Sisma Emilia, 5 Paesi bloccano gli aiuti Ue. Poi l'accordo

Economia
Un'abitazione di San Felice sul Panaro (Modena) semidistrutta dal terremoto che ha colpito l'Emilia, maggio 2012

E' stata trovata un'intesa di principio all'Ecofin sul bilancio a Bruxelles. Lo stop era arrivato da Germania, Olanda, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna che non volevano pagare i 670 milioni di euro del Fondo di solidarietà per i danni subiti dall'Italia

Per il rotto della cuffia. Ma i 670 milioni di euro Ue per i terremotati dell'Emilia ci sono. E' l'accordo di principio che l'Italia è riuscita a strappare in extremis alle istituzioni Ue, in una giornata in cui le divisioni la hanno fatta da padrona tanto da fare saltare i negoziati sulla chiusura del bilancio 2012 e sul nuovo bilancio per il 2013. L'Europarlamento aveva avvertito: nessuna discussione sul bilancio 2013 se prima non viene chiuso quello del 2012 con l'assegnazione dei fondi all'Emilia e dei 9 miliardi di euro necessari per garantire i programmi Ue come l'Erasmus e i fondi di coesione. Da questo pacchetto di pagamenti dovuti ma su cui gli stati membri non si mettono d'accordo sul come onorarli, tra l'altro, l'Italia aspetta ulteriori 1,8 miliardi di euro.

Sembrava che su entrambi i fronti tutto fosse perduto: nella serata del 9 novembre, nel momento in cui riprendeva la riunione tra le tre istituzioni Ue, Francesca Balzani, negoziatrice per il parlamento Ue e relatrice per gli aiuti all'Emilia, aveva annunciato che non c'era stato "nessun accordo". Il fondo di solidarietà Ue, da cui provengono gli aiuti per l'Emilia e che nulla ha a che vedere con i normali pagamenti del bilancio Ue, era insomma finito nel calderone del "mercanteggiamento" del Consiglio Ue. Sin dalla mattina, infatti, nonostante tutti i paesi europei si fossero espressi a favore degli aiuti all'Italia per il terremoto, cinque paesi - i 'soliti noti' Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia - si erano mostrati contrari a sborsare nuovi soldi per pagare i 670 milioni all'Emilia. Una situazione esplosiva: l'ondata di preoccupazione e sdegno sollevatasi in Italia alla notizia che i fondi erano finiti in forse è rimbalzata sino alle stanze dei negoziati di Bruxelles. Dove, grazie alla posizione assunta dall'Europarlamento e in particolare dai negoziatori italiani Giovanni La Via e Francesca Balzani, e grazie anche alle pressioni esercitate dalla Commissione Ue, l'Italia è riuscita ad ottenere l'unico risultato positivo di una giornata nera per l'Ue. All'ultimo minuto è infatti arrivata una dichiarazione congiunta di Consiglio, Commissione e Parlamento dove si afferma che è stato "raggiunto un accordo per lo sblocco dei fondi il prima possibile" per l'Emilia.

L'intesa sarà però "formalizzata nell'ambito dell'accordo complessivo" sui bilanci 2012 e 2013, che non c'è ancora ma che si spera venga raggiunta martedì, quando riprenderanno i negoziati. "Abbiamo fatto quanto necessario per rispondere all'obbligo morale che abbiamo nei confronti dell'Italia e di chi ha subito i danni del terremoto", ha sottolineato il commissario Ue al bilancio Janusz Lewandowski. Un risultato, questo, "molto importante" e su cui l'Italia, nonostante la concitazione della giornata, aveva voluto esprimere "ottimismo" sin dall'inizio. Ciò che conta, infatti, ha sottolineato l'ambasciatore italiano presso la Ue Ferdinando Nelli Feroci, è che le tre istituzioni Ue "abbiano potuto confermare che c'è stato un accordo sul principio dello stanziamento e sul volume dei fondi". I 670 milioni, quindi, arriveranno. Come e quando, bisognerà aspettare almeno martedì 13 novembre per capirlo.



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