Dal Cdm via libera alla privatizzazione di Poste e Enav

Economia

Il decreto prevede in entrambi i casi la cessione di quote "non di controllo". Ok anche al testo che disciplina il rientro dei capitali dall'estero. Letta: "Soldi andranno a riduzione delle tasse sul lavoro"

Il Consiglio dei ministri ha varato i due decreti che avviano la procedura per mettere sul mercato fino al 40% di Poste italiane e fino al 49% di Enav: un'operazione che potrebbe avvenire anche in più fasi, con cui si punta a incassare fino a 5,8 miliardi di euro, mantenendo però saldamente in mano pubblica il controllo delle due società. "In entrambi i casi - ha infatti spiegato il premier Enrico Letta in conferenza stampa - si tratta della cessione di quote non di controllo".

Poste ed Enav, prima tranche di privatizzazioni - L'esecutivo ha dunque impresso una forte accelerazione a un programma che, come ha spiegato il premier Enrico Letta, vede in rampa di lancio anche altre operazioni, annunciate già a fine novembre, "che consentiranno all'Italia di presentare un percorso di riduzione del debito, la prima del nostro Paese dopo 6 anni di crescita continuata". A quantificare la somma che dovrebbe entrare nelle casse dello Stato con la cessione di quote "non di controllo" è stato il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni: la valutazione di Poste, ha illustrato, varia tra i 10 e 12 miliardi e la privatizzazione del 40% varierà quindi "tra 4 e 4,8 miliardi". Per l'Enav, per la quale potrebbe anche essere scelta la strada della trattativa diretta con potenziali interessati, la valutazione è invece di 1,8-2 miliardi, "quindi il 49% che si vuole vendere vale circa 1 miliardo". In totale, se tutto andra' come previsto, si tratta quindi di quasi 6 miliardi da destinare alla riduzione dell'immensa montagna di debito pubblico

Ok al decreto per il rientro dei capitali - Il Consiglio dei ministri ha approvato anche il decreto legge che disciplina la collaborazione volontaria per l'emersione dei capitali detenuti illecitamente all'estero. "Abbiamo dato il via libera all'operazione trasparenza ed emersione dei capitali all'estero", ha detto Letta, aggiungendo che il governo vuole destinare gli incassi dell'operazione "alla riduzione delle tasse sul lavoro" e che il rientro di capitali si baserà sull'autodenuncia e non sull'anonimato.
"L'accordo è vicino" aveva affermato nel pomeriggio da Davos il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. VIDEO.

Discussione sulle detrazioni spostata in delega fiscale - Il Cdm è intervenuto infine su "quattro questioni urgenti immediate di natura fiscale". Tra queste, quella che riguarda le detrazioni fiscali. "Spostiamo dentro la sede propria, che è l'attuazione della delega fiscale, la discussione sulle detrazioni, altrimenti sarebbe stato un provvedimento estemporaneo", ha detto il premier Enrico Letta.  Il decreto rinvia inoltre di tre mesi, al 16 maggio, il termine di versamento per i contributi all'Inail, un'operazione che mantiene temporaneamente in circolo nell'economia "2 miliardi" di liquidità.

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