Il governatore della Bce avverte: "La crescita economica mondiale sta decelerando. E' necessario ripristinare la disciplina fiscale nell'area euro". Su una eventuale uscita dalla moneta unica spiega: "Creerebbe solo inflazione"
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La crescita economica mondiale sta decelerando e l'incertezza è aumentata. E' necessario ripristinare la disciplina fiscale nell'area euro e accelerare l'attuazione del fondo salva stati Efsf (European Financial Stability Facility) , che allenterà le pressioni sui bond e sulle banche. E' questa l'opinione di Mario Draghi, come emerge da un'intervista che il governatore della Bce ha rilasciato al Finacial Times in edicola lunedì 19 dicembe. Riguardo al rapporto tra Gran Bretagna e Unione Europa, Draghi parla di una situazione triste e ricorda che Londra, "ha bisogno dell'Europa e l'Europa ha bisogno della Gran Bretagna, e tutte e due possono imparare molto l'una dall'altra."
"Abbiamo bisogno di un sistema finanziario più resistente, con meno debito e più capitale. Ci sono stati progressi nel definire le nuove regole" evidenzia Draghi tracciando un bilancio del dopo crisi finanziaria e delle lezioni da imparare. In merito ai nuovi programmi della Bce, il presidente dell'istituto di Francoforte ribadisce che il programma di acquisto di bond della Bce "non è infinito": la banca centrale "deve agire e agirà sempre nel rispetto del proprio mandato". La fiducia - aggiunge - non tornerà distruggendo la credibilità della Bce. Sui nuovi piani per allentare le tensioni sulle banche, Draghi afferma: gli istituti di credito decideranno "in totale indipendenza cosa fare con i fondi" della Bce che "non necessariamente" saranno un incentivo per l'acquisto di bond dei paesi periferici dell'area euro. Le banche decideranno cosa "è meglio per loro" ma Draghi si augura che usino i prestiti della Bce per finanziare l'economia reale. Sugli stress test condotti sulle banche dall'Eba, il presidente della Bce evidenzia come l'ideale sarebbe stato prima l'entrata in vigore dell'Efsf e poi l'eventuale ricapitalizzazione delle banche. Ma si è fatto il contrario e gli stress test hanno identificato debolezze che riflettono lo stress sul mercato dei bond e che potrebbero spingere le banche a raggiungere migliori ratio di capitale con il deleveraging.
"Dobbiamo ripristinare disciplina fiscale nell'area euro" evidenzia Draghi. "Il risanamento" di bilancio deve andare "mano nella mano con le riforme strutturali. Ogni paese ha la propria strada da seguire. Per alcuni paesi la situazione non sarebbe sostenibile neanche se fossero dall'area euro e svalutassero la propria moneta", il che darebbe solo un sollievo temporaneo. "Uscire dall'area euro e svalutare, crerebbe inflazione e alla fine" il paese eventualemnt uscito si troverebbe a dover fare le stesse "riforme strutturali in una posizione più debole". L'Italia negli anni 1990 ha seguito la strada della svalutazione - osserva Draghi - e questo "ha dato un sollievo temporaneo all'economia, con le esportazioni che sono aumnetate ma anche gli spread sui bond. Gli effetti della svalutazione sarebbero stati temporanei senza le riforme strutturali che sono seguite".
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