Monti alla Kirchner: tutelare gli investimenti stranieri

Economia
La presidente dell'Argentina Cristina Kirchner - Foto: Getty
kirchner_argentina_getty

Il premier italiano preoccupato per la politica autarchica della presidente argentina. Dopo la nazionalizzazione shock di Ypf, si teme per le imprese italiane Enel, Telecom e Techint. Rimane alta la tensione tra Madrid e Buenos Aires

Con una lettera molto decisa, arrivata alla Casa Rosada prima dello scoppio del caso Ypf, il premier Mario Monti ha espresso alla presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner la sua preoccupazione sulla politica nazionalista del Paese sudamericano. Lo ha anticipato il quotidiano economico Milano Finanza, che riporta gli estratti della lettera. In ballo ci sono grandi interessi. Multinazionali come Enel, Telecom e Techint rischiano di essere sbattute fuori dal mercato argentino in malo modo. E la moral suasion del Governo italiano arriva dopo che i vertici delle aziende avevano provato a convincere, senza successo, l’esecutivo di Buenos Aires a comportasi più amichevolmente con le multinazionali straniere.

Il caso che preoccupa di più riguarda Enel e le sue controllate, Edesur e Endesa Costanera, danneggiate dalla politica energetica argentina, che tiene congelate le tariffe da dieci anni.  Edesur ha chiuso il 2011 con 111 milioni di dollari di perdite. Endesa Costanera non ha fatto meglio, avendo presentato un passivo di 41 milioni. L’aumento dei costi di produzione con le tariffe bloccate e i ritardi nei pagamenti degli operatori pubblici argentini, rendono difficile la permanenza di Enel in Argentina.

"Vorrei sottoporre alla sua attenzione - scrive Monti alla Kirchner - l'appello rivolto al Governo argentino dal gruppo Enel, affinché si realizzino le condizioni per poter continuare ad operare nel Paese, con le proprie società di distribuzione e generazione elettrica. Come saprà - prosegue il premier - le società Edesur e Endesa Costanera soffrono di problemi di liquidità che potrebbero condurle a breve all'insolvenza". Enel sarebbe intenzionata a proseguire i suoi investimenti in Argentina, aiutando la crescita del Paese, ma, per poterlo fare, "sono necessarie misure immediate che gli consentano di superare tale delicato momento e, nel medio periodo, azioni strutturali volte a ripristinare un funzionamento sostenibile del mercato elettrico”, si legge nella lettera.

Dopo i casi italiani, il Premier sollecita anche la Casa Rosada a rispettare gli accordi bilaterali:  "Siamo fortemente preoccupati per i provvedimenti adottati dal governo argentino tesi a restringere le importazioni attraverso l'imposizione di barriere tariffarie e non tariffarie. Riteniamo che tale politica complichi e scoraggi le relazioni economiche bilaterali, finendo per essere pregiudizievole per tutti. Sono fiducioso, presidente, - conclude Monti - che potrà considerare con favore tali richieste".

La lettera di Monti arriva mentre prosegue lo scontro diplomatico tra Madrid e Buenos Aires. La questione riguarda il pagamento dell’indennizzo dovuto dallo Stato sudamericano a Repsol per la nazionalizzazione della compagnia petrolifera Ypf.  Il vice ministro dell’economia argentina Axel Kicillof ha dichiarato che l’Argentina non ha intenzione di pagare i 10 miliardi di dollari richiesti dalla società energetica spagnola. “L’indennizzo giusto non dovrebbe superare i quattro miliardi di dollari – dicono gli analisti argentini - considerato che Ypf ha accumulato nove miliardi di debiti. Senza considerare i danni ambientali causati negli ultimi anni”.

Economia: I più letti

[an error occurred while processing this directive]