Il Forum Pa ha realizzato la classifica "ICity rate" per valutare quanto sono "intelligenti" i 103 capoluoghi di provincia. Uno studio che, secondo i curatori, vuole essere un punto di partenza per i nuovi progetti pensati dal Governo Monti
di Isabella Fantigrossi
È Bologna la città più intelligente d'Italia. A incoronarla - seguita da Parma e Trento - è la ricerca "ICity rate" (dove I significa innovazione, inclusione, interazione) realizzata da Forum Pa. Per stilare la classifica - che ha visto primeggiare la città felsinea su 103 capoluoghi di provincia - sono stati utilizzati oltre cento indicatori, come la governance della città, l'economia, la mobilità, l'ambiente, il capitale sociale e la qualità dei servizi offerti. Tutti indicatori utilizzati anche da uno studio analogo svolto dalla Comissione europea in modo da poter confrontare i risultati a livello internazionale.
La classifica - Tra le città italiane più smart, dunque, cioè più vicine ai bisogni dei cittadini, quelle più inclusive e più vivibili, dopo le prime tre figurano Firenze, Milano, Ravenna, Genova, Reggio-Emilia, Venezia e Pisa, che chiude la top ten. Quattro tra le prima dieci sono città dell'Emilia-Romagna. Staccatissime invece le realtà del Sud: le prime città meridionali che compaiono in classifica sono Lecce (54/a) e Matera (58/a). In coda alla graduatoria, due città siciliane e una calabrese: Caltanissetta, Crotone ed Enna. Guardando invece alla classifica delle sole dieci città metropolitane, Bologna, Firenze, Milano, Genova, Venezia e Torino, le prime sei, sono tutte tra le prime 15 anche nella classifica generale. Le altre quattro, invece, segnano decisamente il passo: Roma segue al 21/esimo posto, Bari (69/a), Napoli (77/a) e Reggio Calabria, che si colloca all'87/o posto.
Le altre voci di indagine - Considerando poi le singole voci di indagine, il podio delle città per quanto riguarda l'economia è occupato da Pisa, Milano e Firenze. Significa che lì ci sono le imprese più responsabili, giovani, innovative e quelle con a capo più donne. Trento, Ravenna e Verbania sono invece le città in prima fila per l'ambiente: i criteri considerati sono stati la qualità dell'aria, la raccolta differenziata, la quota di spazi verdi e il riciclo. Torino, Padova e Genova per la governance. In questo caso ad essere valutati sono stati le politiche energetiche, la programmazione del territorio, la propensione alla rete con altri Comuni, livello di dati pubblici e di amministrazione 2.0. Siena, Trieste e Vicenza per la qualità della vita; Milano, Venezia e Bologna per la mobilità (zone a traffico limitato, trasporti pubblici, parcheggi); infine Bologna, Ravenna e Modena per il capitale sociale (partecipazione delle donne al mercato del lavoro, livello di istruzione, partecipazione politica, volontariato, lettura di quotidiani).
Un punto di partenza, non di arrivo - ''La classifica, piuttosto che considerarsi un punto di arrivo, vuole essere utile per fotografare lo stato attuale, di partenza dei processi in corso", ha detto Gianni Dominici, direttore generale di Forum Pa. Il Governo infatti, dicono i curatori della ricerca, ha fatto delle smart cities uno degli strumenti prioritari per riavviare la crescita dei nostri territori in una logica di sostenibilità e di inclusione: "Prima i bandi Miur finalizzati a cofinanziare con circa un miliardo di euro iniziative pubblico-private per la creazione di smart city, poi il Decreto Crescita che prevede strumenti specifici per la creazione di Comunità Intelligenti italiane, dimostrano come in Italia il tema sia centrale ma primordiale e definisce l’inizio di un percorso che si spera porterà importanti novità per i nostri territori". Ecco perché, ha concluso Dominici, "utilizzando la metafora delle corse automobilistiche quella che restituiamo non è la classifica finale ma la griglia di partenza''.
È Bologna la città più intelligente d'Italia. A incoronarla - seguita da Parma e Trento - è la ricerca "ICity rate" (dove I significa innovazione, inclusione, interazione) realizzata da Forum Pa. Per stilare la classifica - che ha visto primeggiare la città felsinea su 103 capoluoghi di provincia - sono stati utilizzati oltre cento indicatori, come la governance della città, l'economia, la mobilità, l'ambiente, il capitale sociale e la qualità dei servizi offerti. Tutti indicatori utilizzati anche da uno studio analogo svolto dalla Comissione europea in modo da poter confrontare i risultati a livello internazionale.
La classifica - Tra le città italiane più smart, dunque, cioè più vicine ai bisogni dei cittadini, quelle più inclusive e più vivibili, dopo le prime tre figurano Firenze, Milano, Ravenna, Genova, Reggio-Emilia, Venezia e Pisa, che chiude la top ten. Quattro tra le prima dieci sono città dell'Emilia-Romagna. Staccatissime invece le realtà del Sud: le prime città meridionali che compaiono in classifica sono Lecce (54/a) e Matera (58/a). In coda alla graduatoria, due città siciliane e una calabrese: Caltanissetta, Crotone ed Enna. Guardando invece alla classifica delle sole dieci città metropolitane, Bologna, Firenze, Milano, Genova, Venezia e Torino, le prime sei, sono tutte tra le prime 15 anche nella classifica generale. Le altre quattro, invece, segnano decisamente il passo: Roma segue al 21/esimo posto, Bari (69/a), Napoli (77/a) e Reggio Calabria, che si colloca all'87/o posto.
Le altre voci di indagine - Considerando poi le singole voci di indagine, il podio delle città per quanto riguarda l'economia è occupato da Pisa, Milano e Firenze. Significa che lì ci sono le imprese più responsabili, giovani, innovative e quelle con a capo più donne. Trento, Ravenna e Verbania sono invece le città in prima fila per l'ambiente: i criteri considerati sono stati la qualità dell'aria, la raccolta differenziata, la quota di spazi verdi e il riciclo. Torino, Padova e Genova per la governance. In questo caso ad essere valutati sono stati le politiche energetiche, la programmazione del territorio, la propensione alla rete con altri Comuni, livello di dati pubblici e di amministrazione 2.0. Siena, Trieste e Vicenza per la qualità della vita; Milano, Venezia e Bologna per la mobilità (zone a traffico limitato, trasporti pubblici, parcheggi); infine Bologna, Ravenna e Modena per il capitale sociale (partecipazione delle donne al mercato del lavoro, livello di istruzione, partecipazione politica, volontariato, lettura di quotidiani).
Un punto di partenza, non di arrivo - ''La classifica, piuttosto che considerarsi un punto di arrivo, vuole essere utile per fotografare lo stato attuale, di partenza dei processi in corso", ha detto Gianni Dominici, direttore generale di Forum Pa. Il Governo infatti, dicono i curatori della ricerca, ha fatto delle smart cities uno degli strumenti prioritari per riavviare la crescita dei nostri territori in una logica di sostenibilità e di inclusione: "Prima i bandi Miur finalizzati a cofinanziare con circa un miliardo di euro iniziative pubblico-private per la creazione di smart city, poi il Decreto Crescita che prevede strumenti specifici per la creazione di Comunità Intelligenti italiane, dimostrano come in Italia il tema sia centrale ma primordiale e definisce l’inizio di un percorso che si spera porterà importanti novità per i nostri territori". Ecco perché, ha concluso Dominici, "utilizzando la metafora delle corse automobilistiche quella che restituiamo non è la classifica finale ma la griglia di partenza''.