Dopo la rivelazione del bug che avrebbe coinvolto milioni di iscritti, si riapre il dibattito sulla profilazione spinta che il social network potrebbe fare dei suoi iscritti. Intanto, dopo i video per Instagram, è atteso il lancio di un news-reader
Un "baco" che ha rivelato le informazioni private di 6 milioni di utenti. Il ritorno del dibattito dei cosiddetti "profili ombra". Cittadini europei che chiedono maggiore chiarezza sulla partecipazione del social network al programma Prism. Ma anche il lancio di nuovi prodotti chiacchierati ormai da tempo, come il reader per la consultazione delle notizie online.
Non passa giorno senza che Facebook non si ritrovi sotto i riflettori. E nelle ultime settimane è capitato non solo per l'arrivo di servizi attesi come gli hashtag, i video su Instagram o il nuovo reader in stile Flipboard, ma anche per i tasti dolenti della privacy e della sicurezza delle informazioni dei suoi iscritti.
6 milioni di account compromessi - Ad ammetterlo è stata la stessa Facebook, prima con un comunicato e poi con un messaggio inviato ai diretti interessati: quando si scarica l'archivio personale del proprio profilo Facebook si possono visualizzare anche le email e i numeri di telefono di amici che non hanno mai condiviso queste informazioni. Si tratta di un "baco" di sicurezza che ha riguardato 6 milioni di account e che, come ha poi spiegato il colosso di Menlo Park, sarebbe stato causato dal sistema di suggerimento di nuovi amici. Attraverso questa funzionalità, infatti, la nostra rubrica viene caricata sui server di Facebook che poi la utilizza per generare suggerimenti mirati. "Il bug - spiegano dal social network - ha fatto in modo che gli indirizzi e-mail e i numeri di telefono usati per generare questi suggerimenti di amicizia venissero memorizzati negli account Facebook degli utenti". E così chi in passato ha scaricato il proprio archivio, nella sezione contatti ha potuto trovare anche email e numeri che i diretti interessati non avevano mai condiviso. Nel messaggio che Facebook ha inviato agli utenti colpiti dal baco è stato notificato anche il numero di amici che hanno scaricato l'archivio e che, quindi, potrebbero essere in possesso delle informazioni private. In realtà, come poi hanno messo in luce gli esperti di sicurezza di Packet Storm Security i numeri potrebbero essere molto più grandi di quelli comunicati da Facebook.
I profili ombra - Ma la questione che sta alimentando i maggiori dibattiti è comunque un'altra. E riguarda i cosiddetti "profili ombra" (shadow profiles) di cui si parla ormai da tempo. Secondo diversi osservatori, l'ultimo baco confermerebbe che Facebook sta realizzando una profilazione spinta degli utenti non solo a partire dalle informazioni condivise volontariamente (interessi, status, like), ma anche da quelle acquisite in altri modi (come, appunto, la rubrica telefonica). Come era già stato evidenziato nel 2010, tutti questi dati potrebbero essere utilizzati da Facebook per molto tempo e in diversi modi, con evidenti rischi per la sicurezza: "E' ora pubblicamente conclamato che Facebook possiede tutte queste informazioni correlate. Ora potrà ottenerle chiunque è interessato (governi, ma anche criminali), sia in maniera legale che illegale", hanno sottolineato gli esperti di Packet Storm Securuty.
Europe vs. Facebook - I "profili ombra" erano stati presi di mira già nell'agosto del 2011 da Max Schrems, fondatore del gruppo di pressione Europe vs. Facebook, con un esposto presentato alle autorità irlandesi (paese dove il social network ha la sede legale per l'Europa) sottolineando sette diversi motivi per cui sarebbero illegali. Tra questi c'è anche il mancato consenso degli interessati, che le leggi per la privacy del vecchio continente garantiscono sempre ai propri cittadini in caso di informazioni personali. Nei giorni scorsi Max Schrems ha presentato un altro esposto alle autorità europee per avere maggiore chiarezza sulle informazioni condivise da società come Facebook con le autorità statunitensi nell'ambito del programma Prism.
Un reader all'orizzonte? - In tutto ciò Facebook non smette di sfornare nuovi prodotti per i propri iscritti. Dopo il lancio degli hashtag e dei video per Instagram, la prossima mossa potrebbe essere un news-reader. E, cioè, un'applicazione per la lettura personalizzata delle notizie sui dispositivi mobile, in stile Flipboard o Google Currents. L'indiscrezione è arrivata nei giorni scorsi dal Wall Street Journal, secondo cui il colosso di Menlo Park starebbe lavorando da più di un anno su questo progetto. L'obiettivo sarebbe "spingere gli utenti a spendere sempre più tempo sui dispositivi mobile e così visualizzare anche più pubblicità". Facebook non è l'unico colosso web a puntare su questo genere di applicazioni. Nei mesi scorsi LinkedIN ha sborsato 90 milioni di dollari per acquisire Pulse, une delle prime app per la consultazione delle notizie su dispositivi mobili.
Non passa giorno senza che Facebook non si ritrovi sotto i riflettori. E nelle ultime settimane è capitato non solo per l'arrivo di servizi attesi come gli hashtag, i video su Instagram o il nuovo reader in stile Flipboard, ma anche per i tasti dolenti della privacy e della sicurezza delle informazioni dei suoi iscritti.
6 milioni di account compromessi - Ad ammetterlo è stata la stessa Facebook, prima con un comunicato e poi con un messaggio inviato ai diretti interessati: quando si scarica l'archivio personale del proprio profilo Facebook si possono visualizzare anche le email e i numeri di telefono di amici che non hanno mai condiviso queste informazioni. Si tratta di un "baco" di sicurezza che ha riguardato 6 milioni di account e che, come ha poi spiegato il colosso di Menlo Park, sarebbe stato causato dal sistema di suggerimento di nuovi amici. Attraverso questa funzionalità, infatti, la nostra rubrica viene caricata sui server di Facebook che poi la utilizza per generare suggerimenti mirati. "Il bug - spiegano dal social network - ha fatto in modo che gli indirizzi e-mail e i numeri di telefono usati per generare questi suggerimenti di amicizia venissero memorizzati negli account Facebook degli utenti". E così chi in passato ha scaricato il proprio archivio, nella sezione contatti ha potuto trovare anche email e numeri che i diretti interessati non avevano mai condiviso. Nel messaggio che Facebook ha inviato agli utenti colpiti dal baco è stato notificato anche il numero di amici che hanno scaricato l'archivio e che, quindi, potrebbero essere in possesso delle informazioni private. In realtà, come poi hanno messo in luce gli esperti di sicurezza di Packet Storm Security i numeri potrebbero essere molto più grandi di quelli comunicati da Facebook.
I profili ombra - Ma la questione che sta alimentando i maggiori dibattiti è comunque un'altra. E riguarda i cosiddetti "profili ombra" (shadow profiles) di cui si parla ormai da tempo. Secondo diversi osservatori, l'ultimo baco confermerebbe che Facebook sta realizzando una profilazione spinta degli utenti non solo a partire dalle informazioni condivise volontariamente (interessi, status, like), ma anche da quelle acquisite in altri modi (come, appunto, la rubrica telefonica). Come era già stato evidenziato nel 2010, tutti questi dati potrebbero essere utilizzati da Facebook per molto tempo e in diversi modi, con evidenti rischi per la sicurezza: "E' ora pubblicamente conclamato che Facebook possiede tutte queste informazioni correlate. Ora potrà ottenerle chiunque è interessato (governi, ma anche criminali), sia in maniera legale che illegale", hanno sottolineato gli esperti di Packet Storm Securuty.
Europe vs. Facebook - I "profili ombra" erano stati presi di mira già nell'agosto del 2011 da Max Schrems, fondatore del gruppo di pressione Europe vs. Facebook, con un esposto presentato alle autorità irlandesi (paese dove il social network ha la sede legale per l'Europa) sottolineando sette diversi motivi per cui sarebbero illegali. Tra questi c'è anche il mancato consenso degli interessati, che le leggi per la privacy del vecchio continente garantiscono sempre ai propri cittadini in caso di informazioni personali. Nei giorni scorsi Max Schrems ha presentato un altro esposto alle autorità europee per avere maggiore chiarezza sulle informazioni condivise da società come Facebook con le autorità statunitensi nell'ambito del programma Prism.
Un reader all'orizzonte? - In tutto ciò Facebook non smette di sfornare nuovi prodotti per i propri iscritti. Dopo il lancio degli hashtag e dei video per Instagram, la prossima mossa potrebbe essere un news-reader. E, cioè, un'applicazione per la lettura personalizzata delle notizie sui dispositivi mobile, in stile Flipboard o Google Currents. L'indiscrezione è arrivata nei giorni scorsi dal Wall Street Journal, secondo cui il colosso di Menlo Park starebbe lavorando da più di un anno su questo progetto. L'obiettivo sarebbe "spingere gli utenti a spendere sempre più tempo sui dispositivi mobile e così visualizzare anche più pubblicità". Facebook non è l'unico colosso web a puntare su questo genere di applicazioni. Nei mesi scorsi LinkedIN ha sborsato 90 milioni di dollari per acquisire Pulse, une delle prime app per la consultazione delle notizie su dispositivi mobili.