Cgia: negli ultimi 10 anni aumenti record per le bollette

Economia

Le tariffe di acqua e gas sono cresciute del 69% e del 56%. Boom di rincari anche su biglietti ferroviari, autostrade e energia elettrica. Le utenze telefoniche, invece, costano meno rispetto al 2002

Negli ultimi dieci anni le tariffe pubbliche sono aumentate in maniera vertiginosa. La bolletta dell'acqua ha subito un incremento del 69,8%, quella del gas del 56,7%. I dati sono stati calcolati dalla Cgia di Mestre, che ha preso in esame l'andamento dei prezzi delle bollette tra il 2002 e il 2012. In media il costo della vita è aumentato del 24%, dunque i rincari di acqua e gas sono enormemente più alti. Ma gli aumenti riguardano anche la raccolta rifiuti (+54,5%), i biglietti ferroviari (+49,8%), i pedaggi autostradali (+47,5%), l'energia elettrica (+38,2%) e i servizi postali (+28,7%). Insomma, le tasche degli italiani hanno dovuto far fronte a una serie di aumenti senza precedenti.  L'unico settore che fa registrare un decremento dei prezzi è la telefonia (-7,7%).

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha precisato: "L'introduzione dell'euro conta relativamente poco. L'impennata dei prezzi va ricondotta al costo sempre crescente delle materie prime, in particolar modo gas e petrolio, dall'incidenza delle tasse e dei cosiddetti oneri impropri, che gonfiano enormemente le nostre bollette, e ai modestissimi risultati ottenuti con le liberalizzazioni. Per le bollette dell'acqua potabile è vero che la variazione percentuale è stata la più consistente, ma va anche sottolineato che gli importi medi pagati da ciascuna famiglia italiana sono ancora adesso tra i più bassi d'Europa".

I dati Eurostat - Sul fronte della crisi economica, altre notizie negative arrivano dall'Eurostat. Secondo le stime dell'Istituto di ricerca, il Pil dell'eurozona è calato dello 0,2% rispetto al primo trimestre del 2012 ed è sceso dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2011. Per l'Italia il calo è più evidente: -0,7% congiunturale e -2,5% tendenziale. Tra i 17 paesi dell'area euro, su base tendenziale l'Italia ha la terza peggiore performance: solo Grecia (-6,2%) e Portogallo (-3,3%) fanno peggio.

Anche i dati sulla produzione industriale sono sconfortanti. Nel mese di giugno i cali più rilevanti hanno riguardato Regno Unito (-2,5% congiunturale), Polonia (-2%), Estonia (-1,7%) e Italia (-1,4%), mentre i rialzi più consistenti della produzione hanno interessato Lituania (+18,6%), Slovenia (+2,9%) e Irlanda (+2,7%). Ma valutando solo i dati tendenziali, l'Italia è la maglia europea: la produzione industriale è crollata a giugno dell'8,2% rispetto allo stesso mese del 2011.

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