Italia: tanti cellulari ma pochi pagamenti elettronici

Economia
Entrare in metro senza biglietto e solo con il cellulare? In Giappone è possibile da anni. In Italia è appena partita una sperimentazione a Milano - Credits: Getty Images
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Secondo il Politecnico di Milano, il 90% delle transazioni avvengono in contante. Nel 2011, solo 700 milioni di euro di transazioni sono passate attraverso i dispositivi mobili. Ecco come, secondo i ricercatori, si può invece favorire il mobile payment

di Nicola Bruno

I numeri parlano chiaro: l’Italia è uno dei primi paesi al mondo per penetrazione dei cellulari (48 milioni di utenti su una popolazione di poco superiore) e, allo stesso tempo, il fanalino di coda in occidente per utilizzo dei pagamenti elettronici (il 90% delle transazioni avvengono ancora in contante). Ma è proprio a partire da queste cifre che, secondo gli esperti del settore, si può provare a invertire la rotta e arrivare laddove carte di credito ed altri sistemi non sono riusciti a spingersi: ridurre l’utilizzo delle banconote a favore del più comodi pagamenti elettronici attraverso il cellulare. E’ questa una delle conclusioni contenute in “Mobile Payment: se non ora, quando?”, studio della School of Management del Politecnico di Milano che offre l'istantanea dei pagamenti mobili in Italia, analizzando il contesto attuale, le prime sperimentazioni avviate e spingendosi a prevedere gli scenari futuri.

Un mercato embrionale - Secondo i dati forniti dal report, nel 2011 sono stati effettuati pagamenti via cellulare per 700 milioni di euro da parte di 23 milioni di italiani. Più di due terzi di queste transazioni (oltre 500 milioni) sono relative all’acquisto di contenuti (giochi, musica, app) o a ricariche telefoniche e donazioni.
Resta invece molto ridotto l’impatto dei pagamenti per l’acquisto di beni e servizi, come ad esempio il biglietto degli autobus o la spesa al supermercato. Le prime sperimentazioni avviate in Italia sono per lo più all’insegna degli Sms (modalità che gli esperti definiscono “Mobile Remote Payment”), mentre è ancora alla fase embrionale la diffusione del “Mobile Proximity Payment”, termine con cui ci si riferisce ai più evoluti sistemi di pagamento “contactless” basati su tecnologia Nfc. Quest’ultima modalità è ancora alla prima fase di sviluppo in Italia: sia perché manca ancora una “circolarità di servizio” in grado di mettere d’accordo banche, operatori telefonici ed esercenti, sia perché la diffusione degli smartphone con tecnologia Nfc è ancora minima.

Sperimentazioni via Sms e QR Code
– Non c’è da stupirsi, quindi, se fino ad ora i principali passi in avanti sono stati compiuti soprattutto sul fronte del “Mobile Remote Payment”, ovvero il pagamento attraverso Sms. Gli autori dello studio hanno censito 88 servizi di questo tipo attivi in Italia (contro i 65 del 2010): "Quasi la meta di questi servizi è relativa al pagamento della sosta (45%), 14 sono i servizi per il pagamento delle ricariche telefoniche (16%), 10 per il pagamento di biglietti/abbonamenti nel trasporto pubblico locale, e i restanti servizi sono relativi al pagamento di acquisti on line e skipass”. Oltre a PosteMobile, una delle esperienze più avanzate è quella di Movincom, consorzio che raggruppa diverse aziende ed enti. AIM Mobilità, l’azienda dei trasporti pubblici di Vicenza ha di recente preso parte a questo consorzio offrendo un servizio di acquisto biglietti  per l’autobus attraverso un Sms o i QR Code: si fotografa con lo smartphone il codice presente sulla pensilina e in pochi click si ottiene un ticket virtuale. Biglietti con un semplice Sms si possono già comprare in decine di altri comuni, tra cui Roma, Cesena, Forlì e Cesenatico, Cagliari, Verona, Padova, Parma, Genova, Firenze (dove sono stati già venduti oltre 20mila biglietti via cellulare ed è possibile pagare il parcheggio). A Torino il servizio è stato esteso anche ai taxi.
Non solo trasporti, comunque. Movincom e PosteMobile si sono presto allargati anche ad altri settori, come le assicurazioni, biglietti per eventi, la prenotazione di hotel o l’acquisto a distanza di prodotti alimentari. Ci sono poi altri due circuiti (PlainPay di Auriga e Up Mobile di Banca Sella) che fanno leva sui QR Code per testare soluzioni di pagamento più veloci degli Sms, senza dover attendere che la tecnologia Nfc diventi più di massa.

Mobile Proximity Payment
– Sul fronte dei pagamenti “contactless”, invece, siamo ancora alle sperimentazioni in ordine sparso. Una delle prime è quella avviata da McDonald’s insieme al circuito PayPass di Mastercard: in circa 170 ristoranti italiani della catena ristorativa è possibile pagare il conto avvicinando la propria carta di credito al lettore Pos; in futuro si potrà fare lo stesso anche con gli smartphone dotati di tecnologia di prossimità.
Intesa Sanpaolo sta invece lanciando un servizio “contactless” ancora più evoluto attraverso una Sim avanzata da inserire nel telefono. Molta curiosità c’è anche verso il progetto “Mobile Pass” dell’ATM di Milano e Telecom con cui si può pagare il biglietto della metro semplicemente avvicinando il cellulare ai tornelli: per ora è solo ad una fase test e funziona solo con una tipologia di smartphone messa a disposizione da Samsung. Un fattore, questo, che di certo non incentiva l’adozione di massa, come mettono in luce gli autori della ricerca: “La possibilità di rendere il servizio fruibile su qualsiasi cellulare, con qualsiasi strumento di pagamento e qualsiasi operatore telefonico può essere garantita soltanto dall’attuazione di modelli collaborativi tra gli operatori dell’offerta”.

Scenari futuri
- L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha realizzato anche un sondaggio sui servizi che al momento interessano di più gli utenti: in testa c’è soprattutto il trasporto pubblico locale (42,5% del campione intervistato si dice “molto interessato” e il 22,9% “abbastanza interessato), seguito dall’acquisto di biglietti per il cinema (45% sono interessati). Ma, secondo gli autori del report, il vero salto di qualità ci potrà essere con un passaggio dal “remoto” alla “prossimità”, e cioè dagli Sms ai pagamenti senza contatto. Si prevede, infatti, che nel 2015 ci saranno tra i 20 e i 25 milioni di smartphone Nfc in Italia. Il che potrebbe dare una forte spinta al settore del Mobile Payment: dagli attuali 700 milioni di euro, si potrebbe arrivare a 14 miliardi di euro di transazioni nel 2015.

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