Fine settimana di aumenti per la benzina

Economia
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Salgono le medie ponderate nazionali: verde a 1,876 euro (+0,9 centesimi), diesel a 1,783 euro (+0,4 centesimi). La Confederazione agricoltori: "Un litro alla pompa arriva a superare il costo medio di un chilo di arance (1,80 euro)"

Fine settimana all'insegna degli aumenti per la benzina, a partire dal market leader Eni, che ha aumentato i prezzi consigliati di verde (+1,5 centesimi a 1,870 euro/litro) e gasolio (+1 centesimi a 1,777). Tra sabato 16 e lunedì 18 febbraio hanno messo mano ai listini anche Esso (+2 cent sulla benzina, a 1,890 euro) e TotalErg (+1 centesimo sulla verde a 1,889; +0,5 sul diesel a 1,801). Salgono le medie ponderate nazionali: benzina a 1,876 euro (+0,9 centesimi), diesel a 1,783 euro (+0,4 centesimi).

Intanto prosegue l'incidenza negativa sulle entrate fiscali dell'eccessiva tassazione sui carburanti. A gennaio il gettito è calato di 150 milioni di euro, ovvero del 5,2% rispetto a un anno fa.
Lo afferma il Centro Studi Promotor rilevando che "è un dato estremamente preoccupante perché conferma l'inversione di tendenza di dicembre scorso quando per la prima volta ed in netto contrasto con l'andamento dell'intera annata, il gettito di benzina e gasolio auto aveva fatto registrare un calo di 229 milioni di euro (-7,2%)".

Cia: "Oggi un litro di benzina costa più di un kg di arance" - Oggi, sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori, un litro di benzina alla pompa arriva a superare il costo medio di un chilo di arance (1,80 euro) e a "doppiare" il prezzo di un litro di latte a lunga conservazione (80 centesimi) acquistato in un qualsiasi supermercato del Paese.
Già nell'ultimo anno ogni famiglia ha dovuto mettere in conto 483 euro al mese per trasporti, carburanti ed energia: un budget che ha superato quello per alimentari e bevande, fermo a 477 euro mensili. Ora con i nuovi aumenti della benzina c'e' il rischio di un ulteriore calo della spesa per la tavola, tanto più che il costo del trasporto -ricorda la Cia- incide sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari per il 35-40%.

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