Emoticon, pubblicità, politica: le nuove mosse di Facebook
EconomiaIl social network di Mark Zuckerberg è più attivo che mai: ha appena lanciato un nuovo programma di pubblicità personalizzata, sta per introdurre le faccine, sperimenta messaggini a pagamento. E prova pure a farsi sentire a Washington
di Raffaele Mastrolonardo
Chi si ferma è perduto. La celebre battuta di Totò di questi tempi sembra adattarsi bene a Facebook e al suo fondatore, Mark Zuckerberg. Dopo avere lanciato Home, la super-app che trasforma i telefonini Android in dispositivi social, il gigante del web americano continua a sfornare e sperimentare novità. Nel giro di pochi giorni sono stati rivelati, nell'ordine, messaggi a pagamento per chi vuole contattare utenti celebri, un nuovo sistema di pubblicità ultra-personalizzata e l'arrivo degli emoticon, faccine che presto accompagneranno gli aggiornamenti di stato. Infine, ciliegina sulla torta, Zuckerberg ha dato ufficialmente il via all'annunciato gruppo di pressione politica per la riforma delle regole sull'immigrazione americane sancendo così la sua entrata in grande stile nel dibattito pubblico a stelle e strisce. Tutte queste innovazioni non toccheranno tanto presto gli utenti italiani (alcune forse mai) ma sono comunque indicazioni sulla direzione intrapresa da Facebook nel sempre più competitivo mercato online.
Dai like agli acquisti – Nella ridda di annunci e indiscrezioni, almeno dal punto di vista del business, il più importante riguarda il nuovo sistema di pubblicità personalizzata partito il 10 aprile scorso negli Stati Uniti. Da quel giorno Facebook offre agli inserzionisti informazioni sui gusti e le abitudini degli utenti molto più comprensive. I dati su quello che le persone fanno o gradiscono sul social network sono infatti incrociati, come ha spiegato il Wall Street Journal, con statistiche acquistate da terze parti: per esempio, spese effettuate attraverso carte fedeltà, dettagli sulle mailing list a cui l'utente è iscritto o sulle pagine web visitate. Il social network non fornisce dati individuali ma aggregati per segmenti di utenti. La mossa, a quanto racconta il quotidiano economico, sembra avere suscitato il rinnovato interesse di alcune aziende che finora erano rimaste deluse dai ritorni commerciali delle réclame sul social network. Nell'ultimo trimestre Facebook ha incassato dalla pubblicità 1,33 miliardi di dollari, l'84% del suo fatturato totale.
Il libro della faccine – Più ludica, ma non per questo priva di implicazioni commerciali, è la notizia della prossima introduzione delle faccine. Come ha rivelato il magazine online Mashable, presto, a cominciare dagli Stati Uniti, gli utenti potranno completare i propri aggiornamenti di stato con oltre 200 emoticon per esprimere visivamente i sentimenti più vari, anche quelli negativi. Ma non si tratta solo di emozioni. Sempre con un click sarà possibile aggiungere qualcosa di più sulla propria attività. Per esempio, se si dice che si sta vedendo un film o mangiando qualcosa, ecco che comparirà una lista di pagine Facebook di pellicole o di cibi che potranno tramite un link essere associati all'aggiornamento. Più divertimento, forse, di sicuro più informazioni sugli stati d'animo degli utenti rispetto ad un certo tipo di prodotto o servizio. Un genere di dettaglio che dovrebbe, almeno così spera Zuckerberg, piacere agli inserzionisti.
Il contatto si paga – Nel frattempo, in attesa dell'invasione delle faccine, in Gran Bretagna il social network prova a sperimentare nuovi canali di entrate. Secondo quanto riporta il Guardian, Facebook chiede denaro in cambio della possibilità di inviare messaggi a personaggi celebri. Per contattare il tuffatore olimpico Tom Daley, per esempio, bisogna sborsare ben 11 sterline. Ma le tariffe cambiano seguendo vari parametri, tra cui il numero di follower della “star”. Per mandare un messaggino a Cressida Bonas, fidanzata del principe Harry bastano 71 pence. Per ora, dice Facebook, si tratta di un esperimento che coinvolge una limitata percentuale di utenti e non si sa se e quando verrà esteso al resto del network.
La politica – Infine, in mezzo a tante novità introdotte o solo abbozzate, Mark Zuckerberg ha presentato l'annunciato gruppo di pressione politica per promuovere politiche favorevoli all'innovazione e alla competitività del Paese. Si chiama FWD.us e, come era stato anticipato, vanta il sostegno di alcuni dei più grandi nomi del firmamento tech, da Marissa Mayer di Yahoo! a Mark Pincus di Zynga, a Eric Schmidt di Google e Kevin Systrom di Instagram. Primo grande tema sul piatto, una riforma “comprensiva” dell'immigrazione, dal controllo dei confini, ad un focus sui lavoratori di cui ci sarà bisogno in futuro fino al percorso per diventare cittadini americani. Il tutto - visto che comunque l'idea muove da Facebook e riunisce i signori del web – con una connotazione “social”. Il sito ospita già delle storie di immigrati di successo e ne chiede altre, domandando agli utenti di spargere la voce sui social network. Propria da una storia personale, fra l'altro, è partito Zuckerberg in un editoriale per il Washington Post dove ha raccontato che l'idea di FWD.us è nata da un corso pomeridiano sull'imprenditoria che tiene nella sua community. Ad esso partecipano alcuni ragazzi che, pur essendo negli Stati Uniti da un'età tenerissima, non sono cittadini. E questo, dice Zuckerberg, è un problema.
Chi si ferma è perduto. La celebre battuta di Totò di questi tempi sembra adattarsi bene a Facebook e al suo fondatore, Mark Zuckerberg. Dopo avere lanciato Home, la super-app che trasforma i telefonini Android in dispositivi social, il gigante del web americano continua a sfornare e sperimentare novità. Nel giro di pochi giorni sono stati rivelati, nell'ordine, messaggi a pagamento per chi vuole contattare utenti celebri, un nuovo sistema di pubblicità ultra-personalizzata e l'arrivo degli emoticon, faccine che presto accompagneranno gli aggiornamenti di stato. Infine, ciliegina sulla torta, Zuckerberg ha dato ufficialmente il via all'annunciato gruppo di pressione politica per la riforma delle regole sull'immigrazione americane sancendo così la sua entrata in grande stile nel dibattito pubblico a stelle e strisce. Tutte queste innovazioni non toccheranno tanto presto gli utenti italiani (alcune forse mai) ma sono comunque indicazioni sulla direzione intrapresa da Facebook nel sempre più competitivo mercato online.
Dai like agli acquisti – Nella ridda di annunci e indiscrezioni, almeno dal punto di vista del business, il più importante riguarda il nuovo sistema di pubblicità personalizzata partito il 10 aprile scorso negli Stati Uniti. Da quel giorno Facebook offre agli inserzionisti informazioni sui gusti e le abitudini degli utenti molto più comprensive. I dati su quello che le persone fanno o gradiscono sul social network sono infatti incrociati, come ha spiegato il Wall Street Journal, con statistiche acquistate da terze parti: per esempio, spese effettuate attraverso carte fedeltà, dettagli sulle mailing list a cui l'utente è iscritto o sulle pagine web visitate. Il social network non fornisce dati individuali ma aggregati per segmenti di utenti. La mossa, a quanto racconta il quotidiano economico, sembra avere suscitato il rinnovato interesse di alcune aziende che finora erano rimaste deluse dai ritorni commerciali delle réclame sul social network. Nell'ultimo trimestre Facebook ha incassato dalla pubblicità 1,33 miliardi di dollari, l'84% del suo fatturato totale.
Il libro della faccine – Più ludica, ma non per questo priva di implicazioni commerciali, è la notizia della prossima introduzione delle faccine. Come ha rivelato il magazine online Mashable, presto, a cominciare dagli Stati Uniti, gli utenti potranno completare i propri aggiornamenti di stato con oltre 200 emoticon per esprimere visivamente i sentimenti più vari, anche quelli negativi. Ma non si tratta solo di emozioni. Sempre con un click sarà possibile aggiungere qualcosa di più sulla propria attività. Per esempio, se si dice che si sta vedendo un film o mangiando qualcosa, ecco che comparirà una lista di pagine Facebook di pellicole o di cibi che potranno tramite un link essere associati all'aggiornamento. Più divertimento, forse, di sicuro più informazioni sugli stati d'animo degli utenti rispetto ad un certo tipo di prodotto o servizio. Un genere di dettaglio che dovrebbe, almeno così spera Zuckerberg, piacere agli inserzionisti.
Il contatto si paga – Nel frattempo, in attesa dell'invasione delle faccine, in Gran Bretagna il social network prova a sperimentare nuovi canali di entrate. Secondo quanto riporta il Guardian, Facebook chiede denaro in cambio della possibilità di inviare messaggi a personaggi celebri. Per contattare il tuffatore olimpico Tom Daley, per esempio, bisogna sborsare ben 11 sterline. Ma le tariffe cambiano seguendo vari parametri, tra cui il numero di follower della “star”. Per mandare un messaggino a Cressida Bonas, fidanzata del principe Harry bastano 71 pence. Per ora, dice Facebook, si tratta di un esperimento che coinvolge una limitata percentuale di utenti e non si sa se e quando verrà esteso al resto del network.
La politica – Infine, in mezzo a tante novità introdotte o solo abbozzate, Mark Zuckerberg ha presentato l'annunciato gruppo di pressione politica per promuovere politiche favorevoli all'innovazione e alla competitività del Paese. Si chiama FWD.us e, come era stato anticipato, vanta il sostegno di alcuni dei più grandi nomi del firmamento tech, da Marissa Mayer di Yahoo! a Mark Pincus di Zynga, a Eric Schmidt di Google e Kevin Systrom di Instagram. Primo grande tema sul piatto, una riforma “comprensiva” dell'immigrazione, dal controllo dei confini, ad un focus sui lavoratori di cui ci sarà bisogno in futuro fino al percorso per diventare cittadini americani. Il tutto - visto che comunque l'idea muove da Facebook e riunisce i signori del web – con una connotazione “social”. Il sito ospita già delle storie di immigrati di successo e ne chiede altre, domandando agli utenti di spargere la voce sui social network. Propria da una storia personale, fra l'altro, è partito Zuckerberg in un editoriale per il Washington Post dove ha raccontato che l'idea di FWD.us è nata da un corso pomeridiano sull'imprenditoria che tiene nella sua community. Ad esso partecipano alcuni ragazzi che, pur essendo negli Stati Uniti da un'età tenerissima, non sono cittadini. E questo, dice Zuckerberg, è un problema.