Rehn ammonisce l'Italia: "Dati non buoni, serve stabilità"
EconomiaDopo il monito della Bce sul deficit arriva quello della Ue. Il commissario agli Affari economici avverte: "Per assicurare la ripresa è essenziale evitare instabilità". Letta: "Rispetteremo la soglia del 3%" nel rapporto deficit-Pil
"Gli ultimi dati economici sull'Italia non sono buoni, per assicurare il ritorno della ripresa è essenziale la stabilità politica". Il monito arriva dal commissario Ue agli affari economici Olli Rehn, che entrando all'Eurogruppo ha risposto così a chi gli chiedeva se fosse preoccupato per la situazione politica italiana. Rehn ha comunque espresso "piena fiducia nel governo di Enrico Letta" (VIDEO).
"L'Italia è scossa da turbolenze politiche, siamo tutti consapevoli che il governo di recente ha preso chiari impegni e sta andando avanti, ma ora è importante che eviti l'instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche, perché questo è quello che le serve", ha detto Rehn. Soprattutto "perché abbiamo visto gli ultimi dati dell'Italia che non sono buoni", riferendosi al calo del Pil del secondo trimestre (-0,2%) pubblicato dall'Eurostat.
Il monito della Bce - Sulla stessa linea di pensiero anche il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, secondo cui: "Per l'Italia la cosa più importante è la stabilità politica". Gli avvertimenti dell'Ue arrivano dopo gli allarmi lanciati dalla Bce. Nella giornata di giovedì, Francoforte ha reso noti i dati mensili che hanno evidenziato una graduale ripresa dell'economia europea ma un parallelo peggioramento del fabbisogno italiano che mette in pericolo il raggiungimento del disavanzo al 2,9% del Pil per il 2013.
Letta: "Rispetteremo tetto del 3%" - Dopo il monito dell'Europa arrivano le rassicurazioni del premier Letta: "Ci sono tutte le condizioni perché non si sfori il 3%" (del rapporto deficit-Pil, ndr), dunque l'impegno è che "terremo i conti sotto il 3%" ha detto il presidente del Consiglio Enrico al termine di una vista al cantiere di Expo 2015. (VIDEO). "Il debito è un incubo per chi governa il Paese in questo momento. Il debito è mangiarsi il futuro, vuol dire risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli" ha inoltre detto il premier alla Settimana sociale dei cattolici italiani, commentando gli ultimi dati della Bce.
I dati sul debito - Le parole di Letta arrivano nello stesso giorno in cui la Banca d'Italia diffonde i nuovi dati sul debito pubblico. A luglio si registra una diminuzione: il debito è attestato a 2.072,863 miliardi di euro, in calo di 2,3 miliardi rispetto al mese precedente. Nei primi sette mesi dell'anno, però, il debito pubblico è cresciuto di 84,2 miliardi rispetto alla fine del 2012.
Saccomanni: Deficit/Pil entro 3% in 2013 non è in discussione - Anche il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni assicura, durante la conferenza stampa al termine della prima giornata di lavori dell'Ecofin, che il rispetto dei parametri del 3% di deficit "non è in discussione". E sulle risposte date ai ministri dell'Ue dice che sull'Imu "c'è un po' di non piena comprensione e li ho rassicurati". "C'è la tendenza superficiale a dire non avete rispettato l'indicazione di tassare gli immobili. Ho spiegato che ci sarà la Service Tax"
E sulla ripresa: "A livello europeo si prende nota che la ripresa dell'economia europea è visibile ma ancora fragile in particolare l'ultimo dato della produzione industriale è stato negativo non solo in Italia ma anche in Europa in generale".
"L'Italia è scossa da turbolenze politiche, siamo tutti consapevoli che il governo di recente ha preso chiari impegni e sta andando avanti, ma ora è importante che eviti l'instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche, perché questo è quello che le serve", ha detto Rehn. Soprattutto "perché abbiamo visto gli ultimi dati dell'Italia che non sono buoni", riferendosi al calo del Pil del secondo trimestre (-0,2%) pubblicato dall'Eurostat.
Il monito della Bce - Sulla stessa linea di pensiero anche il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, secondo cui: "Per l'Italia la cosa più importante è la stabilità politica". Gli avvertimenti dell'Ue arrivano dopo gli allarmi lanciati dalla Bce. Nella giornata di giovedì, Francoforte ha reso noti i dati mensili che hanno evidenziato una graduale ripresa dell'economia europea ma un parallelo peggioramento del fabbisogno italiano che mette in pericolo il raggiungimento del disavanzo al 2,9% del Pil per il 2013.
Letta: "Rispetteremo tetto del 3%" - Dopo il monito dell'Europa arrivano le rassicurazioni del premier Letta: "Ci sono tutte le condizioni perché non si sfori il 3%" (del rapporto deficit-Pil, ndr), dunque l'impegno è che "terremo i conti sotto il 3%" ha detto il presidente del Consiglio Enrico al termine di una vista al cantiere di Expo 2015. (VIDEO). "Il debito è un incubo per chi governa il Paese in questo momento. Il debito è mangiarsi il futuro, vuol dire risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli" ha inoltre detto il premier alla Settimana sociale dei cattolici italiani, commentando gli ultimi dati della Bce.
I dati sul debito - Le parole di Letta arrivano nello stesso giorno in cui la Banca d'Italia diffonde i nuovi dati sul debito pubblico. A luglio si registra una diminuzione: il debito è attestato a 2.072,863 miliardi di euro, in calo di 2,3 miliardi rispetto al mese precedente. Nei primi sette mesi dell'anno, però, il debito pubblico è cresciuto di 84,2 miliardi rispetto alla fine del 2012.
Saccomanni: Deficit/Pil entro 3% in 2013 non è in discussione - Anche il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni assicura, durante la conferenza stampa al termine della prima giornata di lavori dell'Ecofin, che il rispetto dei parametri del 3% di deficit "non è in discussione". E sulle risposte date ai ministri dell'Ue dice che sull'Imu "c'è un po' di non piena comprensione e li ho rassicurati". "C'è la tendenza superficiale a dire non avete rispettato l'indicazione di tassare gli immobili. Ho spiegato che ci sarà la Service Tax"
E sulla ripresa: "A livello europeo si prende nota che la ripresa dell'economia europea è visibile ma ancora fragile in particolare l'ultimo dato della produzione industriale è stato negativo non solo in Italia ma anche in Europa in generale".