Il gruppo milanese ha acquisito il 100% dell'azienda siciliana produttrice dell'omonimo amaro e titolare dei marchi Braulio, Limoncetta e Frattina. La strategia? Rafforzarsi all'estero. Fredda la risposta del mercato
di Federico Leardini
Comprare un'eccellenza italiana per rafforzarsi sui mercati internazionali. Sembra essere questa la strategia che ha spinto Campari a comprare per 103,75 milioni lo storico gruppo siciliano Fratelli Averna. E la conferma arriva dall'amministratore delegato del gruppo milanese, Bob Kuntze Concewitz: "Con l'acquisto del gruppo Averna continuiamo ad accrescere il nostro portafoglio di prodotti premium” per generare “massa critica” nei grandi mercati dell’Europa centrale e “potenziale di crescita” negli Usa. Obiettivi che trovano conforto nei numeri di Averna, dal momento che i prodotti della casa siciliana sono particolarmente apprezzati all’estero: il 35% delle vendite è fuori dai confini nazionali e il 60% di queste in Germania e Austria. Consolidare la presenza in Europa, quindi, con un occhio attento al mercato d’oltreoceano.
Il mercato Usa - Negli ultimi anni la tendenza del mercato nordamericano è stata chiara, come conferma il numero uno di Campari "c’è un interesse sempre crescente da parte dei mixologisti e dei consumatori statunitensi, verso i liquori e gli amari italiani". Tesi che trova forza nei numeri societari degli ultimi anni, che vedono Campari sempre più forte sul mercato americano: nel 2013, il 40,9% delle vendite del gruppo venivano da nord e sud America e il singolo mercato degli Usa è stato il secondo per volumi, dietro l’Italia. Presenza, peraltro, accresciuta di recente dall’acquisto, il mese scorso, del gruppo canadese del Whisky Forty Creek, per 120,5 milioni di euro.
Le rivali - Ma non è solo l’azienda italiana a muoversi, nell’effervescente mercato del Wine and Spirit. Se, con l’acquisto di Averna, Campari mira a guadagnare posizioni, dal sesto attuale, nella classifica globale dei leader del settore. Il primo gruppo al mondo, l’inglese Diageo, ha presentato un'offerta da quasi 1 miliardo e 400 milioni di euro per garantirsi il controllo di United Spirits, il maggior gruppo indiano di alcolici.
La reazione di Piazza Affari - Piuttosto fredda la risposta del mercato: Campari chiude con un calo superiore al punto percentuale. Fin qui il 2014 è stato un anno in chiaroscuro, a Piazza Affari, col titolo che paga un allarme sui margini di profitto annunciato a marzo, e una debolezza di tutto il settore, che non sembra fra i favoriti degli investitori in questi primi mesi dell’anno. Decisamente più positive le reazioni delle case d’affari italiane: unanime promozione da parte degli analisti per l’operazione, che viene ritenuta apprezzabile sia dal punto di vista finanziario che per l’arricchimento del portafoglio marchi del gruppo.
Comprare un'eccellenza italiana per rafforzarsi sui mercati internazionali. Sembra essere questa la strategia che ha spinto Campari a comprare per 103,75 milioni lo storico gruppo siciliano Fratelli Averna. E la conferma arriva dall'amministratore delegato del gruppo milanese, Bob Kuntze Concewitz: "Con l'acquisto del gruppo Averna continuiamo ad accrescere il nostro portafoglio di prodotti premium” per generare “massa critica” nei grandi mercati dell’Europa centrale e “potenziale di crescita” negli Usa. Obiettivi che trovano conforto nei numeri di Averna, dal momento che i prodotti della casa siciliana sono particolarmente apprezzati all’estero: il 35% delle vendite è fuori dai confini nazionali e il 60% di queste in Germania e Austria. Consolidare la presenza in Europa, quindi, con un occhio attento al mercato d’oltreoceano.
Il mercato Usa - Negli ultimi anni la tendenza del mercato nordamericano è stata chiara, come conferma il numero uno di Campari "c’è un interesse sempre crescente da parte dei mixologisti e dei consumatori statunitensi, verso i liquori e gli amari italiani". Tesi che trova forza nei numeri societari degli ultimi anni, che vedono Campari sempre più forte sul mercato americano: nel 2013, il 40,9% delle vendite del gruppo venivano da nord e sud America e il singolo mercato degli Usa è stato il secondo per volumi, dietro l’Italia. Presenza, peraltro, accresciuta di recente dall’acquisto, il mese scorso, del gruppo canadese del Whisky Forty Creek, per 120,5 milioni di euro.
Le rivali - Ma non è solo l’azienda italiana a muoversi, nell’effervescente mercato del Wine and Spirit. Se, con l’acquisto di Averna, Campari mira a guadagnare posizioni, dal sesto attuale, nella classifica globale dei leader del settore. Il primo gruppo al mondo, l’inglese Diageo, ha presentato un'offerta da quasi 1 miliardo e 400 milioni di euro per garantirsi il controllo di United Spirits, il maggior gruppo indiano di alcolici.
La reazione di Piazza Affari - Piuttosto fredda la risposta del mercato: Campari chiude con un calo superiore al punto percentuale. Fin qui il 2014 è stato un anno in chiaroscuro, a Piazza Affari, col titolo che paga un allarme sui margini di profitto annunciato a marzo, e una debolezza di tutto il settore, che non sembra fra i favoriti degli investitori in questi primi mesi dell’anno. Decisamente più positive le reazioni delle case d’affari italiane: unanime promozione da parte degli analisti per l’operazione, che viene ritenuta apprezzabile sia dal punto di vista finanziario che per l’arricchimento del portafoglio marchi del gruppo.