Frequenze tv, lo stop di Berlusconi jr: "Asta sbagliata"

Economia
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Mentre il governo Monti accelera sulle liberalizzazioni, il vicepresidente Mediaset critica il beauty contest: "In tutta Europa si è proceduto con assegnazione gratuita". E aggiunge: "Mai avuto né regali, né favoritismi"

"Basta con le polemiche sulla presunta mancanza di concorrenza, basta giudicarci con la lente strumentale della politica, questa azienda è una realtà industriale leader nel suo settore e in un momento di crisi come questo andrebbe semmai salvaguardata, non indebolita".
A dirlo, in un'intervista alla Stampa, è Piersilvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset che assicura: "Siamo un'azienda solida e dinamica" (guarda la rassegna stampa).
"Abbiamo avviato un profondo lavoro di efficienza - aggiunge - che ci porterà in un triennio a diminuire i costi di almeno 250 milioni l'anno. I primi effetti si vedranno nel 2012".

E mentre il governo Monti accelera sulle liberalizzazioni, sulle frequenze tv, Piersilvio Berlusconi osserva: "Pensare a un'asta non solo sarebbe ingiusto e iniquo, perché in tutta Europa si è proceduto con assegnazione gratuita. Ma sarebbe anche non realistico: per il business televisivo il vero problema non sono le frequenze, ma i pesanti investimenti per creare contenuti competitivi di livello. Lo dice il mercato, non noi".
Il vicepresidente di Mediaset dice poi che come clima nulla è cambiato nei confronti di Mediaset con il cambio di governo. "Da sempre si guarda a Mediaset con la lente distorta della politica. Capisco che tutto nasce da 17 anni di presenza in politica del nostro azionista, ma ora basta. Si valuti Mediaset per la grande impresa che è".
In questi 17 anni, aggiunge, "mai avuto né regali, né favoritismi dal governo. Gli incentivi per i decoder? Erano per i cittadini".

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