Crisi, nel 2012 crescono protesti e cambiali non pagate

Economia

Secondo i dati elaborati da Unioncamere, il numero complessivo degli effetti protestati (tra assegni, cambiali e tratte) nei primi 4 mesi dell'anno risulta aumentato del 3% rispetto al 2011. Lombardia e Lazio sono le "maglie nere"

Famiglie e imprese italiane fanno sempre più fatica a onorare gli impegni economici. Nel 2012 salgono i protesti e le cambiali non pagate. Secondo i dati raccolti dalle Camere di Commercio, elaborati da Unioncamere e analizzati dall'AGI, nei primi 4 mesi di quest'anno, il numero complessivo degli effetti protestati (tra assegni, cambiali e tratte) risulta aumentato del 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, passando dagli oltre 429mila dei primi 4 mesi del 2011 agli oltre 442mila dello stesso periodo del 2012.

Diminuisce invece l'importo medio (-13%) degli effetti contestati, passando dai 2.812 euro del 2011 ai 2.435 del 2012. In particolare, a salire di più sono le cambiali non onorate (+5,6%), mentre per gli assegni si registra una contrazione nel numero di quelli emessi e risultati poi scoperti (-4%).

Per entrambe le tipologie di effetti si registra una diminuzione del valore medio: -8,3% per le cambiali (passate dai 1.850 dei primi quattro mesi del 2011 ai 1.700 euro del 2012) e -15,3% per gli assegni (4.630 euro il valore medio di un assegno "cabriolet" quest'anno, contro i 5.080 dell'anno scorso).

La classifica regionale per gli importi totali dei protesti vede al primo posto la Lombardia con oltre 192 milioni di euro, seguita dal Lazio (187 milioni), quindi dalla Campania (161 milioni). A livello provinciale, assegni, cambiali e tratte "cabriolet" portano Roma al vertice della classifica per importi totali degli effetti protestati. A seguire, Milano, Napoli e Caserta. Sul fronte opposto, gli italiani più "virtuosi" si trovano risultano Belluno, Enna, Gorizia e Sondrio.

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