Secondo l'Istituto di statistica, a luglio le esportazioni hanno registrato un meno 2% rispetto al mese precedente. Il surplus è arrivato comunque a 2,8 miliardi. Cina e Russia i mercati più dinamici e, tra i settori, è boom dell'agroalimentare. I DATI
A luglio l'export fuori dall'Unione è sceso di due punti percentuali rispetto a giugno. L'import, invece, è salito dell'1,6%. Lo calcola l'Istat, aggiungendo che l'avanzo commerciale con i Paesi extra Ue è arrivato comunque a 2,8 miliardi di euro, quasi uno in più rispetto allo stesso mese del 2012. Merito soprattutto dell'agroalimentare. Quanto ai mercati, sono cresciute le esportazioni verso l'Asia.
Gli ultimi dati - Nonostante un calo del 2% su base mensile, nel periodo gennaio-luglio la tendenza dell'export extra Ue è rimasta positiva (+3,2%). In più, a luglio il surplus commerciale ha raggiunto quota 2,8 miliardi. Così, il saldo dei primi sette mesi dell'anno è di 10,5 miliardi, contro un disavanzo di 3,6 nello stesso intervallo del 2012.
I mercati e i prodotti - A luglio i principali partner commerciali verso cui si è registrato un aumento dell'export sono Cina (+23,4%), Russia (+17,2%) e Giappone (+16,4%). In calo soprattutto Svizzera (-9,5%) e Turchia (-7,8%), meno gli Stati Uniti (-0,3%).
Quanto ai prodotti, i più colpiti dal segno meno sono stati i beni di consumo durevoli (-7,4%) e quelli intermedi (-3,8%), mentre l'energia ha conosciuto una crescita a doppia cifra.
Il boom dell'agroalimentare - A trainare il surplus di quasi 3 miliardi sono stati cibi e bevande, le cui esportazioni sono salite del 12% fuori dall'Unione. Lì è stato realizzato oltre un terzo del fatturato dei prodotti agroalimentari diretti all’estero nel 2013. È quanto emerge da un'analisi Coldiretti sulle statistiche Istat sul tema relative ai primi cinque mesi dell'anno.
Il vero record, precisa la Confederazione italiana agricoltori in merito agli stessi numeri dell'Istituto di statistica, è a Pechino, in Russia e negli Stati Uniti. Tra gennaio e maggio l’export di vino, pasta, olio e formaggi verso la Cina è aumentato del 22,9%. Quello dei prodotti freschi dell’agricoltura addirittura del 65,3.
A portare avanti il tricolore nel mondo è soprattutto il vino: le vendite all’estero potrebbero sfiorare i 5 miliardi a fine anno. Frutta e verdura, che già ne valgono circa 4, hanno ancora un importante margine di crescita, visto che la domanda mondiale è passata da 70 a 170 miliardi di dollari in pochi anni.
Gli ultimi dati - Nonostante un calo del 2% su base mensile, nel periodo gennaio-luglio la tendenza dell'export extra Ue è rimasta positiva (+3,2%). In più, a luglio il surplus commerciale ha raggiunto quota 2,8 miliardi. Così, il saldo dei primi sette mesi dell'anno è di 10,5 miliardi, contro un disavanzo di 3,6 nello stesso intervallo del 2012.
I mercati e i prodotti - A luglio i principali partner commerciali verso cui si è registrato un aumento dell'export sono Cina (+23,4%), Russia (+17,2%) e Giappone (+16,4%). In calo soprattutto Svizzera (-9,5%) e Turchia (-7,8%), meno gli Stati Uniti (-0,3%).
Quanto ai prodotti, i più colpiti dal segno meno sono stati i beni di consumo durevoli (-7,4%) e quelli intermedi (-3,8%), mentre l'energia ha conosciuto una crescita a doppia cifra.
Il boom dell'agroalimentare - A trainare il surplus di quasi 3 miliardi sono stati cibi e bevande, le cui esportazioni sono salite del 12% fuori dall'Unione. Lì è stato realizzato oltre un terzo del fatturato dei prodotti agroalimentari diretti all’estero nel 2013. È quanto emerge da un'analisi Coldiretti sulle statistiche Istat sul tema relative ai primi cinque mesi dell'anno.
Il vero record, precisa la Confederazione italiana agricoltori in merito agli stessi numeri dell'Istituto di statistica, è a Pechino, in Russia e negli Stati Uniti. Tra gennaio e maggio l’export di vino, pasta, olio e formaggi verso la Cina è aumentato del 22,9%. Quello dei prodotti freschi dell’agricoltura addirittura del 65,3.
A portare avanti il tricolore nel mondo è soprattutto il vino: le vendite all’estero potrebbero sfiorare i 5 miliardi a fine anno. Frutta e verdura, che già ne valgono circa 4, hanno ancora un importante margine di crescita, visto che la domanda mondiale è passata da 70 a 170 miliardi di dollari in pochi anni.