Secondo l’Istat, nel mese di aprile gli accordi scaduti sono diventati in totale 51, di cui 15 appartenenti alla Pubblica amministrazione. In rialzo dello 0,3% le retribuzioni rispetto al mese di marzo, mentre torna in calo la fiducia dei consumatori
Sono quasi sei milioni i dipendenti ancora in attesa di un rinnovo di contratto. E’ il dato, riferito al mese di aprile, reso noto dall’Istat. In particolare, sono 51 gli accordi che aspettano di essere rinnovati, di cui 15 appartenenti alla Pubblica amministrazione, per un totale di 5,9 milioni di dipendenti (2,9 nel pubblico), pari al 45,7% nel totale dell’economia e al 29,8% del settore privato. Un dato in aumento rispetto a marzo a causa della scadenza di nove accordi (a fronte del recepimento di due intese). L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 26,5 mesi per l'insieme degli occupati e di 13,2 mesi per quelli del settore privato.
Sul fronte più generale delle retribuzioni contrattuali, le rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica evidenziano, nel mese di aprile, una crescita dello 0,3% rispetto a marzo e dell'1,4% su base annua. Il rialzo tendenziale torna così, per la prima volta da agosto 2010, sopra l'inflazione, precipitata proprio ad aprile all'1,1%.
Torna in calo invece, nel mese di maggio, la fiducia dei consumatori che nel mese di aprile aveva registrato un rialzo. L'indice è sceso a 85,9 da 86,3 del mese precedente. Il ribasso è dovuto al peggioramento degli aspetti relativi al quadro economico dell'Italia e alla componente dell'indice riferita al clima futuro. Negli ultimi mesi la fiducia dei consumatori ha oscillato, agli aumenti hanno fatto seguito delle diminuzioni e viceversa, con un trend che quindi resta ancora confuso, anche se l'indice staziona sempre su livelli bassi. Nel dettaglio, fa sapere l'Istat, la componente riferita al quadro economico passa da 73,3 a 70,5, mentre aumenta quella relativa al clima personale o familiare, che sale da 90,5 a 92. Il clima corrente, ovvero sulla situazione attuale, risulta fermo a quota 90,1, invece quello futuro diminuisce da 80,8 a 80,6. A livello territoriale l'indice del clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest e scende nel resto del Paese.
Sul fronte più generale delle retribuzioni contrattuali, le rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica evidenziano, nel mese di aprile, una crescita dello 0,3% rispetto a marzo e dell'1,4% su base annua. Il rialzo tendenziale torna così, per la prima volta da agosto 2010, sopra l'inflazione, precipitata proprio ad aprile all'1,1%.
Torna in calo invece, nel mese di maggio, la fiducia dei consumatori che nel mese di aprile aveva registrato un rialzo. L'indice è sceso a 85,9 da 86,3 del mese precedente. Il ribasso è dovuto al peggioramento degli aspetti relativi al quadro economico dell'Italia e alla componente dell'indice riferita al clima futuro. Negli ultimi mesi la fiducia dei consumatori ha oscillato, agli aumenti hanno fatto seguito delle diminuzioni e viceversa, con un trend che quindi resta ancora confuso, anche se l'indice staziona sempre su livelli bassi. Nel dettaglio, fa sapere l'Istat, la componente riferita al quadro economico passa da 73,3 a 70,5, mentre aumenta quella relativa al clima personale o familiare, che sale da 90,5 a 92. Il clima corrente, ovvero sulla situazione attuale, risulta fermo a quota 90,1, invece quello futuro diminuisce da 80,8 a 80,6. A livello territoriale l'indice del clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest e scende nel resto del Paese.