Per il secondo trimestre consecutivo il Pil segna un andamento negativo. Tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione. Ma per l'Ocse il Paese ha ripreso a crescere
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Italia in recessione tecnica: il Pil nel quarto trimestre è sceso dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A renderlo noto è l'Istat che ha invece rivisto al rialzo la stima preliminare per il 2011: il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,5% (dal +0,4% previsto). La crescita acquisita per il 2012 è pari invece a -0,5%. Per l'Ocse invece l'Italia ha ripreso a crescere.
L'Istat spiega che per il quarto trimestre la stima preliminare diffusa il 15 febbraio scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,7% e una diminuzione tendenziale dello 0,5%. Nel quarto trimestre del 2011 tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione su base congiunturale. Le importazioni si sono ridotte del 2,5% e le esportazioni sono rimaste stazionarie. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto un punto percentuale alla crescita del Pil (-0,4 i consumi delle famiglie, -0,1 la spesa della PA e -0,5 gli investimenti fissi lordi). Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla crescita del Pil (-0,4 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,7 punti percentuali. Dal lato dell'offerta, si rilevano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell'industria (-1,7%) e dei servizi (-0,1%), mentre il valore aggiunto dell'agricoltura e' aumentato dello 0,5%.
Prosegue positivo invece il superindice dell'area Ocse. A gennaio si posiziona a quota 100,9 salendo di 0,4 punti rispetto al mese precedente. Giudizio positivo anche per l'Italia, dove il superindice avanza di 0,4 punti a quota 96,6.
"Possibile cambio positivo" anche per l'Eurozona, il cui indice è salito di 0,2 punti a 98,7. L'Ocse spiega che "segnali più forti, anche se timidi, stanno cominciando a emergere in tutte le principali economie Ocse e per l'Eurozona nel suo insieme". A guidare la salita, aggiunge l'Ocse, sono stati gli Stati Uniti (+0,7) e il Giappone (+0,5).
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