Il socio pubblico sarebbe pronto a sottoscrivere l'aumento di capitale. Soddisfazione da Palazzo Chigi che avverte: "Necessaria revisione del piano industriale". Intanto il presidente dell’Enac avverte: “Senza ricapitalizzazione non può reggere”
Poste italiane potrebbe essere il socio pubblico scelto dal governo per il salvataggio di Alitalia. Il gruppo guidato da Massimo Sarmi sarebbe pronto a sottoscrivere l'aumento di capitale per una quota pari a 75 milioni.
La manovra finanziaria complessiva per il salvataggio ammonta a 500 mln, di cui 300 di aumento di capitale e 200 di linee di credito da parte delle banche. I soci attuali dovrebbero sottoscrivere una quota che si attesterebbe intorno ai 150 mln di euro, di cui 75 verrebbero versati da Air France; l'inoptato sarebbe coperto da un consorzio di garanzia. L'ipotesi di Poste, controllata al 100% dal Tesoro, è spuntata dopo la convocazione di Sarmi a Palazzo Chigi. Si tratterebbe di una "soluzione intermedia", insomma un'altra operazione ponte che dovrà essere varata dal cda convocato per venerdì.
Soddisfazione da parte del governo - In una nota pubblicata sul sito di Palazzo Chigi, il governo "esprime soddisfazione per la volontà di Poste SpA di partecipare, come importante partner industriale, all’aumento di capitale di Alitalia". "L’apporto finanziario di Poste - si legge ancora - è in grado di conferire le risorse per raggiungere la ricapitalizzazione necessaria ad assicurare gli attuali servizi". Il comunicato spiega inoltre che "la cooperazione, anche azionaria, tra settori dei servizi postali, di logistica ed aerei trova numerosi precedenti europei ed internazionali, ad esempio in Francia e Germania". L'esecutivo però sottolinea anche che "sono necessarie una profonda revisione del Piano industriale e l’adozione nei tempi più rapidi del nuovo Piano da parte dei nuovi organi societari."
Lupi: "Ora integrazione con Air France da una posizione di parità" - "Ce l'abbiamo fatta". Esprime soddisfazione il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi per l'accordo trovato su Alitalia. "Abbiamo lavorato intensamente in queste settimane per ottenere questo risultato". "Ora l'integrazione con il partner straniero può essere affronta da posizioni di parità - continua il ministro - con una attenta valutazione del piano industriale che va profondamente rivisto, anche tenendo conto del fatto che l'entrata di Poste nel capitale di Alitalia è fattore essenziale della necessaria discontinuità e insieme della stabilizzazione dell'azionariato".
Zanonato: "Aspettiamo il cda" - In precedenza il ministro Zanonato, intervendo alla registrazione della trasmissione Porta a Porta si era mostrato più prudente e aveva invitato ad "aspettare che domani decida il Cda", spiegando di non poter "anticipare cose che conosco e su cui deve decidere il Consiglio di Alitalia". "Il governo - ha aggiunto - si è fortemente impegnato perché ci sia una ricapitalizzazione che è la condizione per fare un serio e rigoroso piano industriale che consenta alla compagnia di superare questa fase in cui non produce reddito".
Vito Riggio (Enac): "Senza ricapitalizzazione Alitalia resta a terra" - Intanto il presidente dell’Enac, Vito Riggio, lancia un avvertimento: senza una ricapitalizzazione in Cda "sabato Alitalia rimarrà a Terra". Riggio, intervenuto a Sky TG24 Economia (VIDEO), aggiunge che la verifica indispensabile per non intervenire in tal senso "è sull'ipotesi prospettata che domani ci sia una ricapitalizzazione di almeno 300 milioni più un prestito bancario da 200 milioni".
Quindi, spiega Riggio, senza ricapitalizzazione, "credo che dopodomani siano loro che ci vengono a portare la licenza, perché la compagnia è in difficoltà. Noi davanti a un'ipotesi così drammatica dobbiamo prendere atto che non ci sono gli estremi e le condizioni per andare avanti".
Il presidente dell'Enac, quindi, conclude: "Per scaramanzia non lo voglio dire, ma il regolamento è chiaro: se una compagnia non ha fondi per fare fronte agli impegni non c'è alternativa".
La manovra finanziaria complessiva per il salvataggio ammonta a 500 mln, di cui 300 di aumento di capitale e 200 di linee di credito da parte delle banche. I soci attuali dovrebbero sottoscrivere una quota che si attesterebbe intorno ai 150 mln di euro, di cui 75 verrebbero versati da Air France; l'inoptato sarebbe coperto da un consorzio di garanzia. L'ipotesi di Poste, controllata al 100% dal Tesoro, è spuntata dopo la convocazione di Sarmi a Palazzo Chigi. Si tratterebbe di una "soluzione intermedia", insomma un'altra operazione ponte che dovrà essere varata dal cda convocato per venerdì.
Soddisfazione da parte del governo - In una nota pubblicata sul sito di Palazzo Chigi, il governo "esprime soddisfazione per la volontà di Poste SpA di partecipare, come importante partner industriale, all’aumento di capitale di Alitalia". "L’apporto finanziario di Poste - si legge ancora - è in grado di conferire le risorse per raggiungere la ricapitalizzazione necessaria ad assicurare gli attuali servizi". Il comunicato spiega inoltre che "la cooperazione, anche azionaria, tra settori dei servizi postali, di logistica ed aerei trova numerosi precedenti europei ed internazionali, ad esempio in Francia e Germania". L'esecutivo però sottolinea anche che "sono necessarie una profonda revisione del Piano industriale e l’adozione nei tempi più rapidi del nuovo Piano da parte dei nuovi organi societari."
Lupi: "Ora integrazione con Air France da una posizione di parità" - "Ce l'abbiamo fatta". Esprime soddisfazione il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi per l'accordo trovato su Alitalia. "Abbiamo lavorato intensamente in queste settimane per ottenere questo risultato". "Ora l'integrazione con il partner straniero può essere affronta da posizioni di parità - continua il ministro - con una attenta valutazione del piano industriale che va profondamente rivisto, anche tenendo conto del fatto che l'entrata di Poste nel capitale di Alitalia è fattore essenziale della necessaria discontinuità e insieme della stabilizzazione dell'azionariato".
Zanonato: "Aspettiamo il cda" - In precedenza il ministro Zanonato, intervendo alla registrazione della trasmissione Porta a Porta si era mostrato più prudente e aveva invitato ad "aspettare che domani decida il Cda", spiegando di non poter "anticipare cose che conosco e su cui deve decidere il Consiglio di Alitalia". "Il governo - ha aggiunto - si è fortemente impegnato perché ci sia una ricapitalizzazione che è la condizione per fare un serio e rigoroso piano industriale che consenta alla compagnia di superare questa fase in cui non produce reddito".
Vito Riggio (Enac): "Senza ricapitalizzazione Alitalia resta a terra" - Intanto il presidente dell’Enac, Vito Riggio, lancia un avvertimento: senza una ricapitalizzazione in Cda "sabato Alitalia rimarrà a Terra". Riggio, intervenuto a Sky TG24 Economia (VIDEO), aggiunge che la verifica indispensabile per non intervenire in tal senso "è sull'ipotesi prospettata che domani ci sia una ricapitalizzazione di almeno 300 milioni più un prestito bancario da 200 milioni".
Quindi, spiega Riggio, senza ricapitalizzazione, "credo che dopodomani siano loro che ci vengono a portare la licenza, perché la compagnia è in difficoltà. Noi davanti a un'ipotesi così drammatica dobbiamo prendere atto che non ci sono gli estremi e le condizioni per andare avanti".
Il presidente dell'Enac, quindi, conclude: "Per scaramanzia non lo voglio dire, ma il regolamento è chiaro: se una compagnia non ha fondi per fare fronte agli impegni non c'è alternativa".