Def, Istat: da sconto Irpef 714 euro a famiglie povere

Economia
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Da misure su Fisco effetto positivo sul Pil dello 0,2%. Il taglio del 10% dell'Irap dovrebbe riguardare 620mila imprese. Dal 2008 al 2013 perdita di quasi 1 milione di occupati. Bankitalia: ripresa debole

Il taglio dell'Irpef a cui lavora il governo si dovrebbe tradurre in un beneficio medio di 714 euro per le famiglie più povere. Lo dice l'Istat simulando gli effetti redistributivi della manovra fiscale che il governo dovrebbe approvare venerdì 18 aprile. Il beneficio, misurato come minore imposta in rapporto al reddito della famiglia di appartenenza dei beneficiari, passa dal 3,4% del quinto di reddito più povero (ottenuto ordinando le famiglie in base al reddito equivalente e dividendole in cinque gruppi di pari numerosità) allo 0,7% del quinto di reddito più ricco.

Da sconto Irpef 714 euro in più a famiglie povere - "In valore assoluto, il guadagno medio annuo per beneficiario è pari a 714 euro per le famiglie più povere del primo quinto, 796 euro per le famiglie del secondo, 768 euro per quelle del terzo quinto, 696 per quelle del quarto quinto e 451 per le famiglie più ricche", dice il presidente dell'Istituto di statistica Antonio Golini nel corso di un'audizione alla Camera sul Documento di economia e finanza (Def).

Da misure su fisco benefici per 11,3 mld euro anno - Più in generale, stima l'Istituto di Statistica, le misure del Def produrranno un effetto positivo sul Pil dello 0,2% e sul fisco per 11,3 miliardi all'anno. Quanto al taglio del 10% dell'Irap, dovrebbe riguardare 620mila imprese, due su tre delle società considerate; i beneficiari saranno soprattutto le imprese medio-grandi manifatturiere del nord. Golini, ricorda però, che "dal 2008 al 2013 la perdita è stata di quasi 1 milione di occupati (-984.000 pari al 4,2%)" e spiega che che le differenze territoriali si sono amplificate col Mezzogiorno che rispetto al 2008 ha registrato un calo del 9% contro il 2,4% del Nord.

Bankitalia, ripresa resta fragile
- Ma per riassorbire la disoccupazione serve una crescita robusta, dice invece durante l'audizione alla Camera il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, sottolineando la necessità che "prosegua il graduale miglioramento  delle aspettative delle imprese e delle famiglie". "Il 2014 - aggiunge - si è aperto con un quadro macroeconomico in lento miglioramento e con primi segnali di ripresa della domanda interna: consumi, investimenti. La ripresa resta fragile".

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