Disoccupazione, Cna: "A fine anno a rischio 400mila posti"
EconomiaSecondo il centro studi della Confederazione dell'artigianato, entro dicembre 2013 gli italiani che non hanno lavoro potrebbero arrivare a 3 milioni e mezzo. Nei primi sei mesi dell'anno 548 milioni di ore di cassa integrazione
A fine 2013 gli italiani che non hanno un lavoro potrebbero arrivare a quota a tre milioni e mezzo: 400mila in più dei 3 milioni e 100mila di oggi. La stima è del Centro studi Cna secondo la quale per l'occupazione è 'allarme rosso'.
Nei primi 6 mesi sono state autorizzate 548 milioni di ore di Cig. E a giugno il numero degli occupati in Italia - circa 22 milioni e mezzo - ha raggiunto il valore più basso del nuovo secolo.
"Senza una decisa e tangibile inversione di tendenza che faccia ripartire effettivamente lo sviluppo, la situazione sociale del nostro Paese può diventare critica" spiega la confederazione degli artigiani.
548 milioni di ore di cassa integrazione - L'analisi Cna accende i riflettori sui 548 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate nei primi sei mesi del 2013, con un incremento consistente (+4,6%) sul 2012, toccando il livello più alto a partire dal 2009. "Un dato particolarmente preoccupante: se queste ore fossero interamente utilizzate - sottolinea - si tradurrebbero nella perdita di circa 322mila posti di lavoro". A peggiorare il quadro, sempre nel primo semestre dell'anno, le pessime condizioni generali del mercato del lavoro: rispetto allo stesso periodo 2012 l'occupazione si è ridotta di 407mila unità (-1,8%).
Nel frattempo, il numero dei disoccupati è salito del 16,4%, a quota 431mila unità. A fine giugno scorso, il numero dei lavoratori occupati (22,5 milioni circa), ha raggiunto il valore più basso del nuovo secolo, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato il livello record del 12,1%, con oltre tre milioni di 'senza lavoro'.
Male i giovani e le donne - Numeri da brivido, sottolinea la Cna, soprattutto per le donne, con il 12,9% di disoccupate) e giovani, tra i quali la media dei senza lavoro tocca addirittura il 39,1%. Le costruzioni e l'industria continuano a essere i settori maggiormente colpiti.
Le ore di Cig autorizzate nelle costruzioni sono aumentate del 13,7%; nell'industria del 6,4%. Negli ultimi 5 anni i due settori hanno perso un numero equivalente di addetti, rispettivamente 370mila e 362mila unità.
Nei primi 6 mesi sono state autorizzate 548 milioni di ore di Cig. E a giugno il numero degli occupati in Italia - circa 22 milioni e mezzo - ha raggiunto il valore più basso del nuovo secolo.
"Senza una decisa e tangibile inversione di tendenza che faccia ripartire effettivamente lo sviluppo, la situazione sociale del nostro Paese può diventare critica" spiega la confederazione degli artigiani.
548 milioni di ore di cassa integrazione - L'analisi Cna accende i riflettori sui 548 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate nei primi sei mesi del 2013, con un incremento consistente (+4,6%) sul 2012, toccando il livello più alto a partire dal 2009. "Un dato particolarmente preoccupante: se queste ore fossero interamente utilizzate - sottolinea - si tradurrebbero nella perdita di circa 322mila posti di lavoro". A peggiorare il quadro, sempre nel primo semestre dell'anno, le pessime condizioni generali del mercato del lavoro: rispetto allo stesso periodo 2012 l'occupazione si è ridotta di 407mila unità (-1,8%).
Nel frattempo, il numero dei disoccupati è salito del 16,4%, a quota 431mila unità. A fine giugno scorso, il numero dei lavoratori occupati (22,5 milioni circa), ha raggiunto il valore più basso del nuovo secolo, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato il livello record del 12,1%, con oltre tre milioni di 'senza lavoro'.
Male i giovani e le donne - Numeri da brivido, sottolinea la Cna, soprattutto per le donne, con il 12,9% di disoccupate) e giovani, tra i quali la media dei senza lavoro tocca addirittura il 39,1%. Le costruzioni e l'industria continuano a essere i settori maggiormente colpiti.
Le ore di Cig autorizzate nelle costruzioni sono aumentate del 13,7%; nell'industria del 6,4%. Negli ultimi 5 anni i due settori hanno perso un numero equivalente di addetti, rispettivamente 370mila e 362mila unità.