita per i produttori in questi anni ma che, ultimamente, sembrano avere perso un po' di smalto. A suggerirlo sono vari segnali, dai cali di vendite dichiarati da Apple e Samsung alle affermazioni di una grande catena di distribuzione di elettronica di consumo americana che ha parlato di un “crollo” di interesse per questi dispositivi. Logico dunque che gli analisti del mondo hi-tech abbiano iniziato ad interrogarsi e a dividersi sul destino di questa categoria di prodotti “inventata” da Apple nel 2010. C'è chi parla di “fine di un amore” per dispositivi poco utili e chi, invece, li difende invitando ad un approccio meno catastrofista.
Vendite in discesa – Ma partiamo dai numeri. Il rallentamento di iPad e compagnia non è un'opinione. A rivelarlo sono, da un po' di tempo, i dati forniti dai maggiori produttori. Apple, per esempio, nell'ultima trimestrale ha visto calare le vendite di questi gadget del 9,2%: 13,28 milioni unità rispetto ai 14,62 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente. La diminuzione era stata ancora più consistente il trimestre precedente: 16,1%. Secondo quanto affermato dal direttore finanziario di Apple, Luca Maestri, gli iPad continuano a crescere nei mercati emergenti ma si sono fermati in quelli più maturi. Da parte sua, Samsung ha denunciato un calo delle entrate del 2 % citando il rallentamento delle vendite di smartphone e tablet come una della cause. A conferma di questi numeri sono arrivate anche le parole di Hubert Joly, amministratore delegato di BestBuy, grande catena di distribuzione di elettronica di consumo americana. “I tablet sono esplosi ma ora stanno crollando. I volumi sono davvero andati giù negli ultimi mesi”, ha detto in un'intervista. Insomma, qualche problema c'è. E altri indizi rafforzano la sensazione. Per esempio i Pc, da tempo in caduta libera, ultimamente hanno mostrato qualche timido segno di risveglio proprio in corrispondenza dell'empasse dei rivali. Un caso? Secondo IDC no. Le vendite di computer – ha detto la società di analisi e consulenza - caleranno solo del 3,7 % nel 2014 contro le previsioni che le davano in discesa del 6 %, e un legame con le tavolette zoppicanti c'è. “La competizione diretta dei tabet sembra svanire”, ha commentato Loren Loverde di IDC.
"Qualcuno ha davvero bisogno dei tablet?"– Di fronte a questa sequela di indizi c'è chi si è affrettato a scrivere l'epitaffio di iPad e dei suoi emuli, almeno come categoria di dispositivi in grado di trainare un mercato. “La luna di miele è finita”, ha sentenziato Zal Bilimoria della società di Venture Capital Andreessen Horowitz. Per lui i tablet hanno deluso le aspettative perché, in ultima analisi, non soddisfano i bisogni primari dei consumatori. “La grande maggioranza delle centinaia di milioni di persone che usano la tecnologia ogni giorno sono soddisfatte di avere due dispositivi principali: uno per le tasche e uno per la scrivania”. Anche così si spiegano le ultime tendenze: dopo l'entusiasmo iniziale la stasi, arrivata, nota Bilimoria, molto presto. “I Pc ci hanno messo tre decadi a raggiungere la saturazione del mercato, mentre i tablet hanno raggiunto il picco in soli 4 anni”.
Sulla stessa linea d'onda, Peter Bright del magazine Ars Technica, che è arrivato a chiedersi se davvero “qualcuno ha bisogno dei tablet”. Il problema, scrive, è che non sembra che questo categoria di gadget sia in grado di “fornire vendite regolari su fasce di prezzo alte. Sono come il Pc, se ne hai uno non hai molte ragioni per comprarne uno nuovo”.
"Restano strumenti versatili e produttivi" – Non tutti gli osservatori però hanno imboccato la strada dell'interpretazione più funesta. Di fianco agli apocalittici ci sono anche quelli che invitano ad interpretare i numeri con un po' più di calma. Dopo tutto, come nota Walt Mossberg, decano dei giornalisti tecnologici Usa, si tratta pur sempre di una classe di prodotti che ha raggiunto in tempo brevissimo tassi di crescita sconosciuti ai Pc mentre Apple, in soli 4 anni, ha venduto 225 milioni di iPad. I tablet, secondo Mossberg, restano dunque “strumenti produttivi e versatili per consumatori, scuole e aziende e sono meglio, per molte funzioni, di Pc o smartphone”. Anche Horace Dediu di Asymco, uno dei più rispettati analisti hi-tech, invita all'analisi razionale ricordando che stiamo comunque parlando “della nuova tecnologia che si è diffusa più velocemente nella storia dell'elettronica di consumo”.
Le riposte del mercato - Tuttavia, anche i più ottimisti non sanno spiegare cosa sta succedendo. Per Mossberg potrebbe essere che i tablet hanno cicli di sostituzione più vicini a quelli del Pc che a quelli degli smartphone: cioè vengono cambiati ogni tre o quattro anni invece che ogni due o tre. Eppure, come spiega Dediu, un simile improvviso stop resta comunque “incredibile” alla luce della stupefacente crescita recente. “Le curve di diffusione e quelle della logistica non si comportano così”, ha commentato. Dunque, quello che sta accadendo sembra almeno in parte un mistero, cosa non troppo rassicurante per i produttori che, comunque non stanno con le mani in mano. Apple, per esempio, sarebbe pronta al lancio di una versione maggiorata dei suoi iPad: 12,9 pollici contro i 9,7 attuali della linea più grande. Vedremo se servirà per invertire la tendenza.
Crisi passeggera o fine della festa? A chiederselo in queste settimane sono parecchi osservatori del mondo dei gadget. L'oggetto del dubbio è rappresentato dai tablet, le tavolette digitali che hanno costituito uno dei maggiori fattori di crescita per i produttori in questi anni ma che, ultimamente, sembrano avere perso un po' di smalto. A suggerirlo sono vari segnali, dai cali di vendite dichiarati da Apple e Samsung alle affermazioni di una grande catena di distribuzione di elettronica di consumo americana che ha parlato di un “crollo” di interesse per questi dispositivi. Logico dunque che gli analisti del mondo hi-tech abbiano iniziato ad interrogarsi e a dividersi sul destino di questa categoria di prodotti “inventata” da Apple nel 2010. C'è chi parla di “fine di un amore” per dispositivi poco utili e chi, invece, li difende invitando ad un approccio meno catastrofista.
Vendite in discesa – Ma partiamo dai numeri. Il rallentamento di iPad e compagnia non è un'opinione. A rivelarlo sono, da un po' di tempo, i dati forniti dai maggiori produttori. Apple, per esempio, nell'ultima trimestrale ha visto calare le vendite di questi gadget del 9,2%: 13,28 milioni unità rispetto ai 14,62 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente. La diminuzione era stata ancora più consistente il trimestre precedente: 16,1%. Secondo quanto affermato dal direttore finanziario di Apple, Luca Maestri, gli iPad continuano a crescere nei mercati emergenti ma si sono fermati in quelli più maturi. Da parte sua, Samsung ha denunciato un calo delle entrate del 2 % citando il rallentamento delle vendite di smartphone e tablet come una della cause. A conferma di questi numeri sono arrivate anche le parole di Hubert Joly, amministratore delegato di BestBuy, grande catena di distribuzione di elettronica di consumo americana. “I tablet sono esplosi ma ora stanno crollando. I volumi sono davvero andati giù negli ultimi mesi”, ha detto in un'intervista. Insomma, qualche problema c'è. E altri indizi rafforzano la sensazione. Per esempio i Pc, da tempo in caduta libera, ultimamente hanno mostrato qualche timido segno di risveglio proprio in corrispondenza dell'empasse dei rivali. Un caso? Secondo IDC no. Le vendite di computer – ha detto la società di analisi e consulenza - caleranno solo del 3,7 % nel 2014 contro le previsioni che le davano in discesa del 6 %, e un legame con le tavolette zoppicanti c'è. “La competizione diretta dei tabet sembra svanire”, ha commentato Loren Loverde di IDC.
"Qualcuno ha davvero bisogno dei tablet?"– Di fronte a questa sequela di indizi c'è chi si è affrettato a scrivere l'epitaffio di iPad e dei suoi emuli, almeno come categoria di dispositivi in grado di trainare un mercato. “La luna di miele è finita”, ha sentenziato Zal Bilimoria della società di Venture Capital Andreessen Horowitz. Per lui i tablet hanno deluso le aspettative perché, in ultima analisi, non soddisfano i bisogni primari dei consumatori. “La grande maggioranza delle centinaia di milioni di persone che usano la tecnologia ogni giorno sono soddisfatte di avere due dispositivi principali: uno per le tasche e uno per la scrivania”. Anche così si spiegano le ultime tendenze: dopo l'entusiasmo iniziale la stasi, arrivata, nota Bilimoria, molto presto. “I Pc ci hanno messo tre decadi a raggiungere la saturazione del mercato, mentre i tablet hanno raggiunto il picco in soli 4 anni”.
Sulla stessa linea d'onda, Peter Bright del magazine Ars Technica, che è arrivato a chiedersi se davvero “qualcuno ha bisogno dei tablet”. Il problema, scrive, è che non sembra che questo categoria di gadget sia in grado di “fornire vendite regolari su fasce di prezzo alte. Sono come il Pc, se ne hai uno non hai molte ragioni per comprarne uno nuovo”.
"Restano strumenti versatili e produttivi" – Non tutti gli osservatori però hanno imboccato la strada dell'interpretazione più funesta. Di fianco agli apocalittici ci sono anche quelli che invitano ad interpretare i numeri con un po' più di calma. Dopo tutto, come nota Walt Mossberg, decano dei giornalisti tecnologici Usa, si tratta pur sempre di una classe di prodotti che ha raggiunto in tempo brevissimo tassi di crescita sconosciuti ai Pc mentre Apple, in soli 4 anni, ha venduto 225 milioni di iPad. I tablet, secondo Mossberg, restano dunque “strumenti produttivi e versatili per consumatori, scuole e aziende e sono meglio, per molte funzioni, di Pc o smartphone”. Anche Horace Dediu di Asymco, uno dei più rispettati analisti hi-tech, invita all'analisi razionale ricordando che stiamo comunque parlando “della nuova tecnologia che si è diffusa più velocemente nella storia dell'elettronica di consumo”.
Le riposte del mercato - Tuttavia, anche i più ottimisti non sanno spiegare cosa sta succedendo. Per Mossberg potrebbe essere che i tablet hanno cicli di sostituzione più vicini a quelli del Pc che a quelli degli smartphone: cioè vengono cambiati ogni tre o quattro anni invece che ogni due o tre. Eppure, come spiega Dediu, un simile improvviso stop resta comunque “incredibile” alla luce della stupefacente crescita recente. “Le curve di diffusione e quelle della logistica non si comportano così”, ha commentato. Dunque, quello che sta accadendo sembra almeno in parte un mistero, cosa non troppo rassicurante per i produttori che, comunque non stanno con le mani in mano. Apple, per esempio, sarebbe pronta al lancio di una versione maggiorata dei suoi iPad: 12,9 pollici contro i 9,7 attuali della linea più grande. Vedremo se servirà per invertire la tendenza.