Il differenziale tra btp e bund scende a quota 283 punti, sotto la soglia indicata dal premier Monti come obiettivo nel giorno del suo insediamento. E Piazza Affari chiude a +3,81%, anche grazie all'accordo sul fiscal cliff. Ma per l'Fmi non è abbastanza
La partita negli Stati Uniti in realtà non è chiusa, altre intese sul budget saranno necessarie nei prossimi mesi e, secondo il Fondo monetario internazionale, "resta ancora molto da fare" per garantire la salute a lungo termine dei conti pubblici statunitensi. Intanto però l'attenzione si sposta sui dati macroeconomici, per cui il primo segnale positivo è venuto dall'indice Ism manifatturiero, in aumento oltre le attese a dicembre.
Scende lo spread - In Italia l'euforia di Piazza Affari si lega anche al calo dello spread, sceso bruscamente a 283 punti, sotto la cosiddetta 'soglia Monti'. Il premier uscente aveva indicato come obiettivo quota 287, ossia la metà di quei 574 punti ereditati dal governo Berlusconi a novembre 2011. E lo stesso Monti non ha mancato di sottolinearlo su Twitter dal suo account.
Chiusura in rialzo per le principali piazze europee - Forti acquisti, in particolare, per le banche grazie soprattutto all'allentamento della tensione sul mercato dei titoli di Stato. I marchi del credito hanno trainato tutto il listino milanese, il migliore di giornata in Europa, con la Banca popolare dell'Emilia Romagna salita del 6,31% e Intesa SanPaolo del 5,77%. Molto bene anche Ubi (+5,36%), Mediobanca (+4,16%), Unicredit (+3,89%) e Mps (+3,54%). Nel settore finanziario balzo inoltre per Generali (+4,2%).
Chiusura in rialzo anche per le principali piazze europee: a Parigi l'indice Cac archivia la prima seduta del 2013 con +2,55% a 3.733,93 punti, a Londra il Ftse +2,20% a 6.027,37 punti, e Francoforte il Dax +2,19% a 7.778,78 punti. Tra tutte spicca Madrid dove l'Ibex ha chiuso con un rialzo del 3,12% a 8.422,60.