Era atteso come un cda chiave e invece quella tra i consiglieri dell’ex compagnia di bandiera è stata una riunione interlocutoria. Sul tavolo il dossier sulla fusione con gli arabi. Restano da sciogliere alcuni nodi, come esuberi e revisione delle rotte
Era atteso come un cda chiave e invece si è risolto in un aggiornamento ai consiglieri sullo stato dei rapporti con Etihad. Facendo crescere il sospetto che la trattativa tra Alitalia e la compagnia degli Emirati Arabi, da cui si attende una decisione sull'investimento nell'ex compagnia di bandiera, dopo il primo scambio di missive dei giorni scorsi stia prendendo una strada in salita.
Bocche cucite e comunicato scarno - È stato un consiglio d'amministrazione breve rispetto a passate riunioni (durato circa due ore) e illustrato con un comunicato di cinque righe, in cui Etihad è relegata solo all'ultima riga e mezzo: "L'amministratore delegato ha inoltre illustrato ai consiglieri lo stato delle relazioni con Etihad, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti". Un comunicato forse volutamente stringato, per una scelta di riservatezza da parte delle due compagnie. E qualcuno si chiede se l'uso della parola "relazioni" anziché "trattative" possa significare qualcosa. Nessuna indicazione si è riuscita a estrapolare nemmeno ai consiglieri usciti dalla riunione, che hanno lasciato il quartier generale di Fiumicino con le bocche cucite.
Negoziati al via tre mesi fa – A quasi tre mesi dall'inizio dei negoziati tra le due compagnie (il 2 febbraio hanno comunicato formalmente l'avvio della fase finale della due diligence) e dopo che finalmente mercoledì scorso Abu Dhabi ha comunicato le proprie condizioni per investire (con un'iniezione che dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 milioni, di cui circa 400 con aumento di capitale) e il giorno successivo Alitalia ha inviato la propria risposta, si attende ora di capire quale decisione prenderà la compagnia degli Emirati Arabi.
I nodi da sciogliere - I nodi sul tappeto sono molti. E non di facile soluzione. Innanzitutto Etihad chiede altri sacrifici sul piano degli esuberi, dopo l'accordo di metà febbraio che ha permesso di gestire 1.900 esuberi con cig a rotazione e solidarietà: la richiesta arriverebbe fino a 3.100 esuberi, ma si potrebbe fermare a 2.500-2.700 e, con gli strumenti che potrebbe mettere in campo il Governo, i numeri potrebbero ridursi a circa un migliaio. Secondo le indiscrezioni, inoltre, la richiesta ad Alitalia sarebbe di arrivare su questo ad un pre-accordo con i sindacati. C'è poi il problema del debito, con gli arabi che vorrebbero rinegoziarlo per 400 milioni, ma bisogna capire se Intesa e Unicredit siano disponibili a venire incontro a questa richiesta. Ci sono poi le condizioni infrastrutturali, su cui verrebbe chiesto un impegno del Governo, come la liberalizzazione degli slot di Linate e l'alta velocità per raggiungere Fiumicino, oltre alla riduzione degli spazi lasciati alle compagnie low cost. Secondo indiscrezioni, infine, all'accordo sarebbe legata anche la richiesta di aprire ad un possibile investimento il capitale di Adr (gestore degli aeroporti di Roma) e questa richiesta potrebbe interessare circa il 20% della società ora controllata da Atlantia.
Conti in “miglioramento” - Una notizia positiva per Alitalia arriva dai conti: il cda ha esaminato l'andamento economico gestionale dei primi mesi del 2014, che mostrano un "miglioramento" rispetto al 2013 "in linea con le previsioni del piano".
Bocche cucite e comunicato scarno - È stato un consiglio d'amministrazione breve rispetto a passate riunioni (durato circa due ore) e illustrato con un comunicato di cinque righe, in cui Etihad è relegata solo all'ultima riga e mezzo: "L'amministratore delegato ha inoltre illustrato ai consiglieri lo stato delle relazioni con Etihad, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti". Un comunicato forse volutamente stringato, per una scelta di riservatezza da parte delle due compagnie. E qualcuno si chiede se l'uso della parola "relazioni" anziché "trattative" possa significare qualcosa. Nessuna indicazione si è riuscita a estrapolare nemmeno ai consiglieri usciti dalla riunione, che hanno lasciato il quartier generale di Fiumicino con le bocche cucite.
Negoziati al via tre mesi fa – A quasi tre mesi dall'inizio dei negoziati tra le due compagnie (il 2 febbraio hanno comunicato formalmente l'avvio della fase finale della due diligence) e dopo che finalmente mercoledì scorso Abu Dhabi ha comunicato le proprie condizioni per investire (con un'iniezione che dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 milioni, di cui circa 400 con aumento di capitale) e il giorno successivo Alitalia ha inviato la propria risposta, si attende ora di capire quale decisione prenderà la compagnia degli Emirati Arabi.
I nodi da sciogliere - I nodi sul tappeto sono molti. E non di facile soluzione. Innanzitutto Etihad chiede altri sacrifici sul piano degli esuberi, dopo l'accordo di metà febbraio che ha permesso di gestire 1.900 esuberi con cig a rotazione e solidarietà: la richiesta arriverebbe fino a 3.100 esuberi, ma si potrebbe fermare a 2.500-2.700 e, con gli strumenti che potrebbe mettere in campo il Governo, i numeri potrebbero ridursi a circa un migliaio. Secondo le indiscrezioni, inoltre, la richiesta ad Alitalia sarebbe di arrivare su questo ad un pre-accordo con i sindacati. C'è poi il problema del debito, con gli arabi che vorrebbero rinegoziarlo per 400 milioni, ma bisogna capire se Intesa e Unicredit siano disponibili a venire incontro a questa richiesta. Ci sono poi le condizioni infrastrutturali, su cui verrebbe chiesto un impegno del Governo, come la liberalizzazione degli slot di Linate e l'alta velocità per raggiungere Fiumicino, oltre alla riduzione degli spazi lasciati alle compagnie low cost. Secondo indiscrezioni, infine, all'accordo sarebbe legata anche la richiesta di aprire ad un possibile investimento il capitale di Adr (gestore degli aeroporti di Roma) e questa richiesta potrebbe interessare circa il 20% della società ora controllata da Atlantia.
Conti in “miglioramento” - Una notizia positiva per Alitalia arriva dai conti: il cda ha esaminato l'andamento economico gestionale dei primi mesi del 2014, che mostrano un "miglioramento" rispetto al 2013 "in linea con le previsioni del piano".