Bce, ecco le prossime mosse di politica monetaria

Economia

Taglio del costo del denaro quasi a zero, taglio del tasso sui depositi sotto lo zero, no all'acquisto di titoli di Stato, forse un nuovo mega prestito alle banche: sono le misure allo studio di Francoforte per dare spinta all'economia dell'Eurozona

di Vittorio Eboli

Taglio del costo del denaro quasi a zero, taglio del tasso sui depositi sotto lo zero, no all'acquisto di titoli di Stato, forse un nuovo mega prestito alle banche. Sono le mosse di politica monetaria che la Banca centrale europea sta preparando per la riunione di giugno: le ha promesse, tra le righe, il governatore Mario Draghi qualche giorno fa nel corso della conferenza stampa che tradizionalmente segue il meeting del direttivo, senza entrare nello specifico; le svela ora, una ad una, l'agenzia Reuters, citando fonti interne all'istituto centrale di Francoforte.

Le tre molle - Prima del dettaglio, il senso. La Bce vuole dare un'altra spinta all'economia dell'Eurozona (che è ripartita, ma non certo a pieni giri) usando tre molle: facilitare l’ancora farraginosa circolazione del credito verso imprese e famiglie, raffreddare il super-euro (che zavorra le esportazioni) e bloccare il rischio deflazione, perché una discesa troppo marcata dei prezzi al consumo può generare una spirale negativa sulla produzione e sui consumi stessi. Tre mosse per dare scacco matto alla recessione, quindi - parola che dalle parti di Francoforte, e non solo, nessuno vuole più sentire.

Tassi d'interesse - Anzitutto il taglio dei tassi d'interesse. Già al minimo storico dello 0,25 per cento dal novembre scorso, potrebbe scendere, se non proprio a zero, a qualcosa che gli assomiglia molto: si parla di una sforbiciata di 10 o 20 punti base, si andrebbe quindi a 0,10%-0,05%, con la speranza di incrementare la circolazione della massa monetaria e di ottenere, a cascata, un miglioramento dei tassi che le banche applicano a prestiti e mutui (se mi finanzio sul mercato a un costo minore, posso erogare a costi minori).

Tasso di deposito - E poi c'è il tasso di deposito, da sforbiciare. È quanto le banche della zona Euro percepiscono quando lasciano in deposito i loro soldi presso la Bce, spesso anche per periodi di tempo molto brevi: per scoraggiare questo tipo di "parcheggio", e indurre invece le banche a investire quegli stessi soldi nell'economia reale, Francoforte ha già azzerato questo tipo di tasso. Ora è pronto a portarlo in negativo, ossia a farsi pagare qualcosa per tenere quelle somme nei suoi forzieri.

Titolo di Stato - Le fonti Reuters smentiscono l'inizio di un vero e proprio "quantitative easing", ossia un programma di acquisto di titoli di Stato e altri asset in stile Federal reserve. Una svolta all'americana non ci sarà, quindi. Francoforte, ma questa soluzione è ancora allo studio, potrebbe riproporre l'operazione Ltro, sigla che identifica i due maxi prestiti alle banche, a tasso molto agevolato, messi in campo a cavallo tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 per quasi mille miliardi complessivi. Un'altra inondazione di banconote per provare a dare un ricostituente all'economia europea.

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