Legge di stabilità, Letta: "Tre miliardi per la crescita"

Economia

Tra le norme previste nella bozza del collegato alla manovra l'azzeramento dei costi per il trasferimento dei conti correnti, finanziamenti a chi fa ricerca e per la digitalizzazione. Il premier: "Niente aspettative eccessive, ma si inverte la marcia"

Dopo sei mesi di "continua corsa ad ostacoli", per il governo e il Parlamento comincia "una trasvolata atlantica" nella quale "non vediamo ancora i grattacieli di New York ma la direzione è giusta". Il premier Enrico Letta riunisce l'assemblea parlamentare del Pd per invitare tutti a non avere "eccessive aspettative" ma al tempo stesso a contribuire ad una legge di stabilità che puo' segnare "un'inversione di marcia" per far tornare a crescere il paese.

Tre miliardi per la crescita
- In un momento di grande fibrillazione dentro e tra i partiti di maggioranza, Letta chiede sostegno al suo partito, dimostrando che la prudenza e la politica del "passo dopo passo" può portare l'Italia fuori dalla crisi. Perché, "per la prima volta da anni - rivendica il premier - possiamo fare un bilancio senza dover partire da un primo capitolo di tagli per ridurre il rapporto tra deficit-pil" nel rispetto dei parametri Ue, come invece hanno dovuto fare Francia e Spagna. Anzi "abbiamo un capitolo di 3 miliardi di euro che possiamo utilizzare per la crescita" proprio grazie alla virtuosita' dei conti.  Un riferimento alla possibilità, concessa proprio ai Paesi virtuosi che restano all'interno del 3% del rapporto deficit/pil, di deviare temporaneamente la traiettoria di discesa del deficit verso il pareggio di bilancio nominale e che permetterebbe all'Italia di restare piu' vicina alla soglia del 3% anche nel 2014. Un "bonus", ha concluso Letta, "cui si aggiunge il cofinanziamento" dell'Ue.  

Tenere conto della fragilità politica
- Un bonus, è convinto Letta, che deve rilanciare la crescita e tenere alta la guardia nelle politiche contro la disoccupazione. Certo, ricorda il premier, "dobbiamo tenere conto della fragilità" politica in Italia e "economica" anche in Europa come dimostra il fatto che fino a tre mesi fa "non avrei parlato di euro forte". Una situazione che richiede "coraggio" e Letta da parte sua assicura: "Io ce lo metto tutto ma chi governa oggi l'Italia deve dimostrare molta molta serietà e responsabilità". Quanto alle modifiche per "migliorare" la legge di stabilità, alle quali Letta è disponibile, il premier accenna ad alcune modifiche ma lascia, come annunciato, la parola al Parlamento. Al tempo stesso, però, difende una manovra che "per la prima volta non taglia la sanità e avvia una discesa della spesa fiscale per famiglie ed imprese". "Per la prima volta ci sarà finalmente il segno + sulla crescita", rivendica Letta, che ricorda inoltre come "la legge di stabilità non è come la vecchia finanziaria, non è l'unico veicolo in cui far viaggiare le nostre proposte per la crescita; la legge di stabilità ha un contenuto più limitato".

Verranno venduta quote di società pubbliche
- In un mese e mezzo, il premier chiama a obiettivi che "non sono rivoluzioni ma obiettivi ragionevoli" che permetterebbero di chiudere "il 2014 facendo scendere deficit, spesa, debito, tasse e disoccupazione con la ripresa della crescita". Concentrandosi sui contenuti della legge di stabilità - non un cenno alla spinosa questione della seconda rata Imu e la conferma che, a latere della manovra, "cederemo quote di minoranza di società pubbliche" - il premier definisce "significativa" la cifra stanziata per il cuneo e ipotizza due strade per l'utilizzo: o restringendo la platea o "dire che faremo una riduzione forte quando ritornano le risorse, per esempio dalla Svizzera", e in questo caso i 5 miliardi potranno essere utilizzati per spese sociali. La trasvolata è cominciata ma, avverte Letta, attenzione perché"scorciatoie e scelte avventate non sarebbero da persone serie".

Le principali norme nella bozza
- All'interno della bozza del collegato della legge di stabilità esaminata dal preconsiglio dei ministri le principali norme prevedeno l'azzeramento delle spese per il trasferimento dei conti correnti da una banca all'altra e una norma taglia bollette che dovrebbe ridurre le quote pagate per gli incentivi sulle rinnovabili. Il governo dovrà inoltre presentare ogni anno un programma per la politica industriale. Viene inoltre introdotto un credito d'imposta per le imprese che investono in ricerca e sviluppo e finanziamenti a fondo perduto per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese. La bozza prevede il rilancio delle Siiq (società di investimeno immobiliare quotate) che, introdotte nel 2006, non hanno avuto la diffusione sperata e vengono introdotte misure per contrastare la crisi dell'editoria.

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