Lavoro, allarme della Cisl: "Altri 123mila posti a rischio"

Economia

Il rapporto del sindacato: esuberi anche in aree considerate "protette", come ministeri, impieghi statali e settore bancario. Il segretario Bonanni: “Il 2 giugno? C’è poco da festeggiare. Rischiamo di diventare una Repubblica fondata sul non lavoro”

Altri 123mila posti di lavoro a rischio nel 2013, dopo 674mila persi in 5 anni: tra 2008 e 2014 il Paese ha perso il 2,4% di occupazione, il 6% di Pil, il 4,3% di consumi famiglie, il 20% degli investimenti. Il giorno dopo il monito della Cgil e le promesse di Enrico Letta in tema di lavoro e occupazione, è la Cisl a lanciare un nuovo allarme in un rapporto sull'industria.
"Rischiamo di diventare una Repubblica fondata sul non lavoro", commenta Raffaele Bonanni, segretario del sindacato.

A rischio in 300mila se si considera la Cig - Negli ultimi cinque anni nell'industria sono già andati persi 674 mila posti e altri 123 mila sono a rischio nel 2013. Numero che potrebbe salire ad almeno 300 mila se si considera la cassa integrazione ordinaria. E' un vero e proprio bollettino di guerra quello tracciato dal Rapporto Cisl "Industria, contrattazione e mercato del lavoro", diffuso dalla Confederazione di Via Po. Secondo i dati della Cisl, dal 2008 al 2012 in Italia si è perso il 2,4% dell'occupazione, il 6% del Pil, il 4,3% dei consumi delle famiglie, il 20% degli investimenti. Solo le esportazioni hanno mantenuto i volumi del 2008. Inoltre, l'industria, con meno 415.485 occupati, ha perso l'8,3%, le costruzioni, con meno 259.293 occupati, hanno perso il 13,2% degli addetti.

Esuberi anche in aree considerate “solide” - Annunciano esuberi o eccedenze anche aree considerate solidamente "protette" come Ministeri (7.576), Enel (4.000), Poste (oltre 3.000), Finmeccanica-Selex (2.529), settore bancario  (20.000 posti di lavoro persi tra il 2008 e il 2011, altri 20.000 a rischio fino al 2017). La conferma come il presunto recinto di "protezione" dei contratti standard sia sempre più messo in discussione. Secondo l'annuale Rapporto elaborato dal Dipartimento industria della Cisl, la stima dei lavoratori equivalenti a forte rischio occupazionale per l'industria e le costruzioni tocca già le 123.130 unità. Ma questo dato non tiene conto della Cassa Ordinaria e si basa sul cosiddetto "tiraggio" (il rapporto fra le ore autorizzate e quelle effettivamente utilizzate dalle imprese) di Cigs e Cigd. Dato che i lavoratori equivalenti sono considerati a zero ore di lavoro, e stante le pratiche di rotazione dei lavoratori in cassa, i lavoratori effettivi a forte rischio occupazionale sono in numero molto maggiore, almeno il doppio dei lavoratori equivalenti.

Bonanni: “Dati drammatici, serve shock fiscale” - “Oggi è il 2 giugno, una ricorrenza importante. Ma c'è poco da festeggiare", dice il leader Cisl, Raffaele Bonanni, commentando il rapporto. "Dati così drammatici" sul lavoro che "possiamo aggiungere solo che rischiamo di diventare una Repubblica fondata sul non lavoro". Quindi Bonanni avverte: "Occorre uno shock fiscale, un provvedimento straordinario per dimezzare le tasse, far ripartire la nostra economia, sollevare i salari ed i consumi”. Possiamo uscire dalla crisi, dice il segretario generale della Cgil, "se ci sarà, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Napolitano l'impegno di tutti e il massimo della coesione nazionale".

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