Istat-Cnel: 6,7 milioni di persone in difficoltà economiche

Economia

Secondo il rapporto Bes dei due istituti l'indicatore della "grave deprivazione" sale, tra il 2010 e il 2011, dal 6,9% all'11,1%. L'istituto di statistica conferma il calo del Pil stimato per il 2012 a -2,8%

La variazione acquisita del Pil per il 2013 è pari a -1% e nel 2012 il calo del Prodotto interno lordo (come previsto) è stato del 2,4%. Lo comunica l'Istat secondo cui nel quarto trimestre, poi, il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% nei confronti del quarto trimestre del 2011. L’Istituto di statistica precisa che c'è stata una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una in più rispetto al quarto trimestre del 2011. E dati sconfortanti arrivano anche dal rapporto Bes Istat-Cnel, il quale rileva che in Italia, tra il 2010 e il 2011, l'indicatore della 'grave deprivazione' sale dal 6,9% all'11,1%.

In calo la domanda interna - Crollano anche in consumi. Rispetto al trimestre precedente, nell'ultimo trimestre 2012, i principali aggregati della domanda interna hanno registrato diminuzioni significative, con cali dello 0,5% per i consumi finali nazionali e dell'1,2% per gli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono diminuite dello 0,9% e le esportazioni sono aumentate dello 0,3%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,6 punti percentuali alla crescita del Pil, con contributi di -0,4 punti dei consumi delle famiglie e di -0,2 punti degli investimenti fissi lordi. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del PIL per 0,7 punti percentuali. L'apporto della domanda estera netta è  stato, invece, positivo per 0,4 punti percentuali.  Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturalinegative per l'industria (-2,2%) e per i servizi (-0,3%), mentre è aumentato dello 0,6% nell'agricoltura. In termini tendenziali, il valore aggiunto ècalato in tutti i settori: -7,3% l'agricoltura, -6,3% le costruzioni, -4,1% l'industria in senso stretto e -1,6% i servizi.

Istat-Cnel: 6,7 milioni di poveri in Italia
- A far ulteriore luce sulla crisi anche il rapporto Bes Istat-Cnel, il quale rileva che in Italia, tra il 2010 e il 2011, l'indicatore della 'grave deprivazione' sale dal 6,9% all'11,1%. Ciò significa che 6,7 milioni di persone sono in difficoltà economiche, con un rialzo di 2,5 milioni in un anno. Si tratta di individui in famiglie con 4 o più sintomi di disagio in un set di 9.
Il potere d'acquisto, cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali, inoltre, durante la crisi è crollato, scendendo del 5% tra il 2007 e il 2011.
Il rapporto spiega come la grave deprivazione materiale sia una misura associata agli indicatori di povertà monetaria, ma non a essi totalmente sovrapponibile. Secondo la metodologia Eurostat si presenta, appunto, quando si manifestano quattro o più sintomi di disagio economico su un elenco di nove.

Cresce chi non può sostenere spese impreviste - Nel 2011, dopo la sostanziale stabilità che aveva caratterizzato gli anni precedenti, l'indicatore è aumentato in modo "sensibile" (+4,2 punti percentuali).
In particolare è cresciuta la quota di individui in famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste (dal 33,3% al 38,5%), di non potersi permettere una settimana di ferie all'anno lontano da casa (dal 39,8% al 46,6%), un pasto adeguato ogni due giorni se lo volessero (dal 6,7% al 12,3%) e che riferiscono di non poter riscaldare adeguatamente l'abitazione (dall'11,2% al 17,9%).
Il rapporto Bes indica anche come il rischio di povertà, stimato a partire dal reddito netto disponibile, risulti più elevato della media dell'Ue e abbia raggiunto nel 2010 il 19,6%.

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