L'incertezza sulla ripresa dopo i dati sul Pil e l'esito delle elezioni europee pesano sull'andamento del differenziale, che nel finale ripiega verso 180
di Federico Leardini
Un movimento brusco, che chiama in causa almeno due elementi: l’incertezza sulla ripresa italiana, dopo i dati sul Pil sotto le attese della settimana scorsa e l’esito, anche questa volta incerto, che potranno avere le elezioni europee e gli eventuali riflessi che si vedranno, dopo il 25 maggio sugli equilibri politici parlamentari (LO SPECIALE - LE FOTO - I VIDEO).
Una volatilità figlia del nervossimo: lo spread risale a 200 punti in mattinata - come non accadeva da due mesi - poi ripiega nel pomeriggio, complice l'ottimismo che arriva da Wall street, per chiudere poco sopra 180, dove era martedì sera.
Effetto Pil - Il movimento al rialzo del nostro Spread (e ciò a cui i mercati guardano con maggior attenzione, ossia il rialzo dei rendimenti sui nostri titoli di Stato) è iniziato giovedì scorso, dopo la brusca frenata alla ripresa italiana evidenziata dal -0,1% di crescita del Pil nei primi tre mesi del 2014. Le stime erano per una prosecuzione della risalita, pur timida, vista negli ultimi mesi del 2013. Così non è stato e il nostro mercato obbligazionario, arrivato a festeggiare a inizio mese i minimi storici di rendimento per i nostri titoli di stato, ha subito il colpo. In poche giorni si è passati dal 2,89% del 15 maggio al 3,30% visto oggi. Una risalita di mezzo punto percentuale che rischia di pesare anche sui costi di rifinanziamento del debito, che vedrà la settimana prossima il Tesoro italiano proporre al mercato emissioni su quasi tutte le scadenze.
Effetto politica - A pesare sul momento del mercato, anche la tensione che si percepisce a livello politico. L’esito delle elezioni europee pare quanto mai incerto e anche nelle sale operative si guarda all’esito delle urne, per capire la reale solidità e futuribilità del fronte Noeuro, e si provano ad anticipare gli effetti che un'affermazione degli euroscettici potrebbe comportare a livello continentale.
Cosa ne pensano i mercati - Secondo Nicola Francia, Managing Director di Royal Bank of Scotland "molti operatori si chiedono se quello che sta accadendo sui mercati sia l'inizio di un'inversione di trend, dovuto ad un peggioramento delle prospettive economiche o più semplicemente una correzione di breve termine. Personalmente propendo per il secondo scenario. Ritengo che si tratti di prese di profitto sull'equity ed un allargamento degli spread sui bond, causato da preoccupazioni per le elezioni al Parlamento europeo del prossimo week end. Gli euroscettici sono visti in ascesa in molti paesi europei e potrebbero rappresentare una sorpresa negativa per la stabilità politica dell'Unione e la strada di riforme economiche avviate. Il principale rischio è in Grecia, dove la crisi morde di più ed alimenta consensi nei partiti anti europeisti".
Le mosse della Bce - Mercati che rischiano di rimanere agitati almeno fino a fine mese, quindi, in attesa che la prossima riunione della Bce faccia capire come Mario Draghi darà corpo alla ripresa dell’Eurozona. Infatti, conclude Nicola Francia "l’incertezza derivante dalle elezioni Europee, potrebbe essere un evento catalizzatore che, accompagnato da dati economici deboli, spingerà la BCE ad accelerare le decisioni sulle prossime mosse di politica monetaria. Inoltre, l'abbondante liquidità sul mercato, offre garanzie che non assisteremo a nuovi situazioni di emergenza o panico sui mercati".
Un movimento brusco, che chiama in causa almeno due elementi: l’incertezza sulla ripresa italiana, dopo i dati sul Pil sotto le attese della settimana scorsa e l’esito, anche questa volta incerto, che potranno avere le elezioni europee e gli eventuali riflessi che si vedranno, dopo il 25 maggio sugli equilibri politici parlamentari (LO SPECIALE - LE FOTO - I VIDEO).
Una volatilità figlia del nervossimo: lo spread risale a 200 punti in mattinata - come non accadeva da due mesi - poi ripiega nel pomeriggio, complice l'ottimismo che arriva da Wall street, per chiudere poco sopra 180, dove era martedì sera.
Effetto Pil - Il movimento al rialzo del nostro Spread (e ciò a cui i mercati guardano con maggior attenzione, ossia il rialzo dei rendimenti sui nostri titoli di Stato) è iniziato giovedì scorso, dopo la brusca frenata alla ripresa italiana evidenziata dal -0,1% di crescita del Pil nei primi tre mesi del 2014. Le stime erano per una prosecuzione della risalita, pur timida, vista negli ultimi mesi del 2013. Così non è stato e il nostro mercato obbligazionario, arrivato a festeggiare a inizio mese i minimi storici di rendimento per i nostri titoli di stato, ha subito il colpo. In poche giorni si è passati dal 2,89% del 15 maggio al 3,30% visto oggi. Una risalita di mezzo punto percentuale che rischia di pesare anche sui costi di rifinanziamento del debito, che vedrà la settimana prossima il Tesoro italiano proporre al mercato emissioni su quasi tutte le scadenze.
Effetto politica - A pesare sul momento del mercato, anche la tensione che si percepisce a livello politico. L’esito delle elezioni europee pare quanto mai incerto e anche nelle sale operative si guarda all’esito delle urne, per capire la reale solidità e futuribilità del fronte Noeuro, e si provano ad anticipare gli effetti che un'affermazione degli euroscettici potrebbe comportare a livello continentale.
Cosa ne pensano i mercati - Secondo Nicola Francia, Managing Director di Royal Bank of Scotland "molti operatori si chiedono se quello che sta accadendo sui mercati sia l'inizio di un'inversione di trend, dovuto ad un peggioramento delle prospettive economiche o più semplicemente una correzione di breve termine. Personalmente propendo per il secondo scenario. Ritengo che si tratti di prese di profitto sull'equity ed un allargamento degli spread sui bond, causato da preoccupazioni per le elezioni al Parlamento europeo del prossimo week end. Gli euroscettici sono visti in ascesa in molti paesi europei e potrebbero rappresentare una sorpresa negativa per la stabilità politica dell'Unione e la strada di riforme economiche avviate. Il principale rischio è in Grecia, dove la crisi morde di più ed alimenta consensi nei partiti anti europeisti".
Le mosse della Bce - Mercati che rischiano di rimanere agitati almeno fino a fine mese, quindi, in attesa che la prossima riunione della Bce faccia capire come Mario Draghi darà corpo alla ripresa dell’Eurozona. Infatti, conclude Nicola Francia "l’incertezza derivante dalle elezioni Europee, potrebbe essere un evento catalizzatore che, accompagnato da dati economici deboli, spingerà la BCE ad accelerare le decisioni sulle prossime mosse di politica monetaria. Inoltre, l'abbondante liquidità sul mercato, offre garanzie che non assisteremo a nuovi situazioni di emergenza o panico sui mercati".