In 2mila tra avvocati, medici, commercialisti, sono finiti sotto la lente delle Fiamme Gialle. Ai redditi non dichiarati si aggiungono 32 milioni di Iva sottratti alle casse dello Stato
189 milioni di euro di redditi nascosti al fisco a cui si aggiungono 32 milioni di Iva non dichiarata. E’ l’esito dei controlli delle Fiamme Gialle sulle posizioni di 2000 professionisti ritenute "fiscalmente pericolose", quelle cioè più a rischio di evasione, individuate dopo l'analisi, l'approfondimento e l'incrocio di informazioni ricavate dall'azione di intelligence, dal controllo economico del territorio, dalle banche dati e dai lavori a progetto del Nucleo Speciale Entrate della Gdf.
Dopo gli evasori totali, i controlli agli agriturismi e ai centri benessere, gli esercizi commerciali di svariate città, sotto la lente della Gdf sono finiti dunque i professionisti. Tra i casi più eclatanti, quelli di un avvocato e di un commercialista scoperti dai finanzieri di Brescia che avevano nascosto al Fisco compensi per oltre 1 milione di euro ciascuno.
Ben diversa la vicenda che ha riguardato un altro avvocato della provincia di Chieti, dove a farne le spese sono stati i clienti. Il professionista, infatti, li ha convinti a investire i propri risparmi in acquisti di immobili in aste giudiziali la cui successiva rivendita avrebbe dovuto fruttare guadagni dal 5 al 20%. I soldi però - in tutto, 7 milioni di euro - una volta intascati dall'avvocato finivano direttamente nei suoi conti bancari, o in quelli intestati al nipote, che per questo è accusato di riciclaggio.
Si appropriava, invece, delle somme che gli erano state affidate dagli inquilini, un amministratore di condominio individuato dalla Guardia di Finanza di Bologna: 276mila euro in tutto, cui si aggiungono anche compensi non dichiarati per oltre 400mila euro. Sempre in Emilia Romagna, stavolta a Modena, i finanzieri hanno scoperto che un avvocato, oltre a non dichiarare ricavi per circa un milione di euro, aveva anche "dimenticato" di adempiere agli obblighi previsti dalla legge antiriciclaggio, ossia di istituire l'Archivio informatico e di identificare la clientela.
Solo 10 euro di ricavi è invece la cifra dichiarata al Fisco da un medico pizzicato dalle Fiamme Gialle di Terni a bordo di una grossa Mercedes da 65mila euro. Ed è stato proprio il troppo lusso ad incastrarlo: i finanzieri gli hanno ricostruito oltre 320mila euro di ricavi sottratti alle casse dello Stato. Superano infine il milione di euro i compensi non dichiarati da un notaio (1,4 milioni di euro), da un ingegnere (1,3 milioni di euro) e da un architetto (1,1 milioni di euro) scoperti rispettivamente dalla GdF di Napoli, Caserta e Ascoli Piceno.
Dopo gli evasori totali, i controlli agli agriturismi e ai centri benessere, gli esercizi commerciali di svariate città, sotto la lente della Gdf sono finiti dunque i professionisti. Tra i casi più eclatanti, quelli di un avvocato e di un commercialista scoperti dai finanzieri di Brescia che avevano nascosto al Fisco compensi per oltre 1 milione di euro ciascuno.
Ben diversa la vicenda che ha riguardato un altro avvocato della provincia di Chieti, dove a farne le spese sono stati i clienti. Il professionista, infatti, li ha convinti a investire i propri risparmi in acquisti di immobili in aste giudiziali la cui successiva rivendita avrebbe dovuto fruttare guadagni dal 5 al 20%. I soldi però - in tutto, 7 milioni di euro - una volta intascati dall'avvocato finivano direttamente nei suoi conti bancari, o in quelli intestati al nipote, che per questo è accusato di riciclaggio.
Si appropriava, invece, delle somme che gli erano state affidate dagli inquilini, un amministratore di condominio individuato dalla Guardia di Finanza di Bologna: 276mila euro in tutto, cui si aggiungono anche compensi non dichiarati per oltre 400mila euro. Sempre in Emilia Romagna, stavolta a Modena, i finanzieri hanno scoperto che un avvocato, oltre a non dichiarare ricavi per circa un milione di euro, aveva anche "dimenticato" di adempiere agli obblighi previsti dalla legge antiriciclaggio, ossia di istituire l'Archivio informatico e di identificare la clientela.
Solo 10 euro di ricavi è invece la cifra dichiarata al Fisco da un medico pizzicato dalle Fiamme Gialle di Terni a bordo di una grossa Mercedes da 65mila euro. Ed è stato proprio il troppo lusso ad incastrarlo: i finanzieri gli hanno ricostruito oltre 320mila euro di ricavi sottratti alle casse dello Stato. Superano infine il milione di euro i compensi non dichiarati da un notaio (1,4 milioni di euro), da un ingegnere (1,3 milioni di euro) e da un architetto (1,1 milioni di euro) scoperti rispettivamente dalla GdF di Napoli, Caserta e Ascoli Piceno.