I timori di un crollo dell'area euro sono in diminuzione, scrive la Banca Centrale. Migliorati i differenziali rispetto ai titoli tedeschi. Ma nella notte Standard & Poor's taglia il rating di Madrid. A un passo dal livello spazzatura
Notizie agrodolci in arrivo da Francorte. La Banca Centrale Europea, nel suo bollettino mensile, sottolinea come lo spread tra i titoli decennali rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi "sono diminuiti per tutti i paesi dell'area dell'euro, con una sola eccezione", grazie soprattutto alla diminuzione dei timori di una possibile disgregazione della moneta unica. Ma dall'altra parte, segnala la Bce, nella zona euro è in aumento la disoccupazione, in particolare quella giovanile, e i prezzi del carburante.
In calo spread di Grecia, Spagna e Italia - La flessione di gran lunga maggiore dello spread, pari a oltre 400 punti base, rileva l'istituto di Francoforte, "ha riguardato la Grecia, mentre i differenziali degli altri due paesi interessati da un programma di assistenza finanziaria, ossia l'Irlanda e il Portogallo, sono calati di circa 100 punti base e 40 punti base, rispettivamente. Anche l'Italia e la Spagna hanno registrato riduzioni significative, superiori a 100 punti base, dei propri differenziali di rendimento". I cali, osserva la Bce, "si sono verificati in corrispondenza dell'annuncio delle modalità delle Operazioni definitive monetarie, che è parso abbassare i premi per il rischio, compresi quelli collegati ai timori di una possibile disgregazione dell'area dell'euro. Miglioramenti analoghi o addirittura più significativi si sono osservati per questi stessi paesi nei segmenti a breve scadenza. I rendimenti dei titoli di Stato di gran parte degli altri paesi dell'area dell'euro sono rimasti sostanzialmente invariati, ma il loro differenziale rispetto ai titoli tedeschi è comunque calato per effetto di un aumento del rendimento di questi ultimi. Solo i rendimenti dei titoli di Stato finlandesi sono cresciuti più di quelli sui Bund, per cui agli inizi di ottobre il corrispondente differenziale risultava più ampio rispetto a fine agosto".
Bce: "Pronti ad acquistare titoli di stato" - In ogni caso la Bce si dice pronta " a partire con gli acquisti dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà sugli spread, "sempre che le condizioni imposte dai programmi siano integralmente rispettate". Un programma di sostegno, spiegano da Francoforte, che coinvolgerà il Fondo monetario internazionale e sarà interrotto "in caso di inosservanza del programma" e delle "condizioni rigorose" concordate. L'istituto inoltre difende il 'piano anti-spread', descrivendolo "conforme" al divieto di finanziamento monetario e misura "adeguata", "necessaria" ed "efficace" di politica monetaria.
Standard and Poor's taglia il rating spagnolo - Nella notte però arriva una tegola da Standards & Poor's. L'agenzia di rating ha abbassato il giudizio sul debito spagnolo da BBB+ a BBB-, cioè a un passo dal livello spazzatura, con outlook negativo, motivandolo con i crescenti rischi sui conti pubblici di Madrid provocati da una recessione economica che sta aumentando le tensioni nella societa' e nei rapporti fra governo centrale e regioni autonome. Per S&P si sta indebolendo la capacità delle istituzioni spagnole di affrontare le sfide poste dalla crisi, che dovrebbe portare a un calo del Pil pari all'1,8% nel 2012 e all'1,4% il prossimo anno. L'annuncio dell'agenzia ha fatto salire il differenziale dei Bonos a dieci rispetto ai Bund tedeschi, con uno spread che ha toccato quota 445 per un rendimento tornato vicino alla pericolosa soglia del 6%.
Sempre più disoccupati in Europa - Brutte notizie inoltre arrivano dal fronte occupazionale. Dal 2008 le condizioni dei mercati del lavoro nell'area dell'euro, scrive la Bce nel suo bollettino, sono "peggiorate drasticamente", con un netto incremento del tasso di disoccupazione, che nel luglio del 2012 ha raggiunto l'11,3%: 4 punti percentuali in più rispetto al primo trimestre del 2008 quando si attestava al 7,3%, il livello minimo dall'introduzione dell'euro. Un elemento cruciale della crisi, rileva la Bce, sono le diversità molto marcate tra i singoli paesi dell'area dell'euro, considerando che le perdite occupazionali accumulate dal massimo al minimo sono comprese tra il -16 e il 0,4%. Ad esempio il numero di posti di lavoro è sceso di meno dell'1% in Belgio, Germania e Lussemburgo, nonostante la flessione del pil in questi paesi sia stata in linea con la media dell'area dell'euro. Per contro, osserva l'Istituto di Francoforte, il numero di posti di lavoro e' diminuito di oltre il 15% in Estonia e Irlanda e di oltre il 10% in Grecia e Spagna.
Giovani senza lavoro - I lavoratori più giovani, sottolinea la Bce, "sono stati particolarmente colpiti dalla crisi. Va notato, per contro, che durante la crisi i livelli occupazionali dei lavoratori più anziani (55-64 anni) sono chiaramente aumentati. Questo miglioramento delle condizioni nel mercato del lavoro per i più anziani potrebbe essere il risultato delle numerose riforme adottate recentemente in diversi paesi, in particolare quelle pensionistiche che mirano a favorire la permanenza dei lavoratori più anziani nel mondo del lavoro".
In calo spread di Grecia, Spagna e Italia - La flessione di gran lunga maggiore dello spread, pari a oltre 400 punti base, rileva l'istituto di Francoforte, "ha riguardato la Grecia, mentre i differenziali degli altri due paesi interessati da un programma di assistenza finanziaria, ossia l'Irlanda e il Portogallo, sono calati di circa 100 punti base e 40 punti base, rispettivamente. Anche l'Italia e la Spagna hanno registrato riduzioni significative, superiori a 100 punti base, dei propri differenziali di rendimento". I cali, osserva la Bce, "si sono verificati in corrispondenza dell'annuncio delle modalità delle Operazioni definitive monetarie, che è parso abbassare i premi per il rischio, compresi quelli collegati ai timori di una possibile disgregazione dell'area dell'euro. Miglioramenti analoghi o addirittura più significativi si sono osservati per questi stessi paesi nei segmenti a breve scadenza. I rendimenti dei titoli di Stato di gran parte degli altri paesi dell'area dell'euro sono rimasti sostanzialmente invariati, ma il loro differenziale rispetto ai titoli tedeschi è comunque calato per effetto di un aumento del rendimento di questi ultimi. Solo i rendimenti dei titoli di Stato finlandesi sono cresciuti più di quelli sui Bund, per cui agli inizi di ottobre il corrispondente differenziale risultava più ampio rispetto a fine agosto".
Bce: "Pronti ad acquistare titoli di stato" - In ogni caso la Bce si dice pronta " a partire con gli acquisti dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà sugli spread, "sempre che le condizioni imposte dai programmi siano integralmente rispettate". Un programma di sostegno, spiegano da Francoforte, che coinvolgerà il Fondo monetario internazionale e sarà interrotto "in caso di inosservanza del programma" e delle "condizioni rigorose" concordate. L'istituto inoltre difende il 'piano anti-spread', descrivendolo "conforme" al divieto di finanziamento monetario e misura "adeguata", "necessaria" ed "efficace" di politica monetaria.
Standard and Poor's taglia il rating spagnolo - Nella notte però arriva una tegola da Standards & Poor's. L'agenzia di rating ha abbassato il giudizio sul debito spagnolo da BBB+ a BBB-, cioè a un passo dal livello spazzatura, con outlook negativo, motivandolo con i crescenti rischi sui conti pubblici di Madrid provocati da una recessione economica che sta aumentando le tensioni nella societa' e nei rapporti fra governo centrale e regioni autonome. Per S&P si sta indebolendo la capacità delle istituzioni spagnole di affrontare le sfide poste dalla crisi, che dovrebbe portare a un calo del Pil pari all'1,8% nel 2012 e all'1,4% il prossimo anno. L'annuncio dell'agenzia ha fatto salire il differenziale dei Bonos a dieci rispetto ai Bund tedeschi, con uno spread che ha toccato quota 445 per un rendimento tornato vicino alla pericolosa soglia del 6%.
Sempre più disoccupati in Europa - Brutte notizie inoltre arrivano dal fronte occupazionale. Dal 2008 le condizioni dei mercati del lavoro nell'area dell'euro, scrive la Bce nel suo bollettino, sono "peggiorate drasticamente", con un netto incremento del tasso di disoccupazione, che nel luglio del 2012 ha raggiunto l'11,3%: 4 punti percentuali in più rispetto al primo trimestre del 2008 quando si attestava al 7,3%, il livello minimo dall'introduzione dell'euro. Un elemento cruciale della crisi, rileva la Bce, sono le diversità molto marcate tra i singoli paesi dell'area dell'euro, considerando che le perdite occupazionali accumulate dal massimo al minimo sono comprese tra il -16 e il 0,4%. Ad esempio il numero di posti di lavoro è sceso di meno dell'1% in Belgio, Germania e Lussemburgo, nonostante la flessione del pil in questi paesi sia stata in linea con la media dell'area dell'euro. Per contro, osserva l'Istituto di Francoforte, il numero di posti di lavoro e' diminuito di oltre il 15% in Estonia e Irlanda e di oltre il 10% in Grecia e Spagna.
Giovani senza lavoro - I lavoratori più giovani, sottolinea la Bce, "sono stati particolarmente colpiti dalla crisi. Va notato, per contro, che durante la crisi i livelli occupazionali dei lavoratori più anziani (55-64 anni) sono chiaramente aumentati. Questo miglioramento delle condizioni nel mercato del lavoro per i più anziani potrebbe essere il risultato delle numerose riforme adottate recentemente in diversi paesi, in particolare quelle pensionistiche che mirano a favorire la permanenza dei lavoratori più anziani nel mondo del lavoro".