Cgia: "In tre anni più tasse sulle imprese per 5,5 mld"

Economia

Per l'associazione nel prossimo triennio soffriranno di più le micro aziende: la previsione è stata ottenuta sottraendo dai 19 mld di contributi introdotti dal Governo, circa 13,6 mld di euro di alleggerimento fiscale che l'esecutivo praticherà

Le imprese sono soffocate dal fisco, ancor di più con il Governo Monti che ha aumentato le tasse per 5,5 miliardi di euro. A sostenerlo è la Cgia di Mestre che ha messo a confronto gli effetti economici che andranno ad aggravare il carico fiscale e contributivo delle imprese con quelli invece che ne alleggeriranno il peso. Il saldo, secondo l'ufficio studi degli artigiani, nel triennio 2012-2014 sarà positivo per l'erario, in quanto le imprese italiane dovranno sborsare quasi 5,5 miliardi di euro in più. Un risultato matematico, dice la Cgia, ottenuto sottraendo dai 19 miliardi di tasse e contributi introdotti dal Governo Monti, i circa 13,6 miliardi di euro di alleggerimento fiscale che l'esecutivo praticherà nel triennio indicato.

"Le più penalizzate dal pacchetto di misure saranno le micro imprese - afferma il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi -, in particolar modo quelle senza dipendenti che non potranno avvalersi degli sgravi Irap, dell'Ace (Aiuto alla crescita economica), visto che per le aziende in contabilità semplificata non potranno applicare quest'ultima misura. Considerando che il 75% degli imprenditori individuali lavora da solo - conclude - è chiaro che artigiani e commercianti senza dipendenti subiranno forti aumenti di tassazione non ammortizzati dagli sgravi previsti dal Salva-Italia".

Il calcolo della Cgia comprende l'introduzione dell'Imu dal 2012: rispetto all'Ici, il prelievo medio per i negozi e i laboratori risulta mediamente raddoppiato, mentre per i capannoni si registrano incrementi di imposta che superano il 60%. Sempre nel 2012 sono aumentate del 1,3% anche le aliquote contributive Inps a carico di artigiani e commercianti. Nel 2013 entrambi i prelievi subiranno ulteriori aumenti. Cosi', rispetto all'Ici, l'Imu il prelievo sui capannoni aumentera' di circa l'80%. Le aliquote previdenziali, invece, subiranno un ulteriore aumento dello 0,45% sino a portare nel giro di qualche anno l'aliquota di questi lavoratori autonomi al 24%.

Oltre alla riduzione della deducibilità dei costi per le auto aziendali (dal 40% al 27,5%), che interessa circa 7 milioni gli automezzi, c'è anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti per la quale si verserà al Comune una maggiorazione pari a 0,3 euro al metroquadro che i sindaci potranno aumentare sino a 0,4 euro. Tassa da pagare anche su capannoni e immobili commerciali. Messe tutte in fila, queste misure valgono circa 5 miliardi di euro nel 2012, che diventano quasi 6,7 miliardi nel 2013 per salire a 7,3 miliardi nel 2014. Pertanto, nel triennio 2012-2014 le maggiori tasse e contributi a carico delle imprese saranno pari a poco più di 19 miliardi di euro.

Sempre nel triennio sono stati introdotti dei provvedimenti a favore delle imprese: l'Ace; la deducibilità dell'Irap (relativa al costo del lavoro) dalla base imponibile Irpef e Ires; l'aumento delle deduzioni forfettarie.

Complessivamente queste misure valgono - dice la Cgia - poco più di 2,5 miliardi nel 2012, 5 miliardi nel 2013 e quasi 6 miliardi nel 2014. Nel triennio 2012-2014, l'alleggerimento fiscale sull'intero mondo imprenditoriale sarà pari a quasi 13,6 miliardi di euro. Pertanto, il saldo tra aggravi e sgravi penalizzerà il mondo imprenditoriale per oltre 2,4 miliardi nel 2012, 1,6 miliardi nel 2013 e quasi 1,4 miliardi nel 2014.

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